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mercoledì 9 luglio 2014

Alla locanda dei Nonni per non soffrire di recessione

Dopo 10 minuti abbondanti e una serie infinita di musichetta caraibica finalmente sento una voce priva d'inflessione: “Pronto mi dica sono Anna da Tirana in cosa posso esserle utile?”.

“Considerando che chiamo dal sud Italia, lei mi risponde da dietro l'angolo!”. “come dice signore?”

“no, niente non ci faccia caso è una battuta...”

Tirana! Già in Italia alcuni lavori rasentano una forma di schiavitù figuriamoci là, in Albania quanto potranno prendere gli addetti ai call center?

Mentre faccio questa considerazione mi ritorna in mente quanto ho sentito di sfuggita l'altro giorno. Uno sfogo allucinante sul malessere che serpeggia anche tra noi in Italia e non lascia dubbi sugli effetti della recessione. Un dialogo, anzi dovrei dire una denuncia liberatoria, tra due donne giovani ma assai provate dalle difficoltà:

... che ne sai che devo firmare la busta paga e devo ritornare oltre la metà dei soldi al ragioniere!”
Come?! Perché?” “Questi sono gli accordi! Prendere o lasciare! E se lascio sai quanti ce ne sono in fila... pensa che non mi volevano dare neanche gli ottanta euro di Renzi” “Scusa ma chi te lo fa fare? Stai a casa. Rimani coi tuoi figli almeno te li godi! A proposito come fai con i figli li mandi all'asilo?” “No. Ci pensano i suoceri. Meno male che ci sono loro...”


E quando i nonni non ci sono?

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