Gridare il proprio sdegno e sentirsi vittime dei poteri romani è quasi una conseguenza logica per noi calabresi che ci siamo visti togliere treni, lavori pubblici, scuole, uffici postali e altre fonti di sostentamento per interi paesi e città. D'altronde dopo lo scippo fatto dall'ex ministro Mastella che con una serie di furbizie politico-amministrative ha scippato la scuola superiore di Magistratura destinata a Catanzaro e spostata a Benevento, la notizia della volontà di spostare l'Agenzia per i beni sequestrati alla mafia non può che ingigantire lo sdegno dei calabresi. Ma a ben guardare la questione inerente la sede dell'Agenzia che gestisce i beni confiscati alle mafie è da riconsiderare.
Giuseppe Caruso, ex prefetto di Palermo, direttore dell'Agenzia in questione, il 18 gennaio pare abbia sbalordito i componenti della commissione parlamentare antimafia. Questi i fatti:
l'Agenzia gestisce complessivamente 11.954 beni che quantificati in euro valgono miliardi e nello specifico, circa 10 miliardi per i beni sequestrati e almeno 2 per quelli confiscati. Ciononostante, l'ex prefetto deve andare dallo Stato e dalle banche a pietire le risorse per poter sopravvivere.
Ma la cosa peggiore, quella che lo ha indotto a chiedere il trasferimento dell'Agenzia da Reggio a Palermo, pare che sia, non tanto quel 43,8% dei beni confiscati che si trova in Sicilia, ma la richiesta avanzata dal comune di Reggio Calabria all'Agenzia del pagamento di alcune somme per l'utilizzo della sede data in un primo momento in comodato d'uso dal comune di Reggio Calabria all'Agenzia che da gratuito passerebbe, appunto, ad accentuare gli aggravi per l'Ente che dovrebbe gestire i beni confiscati alle mafie.
secondo quanto trapelato e diffuso dai quotidiani questa volta lo Stato o parte dei poteri non centrano! bastiamo noi a farci del male gratuitamente!
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