lunedì 24 novembre 2014

Il giorno dopo le regionali 2014

2 a zero per noi?


Ecco dove stanno le storture che allontanano i cittadini dalla politica.

La disaffezione dei cittadini alle prese con i problemi reali; i motivi che allontanano dalle parole concitate e inducono a lasciare perdere perché tanto non cambia niente sono condensati e racchiuse in affermazioni come queste che rasentano il linguaggio da stadio e che stanno bene solo nei derby calcistici ma non in bocca ad un leader politico che dovrebbe sapere traghettare oltre il guado della barbarie l'Italia delle idee e della cultura e creare lavoro per le persone con diversa fede politica che qui vivono.

Un'Italia che non è andata a votare perché non si sente rappresentata!, è bene ricordarlo a Renzi & C. che insistono nel volere cambiare la Costituzione con riforme scritte tra due persone come se fosse un accordo privato ma imposte all'intera nazione. Oltre il 60% degli aventi diritto, nelle due regioni che hanno dovuto rieleggere anzitempo l'organismo politico e amministrativo locale più alto, perché, dopo gli scandali imputati ai rispettivi presidenti regionali, coinvolti e condannati, si sono trovati senza uomini probi (così, in estrema sintesi, dicono le sentenze) al governo di Calabria ed Emilia Romagna.

No caro Matteo, non è questa l'intenzione di vita sociale che vorremmo sentire dalla tua voce.
I derby, come sappiamo, spesso sfociano in drammi e di drammi già ne subbiamo abbastanza!
Non dico che ci aspettiamo un santo in politica, già è difficilissimo trovarne tra quelli che hanno preso i voti per vocazione, attenti all'amore universale. Ma ti riesce faticoso sparare meno slogan, scrivere qualche twet di meno e ascoltare veramente i bisogni della gente comune?

Quelli che per te sono problemi secondari ti stanno mandando messaggi ben precisi: le astensioni non sono un problema secondario. Pensaci. Il disagio sociale cresce ed è compito tuo e della tua squadra di governo evitare che ciò accada.

Noi, in CALABRIA, confidiamo in Mario Oliverio, nella sua saggezza politica e nella sua lunga storia, ma, per prudenza, visti i fatti che costellano la storia d'Italia degli ultimi decenni, tra clientele e inciuci vari, scandali da prima e ultima repubblica, riteniamo giusto aspettare prima di esprimere analisi o muovere suggerimenti. Al momento sentiamo di augurare un caloroso buon lavoro scevro da campanilismi e tifoseria da stadi.

venerdì 21 novembre 2014

Renzi, i sindacati e le politiche del lavoro

Soldi soldi soldi. Beneamati soldi! Alla base di ogni azione c'è sempre da fare i conti con i soldi! E finalmente Papa Francesco dice basta ai soldi perché i sacramenti sono gratuiti. Chissà quanti preti storceranno il naso in segno di disappunto in questo momento. Personalmente ne conosco qualcuno.

Concordo, comunque, con Francesco: il listino prezzi in chiesa è uno scandalo!

Tutti i listini che pesano sulla dignità umana sono scandalosi! Anche quelli che stila il governo e li spalma indistintamente sui cittadini prescindendo dalle reali necessità e possibilità di spesa dei singoli sono uno scandalo!

D'accordo, che si siano create nel tempo delle sacche di privilegiati anche nel sindacato è incontestabile ma demonizzare tutti e demolire lo Statuto dei Lavoratori ce ne vuole. Renzi ha la faccia per farlo e lo sta facendo bene. È riuscito a catalizzare le attenzioni dei media e dei cittadini sul falso problema dell'articolo 18 come se lasciando le mani libere alle aziende di licenziare si risolvessero tutti i problemi inerenti il lavoro e l'occupazione.
Courtesy Mario Iannino, "convivenza"

Forse Matteo Renzi non sa che i primi a rendere il lavoro precario sono state le politiche di coogestione tra aziende e sindacato praticate negli anni ottanta/novanta.
L'accordo politico prevedeva che l'azienda e il sindacato gestissero insieme una serie di problematiche inerenti gli esuberi di personale e il relativo “esodo indolore” accompagnando alla pensione quanti avessero maturato una certo numero di contribuiti pensionistici in armonia con l'età anagrafica dei soggetti interessati all'accordo perché appunto, doveva esserci il consenso volontario dei lavoratori.

Ma caso volle che la dignità iniziale posta in essere dalle intenzioni sindacali di fatto fosse messa a dura prova dalle liste di mobilità inps e mortificata dalle realtà lavorative contingenti che facevano uso delle liste di mobilità per espletare lavori a costo zero.

