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venerdì 28 marzo 2014

Barak a Roma per una politica americana

Ci hanno voluto stupire con effetti speciali e pacche sulle spalle.




Due leader a confronto: il giovane rampante Matteo Renzi e il navigato Barak Obama presidente dell'America e premio nobel preventivo per la pace.

Roma è stata blindata per accogliere il presidente degli stati uniti d'america.
Al suo secondo e ultimo mandato Barak è corso in aiuto del suo delfino Matteo che dice di rifarsi a lui per traghettare l'Italia fuori dalla crisi.

Si può fare se usciamo dalle teorie e dal giogo delle lobby economiche che coltivano e impongono Logiche che affamano e bruciano i popoli.
Si può fare se la classe politica non è corrotta e invece di indebitare le nazioni con acquisti bellici tipo gli f35 americani che tra l'altro sono difettosi, investe in operazioni socialmente utili quali il lavoro e la dignità che questi conferisce, la cultura che serve per fare evolvere le menti.


Quando Barak Obama, nel rispondere ai giornalisti, ha ritenuto doveroso fare un analisi del passato della crisi globale, credevo che avrebbe accennato all'origine e cioè alla bolla economica finanziaria scoppiata in America che, propagatasi, ha contaminato il resto del mondo.

Invece, tra sorrisi e pacche sulle spalle, i due, Matteo e Barak, si son detti: come siamo furbi, ancora giovani e belli. Il resto non conta. Conta il giro di soldi da dirottare nelle tasche di chi comanda e produce guerre.
No non hanno detto espressamente questo ma lo hanno lasciato intendere vista la marcia indietro sull'acquisto dei famigerati quanto inutili f35 di Matteo e delle tante inutili parole sul superamento della crisi sociale italiana.

La democrazia non è gratis! Ha detto edonisticamente il bel Matteo(perchè sembra lontano da lui la sofferenza fisica anche se fa finta di compenetrarsi in quella di chi soffre per i mali provocati dalle scelte scellerate dei corrotti).

Tutto cambia per non cambiare! Questa la trappola mediatica dei teatranti della scena politica.

Dopo le dure parole del Presidente Giorgio Napolitano ai politici litiganti ecco puntuali quelle ancora più determinate di Papa Francesco: “Interessi di partito e lotte interne fanno scivolare verso la corruzione.”
La corruzione non è cristianamente perdonabile!

E l'Italia, come il resto del mondo, è succube della corruzione mascherata da buonismo.  

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