50cent. per togliersi pruriti di nera |
Cos'è più dannoso dell'idiota sul web e la spazzatura in tv?
Il moralismo di pancia!
Mi sembra strano che una
donna coraggiosa e intelligente come la Presidente della Camera Laura
Boldrini, che non si lascia intimorire da nessuno tant'è vero che
rifiuta la scorta prevista dal regolamento a tutela delle alte
cariche dello Stato, apra una bagarre sulla libertà d'espressione in
internet.
Le sue parole si prestano
bene per riaprire la questione “censura” sul web. Problema che
sta a cuore a molti ma con finalità differenti.
Il web, si sa, è uno spazio indefinito, irreale, che qualcuno definisce democrazia liquida
per la possibilità effimera di poter esserci e esprimere le proprie
opinioni.
È, tutto sommato, lo
specchio dell'educazione che i grandi hanno impartito nel mondo reale
ai piccoli.
Quindi, perché tanto
scandalo? Anche noi cittadini ci siamo scandalizzati davanti alle
porcate di certa gente.
Gente che si è insediata
indegnamente nelle Istituzioni. Gente sotto inchiesta per fatti resi
noti dalla libertà di espressione di giornalisti e blogger seri.
Eppure, nonostante i post
incriminati siano stati rimossi e condannati, messaggi e fotomontaggi indirizzati alla Presidente Boldrini.
Nonostante la Procura di
Roma abbia aperto un fascicolo d'inchiesta per la spazzatura
mediatica lasciata su alcuni siti internet, in riferimento alla
signora Boldrini.
E, nonostante la polizia postale abbia già dato
seguito al provvedimento dell’autorità giudiziaria, che ha
disposto la chiusura delle pagine web con i commenti offensivi.
Mentre gli inquirenti stanno risalendo agli autori dei post (per l’identificazione bisognerà attendere la risposta dei vari server che hanno diffuso sul web le irriverenti immagini);
nonostante l'esposizione di forza, muscoli e dichiarazioni di personalità e cittadini comuni, ancora si continua a parlare di libertà e censura sul web a sproposito.
Intervistata da Repubblica, Laura Boldrini ha affrontato il tema degli insulti ricevuti e invitato a pensare a una legge per la Rete. «Io ho chiesto di non essere scortata. Non ho paura di camminare per Roma. Mi pare molto più pericoloso che si diffonda in rete una cultura della minaccia tollerata». Le questione, ha rilevato, «non riguarda solo me.
Quando una donna riveste incarichi pubblici si scatena contro di lei l’aggressione sessista». «Mi domando se sia giusto che una minaccia di morte che avviene in forma diretta o con una scritta sul muro sia considerata in modo diverso dalla stessa minaccia via web», ha aggiunto. «Chiedo che si apra una discussione serena e seria. Se il web è vita reale e produce effetti reali, non possiamo più considerare meno rilevante quel che accade in Rete».
Solidarietà alla presidente della Camera è giunta dal ministro delle Pari Opportunità Josefa Idem: «Leggo con sconcerto e indignazione quanto le succede e mi rendo conto sempre di più di quanto sia delicato il ruolo che mi è stato affidato Centinaia di uomini, vili e senza dignità, che ritengono normale insultare e minacciare una donna per via delle proprie opinioni, anzi probabilmente per il solo fatto che una donna abbia osato esprimere delle idee, sono un segno di una subcultura che è necessario sradicare nel nostro Paese».
Anche il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda ha denunciato «la nuova forma di minaccia e violenza sulle donne perpetrata tramite il web o i social network dove, ormai troppo spesso, nascono campagne di odio xenofobo e sessista incontrollabili». Per questo, «è dovere delle istituzioni arginare con iniziative legislative adeguate, che prevedano anche sanzioni, questa deriva».
Forse è il caso di gettare acqua sul fuoco delle polemiche. Spegnere l'incendio.
Sgombrare il campo da prese di posizioni settarie che si alimentano con simili esternazioni e rivedere in primis quella forma di comunicazione capillare irradiata nelle case dei cittadini ad ogni ora. Quella sì, deleteria per i messaggi insiti che sanno di sesso antifemminista e cosa peggiore, uno schiaffo , violento. sulla faccia dei telespettatori deboli nei confronti di giornalisti, opinionisti improvvisati o pilotati per far insorgere pruriti videoti nei telespettatori dagli autori che inondano di spazzatura i palinsesti delle reti televisive.
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