I sogni dei giovani e l'entusiasmo fanno camminare il mondo! E se da una parte
d'Italia arrivano notizie allarmanti per la continuità espositiva
delle opere d'arte (il CAM di Casoria sta bruciando le opere che ha
in custodia perchè non riceve fondi)da Milano soffia il vento
propositivo di artisti che hanno deciso di cambiare volto ad una
vecchia struttura di 30 piani abbandonata da anni: torre Galfa, un
grattacielo vuoto da 15 anni, dal 2006 di proprietà dalla Fondiaria
SAI di Ligresti e attualmente in fase di commissariamento.
Di
chi è stata l'idea? Ufficialmente dei circa 200 giovani che sabato 5
maggio, guidate dal gruppo “lavoratori dell'arte” gli stessi del
Teatro Valle di Roma, hanno scavalcato le recinzioni e srotolato dal
trentesimo piano uno striscione suggestivo che ricorda “la fantasia
al potere” della contestazione giovanile sessantottina.
"Si
potrebbe anche pensare di volare".
Un'azione ingenua e una frase poetica affermano
che si
può ancora opporre la fantasia alla realtà, indipendentemente da
quello che succederà dopo, qualsiasi sorte toccherà all'immobile e
qualsiasi piega prenderà l'occupazione.
A
distanza di quasi una settimana dall'occupazione nessuna
reazione ufficiale dalla pubblica amministrazione (l'Assessore
Boeri pare sia dalla parte degli occupanti; lo dice uno di loro e
anche il sindaco Pisapia ha espresso parole a sostegno dalla sua
pagina di FB) dalla proprietà e di conseguenza neanche dalla Digos
che li lascia lì, a lavorare in tutta tranquillità.
"Era il momento giusto per entrare, ce lo hanno fatto sapere delle persone interne al Comune di Milano" racconta un ragazzo che all'ingresso si occupa di rispondere alle domande dei cittadini che passano ed entrano a curiosare per vedere cosa sta succedendo - ma qui le voci di corridoio girano e Macao smentisce l'accordo con il Comune: "sicuramente è un'occupazione pacifica, ma non agevolata".
Una
occupazione pacifica che risolve una situazione di stallo,
per cui un grattacielo (esempio di architettura modernista, terminato
nel 1959, quando il quartiere doveva diventare il "Centro
Direzionale" della "Capitale Morale") in disuso diventa centro aggregativo per le arti e la
creatività.
Dario
Fo, intervenuto all'assemblea cittadina di ieri, ha detto:"non
me l'aspettavo di vedere tanta gente consapevole di fare qualcosa di
straordinario, mi porta indietro di 45 anni". Come qualcuno
ricorderà, Dario Fo, ai suoi tempi occupò la Palazzina Liberty per
farne un'officina teatrale d'avanguardia.
Ma,
se MACAO diventasse un sogno possibile, frutto di un disegno preciso
che ricalca esperienze simili come vorremmo che fosse?
Certo,
30 piani sono contenitori imponenti in quanto a spazio fisico, ma
quello che preme sapere di più è chi e cosa determinerà la
“politica culturale” di MACAO qualora decollasse.
Sarà
davvero un'isola felice per i creativi atipici non sponsorizzati
dalle lobby
dalle
industrie della moda? Ospiterà concerti, opere teatrali, studenti
delle accademie o corsi di disegno per bambini, portatori di
handicap, corsi di cucito, fashion show di designer indipendenti e
quant'altro è frutto della creatività o sarà l'ennesima spartizione di certa politica che ha condizionato le scelte culturali nel nostro Paese?
In bocca al lupo ragazzi!
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