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sabato 19 giugno 2021

Emanciparsi dalla retorica della cattiva politica, imperativo presente

Cos'è che manca al sud?

Quali sono i motivi del mancato decollo dei territori e delle sue genti? Perché le infrastrutture strappate e imposte da certa forma di pensiero politico alla programmazione centrale non hanno sortito gli effetti sperati?

Sono tantissimi gli interrogativi posti da chiunque si trovi al porto di Gioia Tauro o nella piana ex sir di Lametia Terme e altrettanto nei luoghi storici della Magna Graecia o sui crinali che si affacciano come logge sul blu cristallino del mare e sugli altipiani della Sila e dell'Aspromonte.

Gente e luoghi magnifici! Non c'è che dire!

Potenzialità inoppugnabili per tanti che, come me, hanno girato abbastanza l'Italia per lavoro o altro. Eppure ancora siamo fermi al palo. Moltissimi, rassegnati, sembrano aspettare il condottiero che faccia della Calabria e del sud in genere un polo d'eccellenza.

La storiella si ripete anche questa volta in occasione delle prossime elezioni regionali.

Il popolino è stupido!, sì è stupido se ancora dà adito e credito alle persone che aprono bocca e emettono fiato per liberare vecchi ritornelli pieni di promesse e retorica trite e ritrite.



La Calabria ha tutte le carte in regola grazie alla benevolenza della Natura che ha strutturato il territorio in modo invidiabile. L'orografia calabra suggerisce da sola quali peculiarità e quante opportunità d'azione possono essere attuate col minor sforzo e col massimo profitto.


Le intelligenze non mancano! Anzi le migliori menti le troviamo in prestigiosi atenei e strutture cliniche universitarie pubbliche e private sparse nel mondo.

Solita retorica! Dirà qualcuno. Intanto il sud rimane ai margini.

Sì può darsi. Però, invece di piangerci addosso abbiamo mai tentato veramente di cambiare? iniziando da noi stessi? Metterci la faccia e spendersi in prima persona senza aspettare l'eroe, il capopopolo straniero? Abbiamo mai meditato seriamente sule opportunità insite collegate ai tesori antichi e alla bellezza del territorio? Alle sue offerte turistiche? Alla potenzialità del buon concetto di governo del territorio e delle reali domande di partecipazione agli eventi non con l'orgoglio "d'appartenenza" tout court che è una mera strafottente posizione personale di supponenza ma con l'amore per la gente e per la terra che ha visto crescere tensioni e sogni?

Così guardo alla Calabria, al sud e all'Italia con la testa in Europa e nel mondo intero perché solo guardando le genti con purezza riusciremo a salvarci, insieme.

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