Insomma si aprì la fase del lavoro nero istituzionalizzato. Cioè, una forma legale di sfruttamento dei lavoratori che per non essere depennati dalle liste di mobilità e, quindi, rimanere senza salario, erano costretti ad accettare le chiamate degli enti che per risolvere le carenze di personale pescavano nelle liste definite genericamente di pubblica utilità.

Risultato? Tutte le lotte sindacali fatte per migliorare la vita dei lavoratori e dare dignità al lavoro stesso sono andate a farsi fottere! Non tanto per le professionalità mortificate dalla sottostima dei nuovi lavori ma perché ad essi non era corrisposto neanche il relativo equivalente in denaro come poteva essere il rimborso spese, i viaggi o le trasferte previste dai vecchi contratti di lavoro.

È logico che la nuova situazione induca i lavoratori a risparmiare. Risparmiare sulle automobili, sui beni che qualcuno ha definito voluttuosi, l'hi tech, la casa, i vestiti e per ultimo i beni di prima necessità come gli alimenti, saltando piè pari la voce cultura composta di libri e letture varie, le opere d'arte e persino le volgarissime stampe didascaliche prodotte con il preciso compito di fare proseliti o indottrinamenti.

In sintesi, dal taglio dei rami secchi aziendali si apre la fase recessiva che sfocia nell'attuale amara crisi economica e morale che porta alla guerra tra poveri.

È semplicistico se chiudo il pezzo dicendo e auspicando una redistribuzione più equa delle ricchezze, così, tanto per ridare dignità alla vita di donne e uomini che sopravvivono appena?

Anche se, in ultima analisi, di sicuro, la redistribuzione di beni materiali e immateriali quale la cultura nella accezione più ampia del termine accenderebbe i lumi della ragione e porterebbe innumerevoli benefici per una civile convivenza

mercoledì 19 novembre 2014

Scacco al Popolo Sovrano

Se davvero dobbiamo dare peso alle parole sentite e scritte dai Padri Costituzionalisti sulla Carta che dà le
fondamenta alla Repubblica Italiana e quindi convenire che il popolo è sovrano dobbiamo anche prendere atto che qualcuno ha giocato sporco e continua a farlo.

La sconfitta dello Stato Sociale pensato è in pericolo, anzi è moribondo visto che stanno per staccargli l'ossigeno! A forza di privatizzare e dare i gioielli di Stato a gente che pensa esclusivamente ai propri interessi non porta niente di buono per i cittadini che, senza lavoro e risorse, sono considerati merce di scambio o strumenti per guadagnare e racimolare ricchezza con i servigi previsti e non più erogati a salvaguardia della dignità delle persone come nelle intenzioni di quanti hanno lottato per le Libertà.

C'è poco da aggiungere a quanto si è già scritto su questo blog o che, ancora più egregiamente, dibattuto e pubblicato da giuristi e politologi illuminati.

Che la politica se ne infischia del suffragio elettorale è risaputo.

A ben guardare i giocatori (lobbie, politici, im-prenditori...) dello scacchiere italia fanno parte di una ristrettissima cerchia e non si pestano i piedi l'un l'altro. Anzi, fanno molta attenzione nello spostare ricchezze e risorse e, quando costretti dalle esigenze di mercato, nel tagliare risorse ai lavoratori e alle famiglie trovano sempre il modo e la maniera per restarne fuori. Per loro la parola “solidarietà” è una definizione da imporre ad altri basta guardare com'è finita la faccenda delle pensioni d'oro e dei benefit ai dirigenti pubblici e privati.

Si può mortificare a tal punto la dignità di donne e uomini di qualsiasi età e lasciare impunemente che si perpetri l'ennesimo scacco matto nei nostri confronti come se fosse una innocua partita di scacchi?

lunedì 17 novembre 2014

da Monti a Renzi cos'è cambiato?

Da quando c'è la moneta unica in Europa si sta peggio!, la colpa non è dell'euro in sé ma di quanti hanno approfittato della buona fede dei cittadini e questo appunto non è rivolto solo ai politici ma a chiunque si è arricchito sulle disgrazie altrui. Quindi singoli faccendieri e gruppi che si sono approfittati delle situazioni.

In tutto ciò chi ci ha governati ha una grandissima fetta di colpa per essersi attorniato di gentaglia priva di scrupoli.

Qui, in Italia, da qualche tempo, personaggi non eletti dal popolo sono stati messi a dettare le agende politiche ed economiche. Il primo fu il governo tecnico dei professori che con la sua dissennata manovra ha saputo fare della semplice macelleria sociale. Ricordiamo la questione legata alle pensioni e all'INPS, agli esodati, ai tagli lineari sui dipendenti pubblici e alla decurtazione dei buoni pasto che eccedevano i 7 euro. E mentre questo e altro ancora si consumava ai danni dei cittadini qualche ministro voluto da Monti foraggiava la compagna e i suoi traffici in mezzo mondo adoperando soldi italiani, come ci ha illustrato egregiamente la Gabanelli nel suo reportage sul Montenegro e sulle società off shore della compagna di Clini, ministro dell'ambiente imposto da Mario Monti.

