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venerdì 5 aprile 2013

Chi sperpera e chi si uccide per dignità, succede in Italia

Nonostante possediamo una Carta Costituzionale altamente democratica che tutela i cittadini e sancisce il diritto inviolabile al lavoro, alla vita sociale, di fatto, siamo ancora lontanissimi da una qualsiasi forma di società civile degna di questo nome!

L'ennesima notizia di morte, coglie impreparati e fa montare, insieme, sconcerto, rabbia e ribellione contro uno Stato che non vuole tutelare e non sa proteggere i suoi cittadini.

“Una coppia di coniugi, si è impiccata per gravi problemi economici: lui 62 anni era un esodato, lei, 68 anni, aveva una modestissima pensione di 500 euro e non ce la facevano più ad andare avanti."

È inammissibile che la gente debba ricorre alla morte per risolvere definitivamente il problema della sopravvivenza.

La notizia è, se proprio ce ne fosse ancora bisogno, la conferma della disfatta dello Stato. Uno Stato assediato da manigoldi attenti più allo spread e al sistema economico dettato dalle banche piuttosto che alle persone.

Quest'ultima sciagurata azione deve far riflettere tutti gli inquilini delle istituzioni. Grillini in primis! Checché ne dicano! È vero, loro non c'erano prima. Ma questo non fa differenza. Adesso ci sono! E non possono continuare a fare resistenza passiva. Perchè mentre loro dicono no a ogni proposta e mettono veti, il governo in carica continua nella sua dissennata visione tecnocrate.

È mostruoso scoperchiare certe schifezze diventate consuetudine nelle Istituzioni, non scandalizza e fa incazzare per mancanza di morale o altre belle convinzioni aleatorie ma semplicemente perché calpesta quanto c'è scritto nella Costituzione della Repubblica Italia.

E siccome viviamo in Italia, non c'è nessuna differenza tra chi spende i soldi della politica in festini e chi si nasconde in un qualsiasi ristorante per fare il punto della situazione, e  tra una forchettata di paccheri ai funghi porcini e un bicchier di vino, ricompatta le fila del proprio esercito “rivoluzionario”.

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