Dallo stabilimento di Casale Monferrato (eternit) all'ilva di Taranto.
Il modello lineare funziona sullo schema consumistico consolidato dal sistema produttivo che invoglia ad estrarre, produrre, utilizzare e gettare.
Un modello economico imposto dal mercato industriale post anni '60.
Anni in cui non si conoscevano ancora gli effetti erosivi del modello intrapreso. L'euforia data dalla intraprendenza industriale e dall'indipendenza economica dei tantissimi ex contadini diventati operai con salario mensile assicurato prometteva la conquista dell'infinito.
Dopo il terrore delle guerre, l'imperativo assoluto delle nazioni vittime dei conflitti mondiali consisteva in una pace duratura e benessere per i popoli.
Chi mai avrebbe ipotizzato uno scenario apocalittico quale quello che stiamo vivendo?
Grandi quantità di materiali e energia a disposizione dell'ingegno umano, allora facilmente reperibili e a basso prezzo. Possibile che nessuno abbia ipotizzato, fatto congetture, studiato i probabili risvolti futuri?
Passi per la quantità del popolo ché, data la bassissima scolarizzazione del tempo in questione, ignorante. Perciò, il teorema non poteva essere considerato da chi zappa la terra e la prepara per produrre alimenti essenziali bensì dalla classe dirigente.
È perseguibile di cialtroneria chi ha la cultura necessaria per comprendere e prevenire conseguenze disastrose e non lo ha fatto.
Con ciò non intendo puntare il dito indiscriminatamente contro scienziati e ricercatori che con i loro studi hanno fatto conoscere la potenza dell'atomo o il potere battericida di alcune muffe che sono la base scientifica per la scoperta della penicillina e quindi degli antibiotici. No!
La polvere da sparo, la dinamite, sono elementi che possono alleviare le fatiche umane se usate in miniera o dare gioia agli occhi dacché illuminano il buio della notte per festeggiare un evento.
Purtroppo lo scenario che oggi abbiamo davanti agli occhi è devastante:
Discariche contaminanti smaltite in mare, scorie interrate e satelliti spazzatura persino nello spazio! sono il dato plastico dell'insipienza umana con la quale abbiamo affrontato gli anni del benessere economico.
Guardiamo al bicchiere mezzo pieno e cerchiamo di salvare il salvabile.
L' economia solidale circolare potrebbe essere una risposta adeguata ché intende un sistema economico alternativo, antitetico a quello professato fino ad ora.
L'economia solidale circolare pone le sue basi sui concetti di Solidarietà, Filiera corta, Eticità e Giustizia sociale.
La Solidarietà è un'azione univoca esercitata dalle persone che interagiscono nella comunità per il benessere di tutti. L'antitesi di quanto avviene nell'economia liberista.
Essere solidali verso i soggetti più deboli, gli anziani, gli svantaggiati e tutti coloro che non potrebbero procurarsi una vita dignitosa attraverso il lavoro.
La filiera corta è il passaggio breve dei beni coltivati dal produttore al consumatore. Uno spostamento possibilmente diretto in modo da ridurre al minimo la distanza dai produttori ai consumatori attraverso metodi lavorativi rispettosi dell'ambiente con l'impiego di materie prime di qualità, la realizzazione di prodotti genuini e la sincerità nell'etichettatura.
Dove vige il caporalato abbatterlo!, cosa rilevantissima, alla base dei rapporti umani e lavorativi, è d'obbligo l'applicazione dell'equo compenso per i lavoratori che intervengono nella coltivazione e nella produzione dei prodotti agroalimentari. Il giusto prezzo, per maestranze e prodotti è imprescindibile se si vuole correggere la dicotomia liberista che mette al centro il prezzo dei prodotti e il profitto assoluto dei produttori.
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