Dopo Monti c'è stato Enrico Letta. Quasi trombato nell'immediatezza da Matteo Renzi, l'ottimo e ineguagliabile venditore di sogni. E, in merito al futuro e sulla fiducia nel domani, pare che i gufi stiano aumentando di numero visto che con le parole del vulcanico Matteo non si mangia e non si pagano le tasse.

Il povero e stanco Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva sperato e tentato il tutto per tutto per fare uscire l'Italia dalla crisi recessiva ma il risultato è deprimente.

Deprimente come la sfiducia che i politici si sono saputi conquistare. Asfissiante come il senso d'insofferenza che attanaglia gli elettori nel recarsi alle urne. D'altronde, con o senza il suffragio elettorale lo Stato ha le guide designate dalle lobby di potere economico a prescindere dall'interesse comune della Nazione o dell'Europa.

Intanto, mentre continua il feeling tra governo, imprenditori e industriali (Renzi come Monti ascolta e dialoga solo con loro e sembra ignorare le esigenze impellenti dei cittadini) l'Italia frana geologicamente e moralmente.

Quanti, viene da chiedersi, stante così i fatti. sentiranno il bisogno civico di andare a votare il prossimo 23 novembre?

giovedì 13 novembre 2014

Attenzione a chi bussa alla porta di casa

RAGGIRI E SVISTE PER SOPRAVVIVERE.


Buonasera! Siamo dell'enel. Siamo venuti per farla risparmiare.
No grazie, non intendo cambiare. Preferisco la tariffa controllata dall'Autorità garante....

Ma lei ha letto cosa c'è scritto in basso a destra sulla bolletta? Guardi che dal primo gennaio 2015 aumenteranno le tariffe. Se poi lei non vuole scriviamo che non è d'accordo...

Si ma essendo in fascia tutelata, se l'enel ha altre tariffe in ossequio alle direttive governative ed a favore degli utenti dovrebbe applicarle automaticamente senza inviare addetti per cambiare i contratti.

Come vuole. Peggio per lei!

Mi sembra davvero molto strano. Ma visto che ormai cambia tutto da un momento all'altro, dopo il breve e minaccioso colloquio con le ragazze che dicevano di essere mandate dall'ente per l'energia elettrica, controllo la bolletta e guardo in basso a destra nella prima pagina.

Sì è vero l' Autorità per l'energia consente di sperimentare una nuova tariffa già dal primo luglio del 2014 ma solo per gli utenti che utilizzano pompe di calore elettriche per il riscaldamento degli appartamenti, cioè climatizzatori, diffusori d'aria calda e stufe elettriche.

… volevano davvero proporre questa “sperimentazione” oppure avevano altro in programma?

Non lo saprò mai. Ma, a giudicare dall'insistenza e dal tono minaccioso, suppongo che il loro interesse mirasse a ben altro tipo di contratto (tra l'altro tutta la zona è munita di caldaie a gas per riscaldamento e acqua sanitaria, sarebbe bastata questa semplice osservazione e una maggiore chiarezza nell'esporre i motivi della visita alle due procacciatrici per evitare gaffes).

"suggerimenti in bolletta"

sabato 8 novembre 2014

Lettura contatore dell'acqua a lancette

Come leggere il contatore dell'acqua con gli orologini a lancette?


misuratore dell'acqua vecchio tipo


Semplice. Si inizia dalla lancetta delle migliaia con la dicitura x100 e poi si continua di seguito: x100, x10, x1 e prendendo in considerazione il numero in difetto che si trova alla destra e alla sinistra della lancetta quando questa non indica un numero preciso.

Nell'esempio dell'immagine la lettura è determinata così:

xmille, tra 9 e 8 = 8
xcento, tra 5 e 4 = 4
x10, =4
x1, anche se reso illeggibile dai residui dell'acqua sporca causata dall'imperizia di qualche amministratore pubblico o privato, s'intuisce che la posizione della lancetta si trova tra il 2 e l'uno, quindi è = a 1.

il risultato è 8441 metri cubi d'acqua consumati da quando è stato installato il misuratore.

lunedì 27 ottobre 2014

Renzi, la Leopolda, il pd, i cittadini

La leopolda non è una bella donna. La leopolda è un luogo dove qualcuno ha invitato i suoi seguaci e fatto ricreare sul palco l'atmosfera del garage in cui Steve Jobs iniziò la sua avventura lavorativa realizzando il primo computer personale e da quello la Apple.

Renzi parla di Jobs act, cioè del suo piano di riforme per creare lavoro. Dice che ascolta chi la pensa diversamente da lui ma che non si sposterà di una virgola dal suo programma.

Davide Serra, giovane agguerrito finanziere che lo sostiene, libera parole arroganti e vorrebbe “disciplinare, anzi, abolire lo sciopero” dei lavoratori.

Il programma che vogliono attuare i giovani dirigenti che sono alla guida del Paese risulta paurosamente allarmante perché, da quanto si sa, anziché tutelare ed estendere i diritti dei cittadini, come da Carta Costituzionale della Repubblica Italiana, cioè tutelare, appunto i lavoratori e promuoverne dell'altro, aboliscono l'articolo 18, dichiarano che il posto fisso non c'è più e fanno il braccio di ferro con chi dissente.

I sindacati mobilitano le masse. Piazza San Giovanni in Roma era stracolma e le vie confluenti pure. Pensionati. Cassintegrati. Esodati. Licenziati. Disoccupati che non hanno possibilità di lavoro alcuno. Queste le persone che dissentono dal programma di Renzi .

Renzi e chi lo manovra inducono gli italiani sull'orlo di una crisi di nervi e fanno piombare i cittadini in cerca di lavoro in un clima di terrore e incertezza.

In sintesi il PD, ex partito proletario che avrebbe dovuto tutelare l'evoluzione culturale dei lavoratori e dei deboli attraverso politiche sociali più umane, si sta spaccando per la dissennata politica che sta facendo Matteo Renzi e per gli errori commessi negli anni passati dai vecchi dirigenti.

La gente non crede più alle ideologie sbandierate dai partiti anche alla luce degli scandali, che, badate bene, non sono moralismi da quattro soldi ma veri delitti verso i cittadini costretti ad emigrare o peggio scappare dall'Italia, lasciare i propri familiari, gli amori, per realizzare quanto studiato e approfondito nelle università o appreso dai mestieri.

Roma, 25 ottobre 2014

venerdì 24 ottobre 2014

Il peccato veniale di Wanda Ferro

Era la pupa di un boss...

Nel leggere una notizia simile si pensa che la donna in questione sia stata legata sentimentalmente al boss fino all'altro ieri e invece i fatti risalgono ai primi anni novanta, cioè, ai tempi dell'università di Wanda Ferro. La notizia è scritta a caratteri cubitali e gli interrogativi sorgono spontanei: perché la Ferro è presa di mira e fatta oggetto di un bieco attacco mediatico proprio adesso che è in corsa nelle elezioni regionali con FI?

È veramente deprimente constatare che i fatti della politica e le persone impegnate nella gestione della cosa pubblica, uomini o donne, siano strumentalizzate solo per aver commesso degli errori, errori peraltro di gioventù che nulla hanno a che fare con la passione con cui il personaggio pubblico è impegnato a reggere le fila del potere politico del centro destra calabrese.

Gettare fango addosso al nemico è poco onorevole anche se ci si premura a definire la vittima sacrificale “gentilissima al telefono” e se ci si chiarisce: “l'abbiamo chiamata per chiederle spiegazioni, le offriamo una certezza: noi non ripeschiamo storie vecchie, ci interessa solo che la vita di chi si candida a governare la regione italaina col più alto tasso di mafiosità, sia raccontata nei minimi dettagli agli elettori.”.
Il taglio che segue, dopo le righe in grassetto dei “non ricordo della ragazza e la furia del pm”, lascia intendere il contrario.
Si insiste su fatti ormai lontani con inutili e insignificanti notizie senza chiarire agli ipotetici elettori calabresi, che dovranno esprimere un voto per le regionali, se l'impegno di Wanda Ferro, durante i suoi mandati come Presidente e Commissario della Provincia di Catanzaro e prima ancora come consigliere comunale del capoluogo calabrese, abbia contribuito alla crescita della nostra terra.

E quando non si dice niente in merito a trasparenza e onestà, impegno sociale e gestione della cosa pubblica di un leader si fa più bella figura nello stare zitti e risparmiare inchiostro e tempo piuttosto che ricordare il tempo delle mele col ragazzo sbagliato.

Mediterraneo, sogni e speranze di anime erranti

Nei luoghi in/soliti dell'arte.


È da intendersi una provocazione intellettuale la definizione in oggetto giacché qualsiasi luogo è potenzialmente un contenitore di cultura. E questo evento lo conferma.

L'idea è nata dal recentissimo confronto avvenuto tra noi artisti non più di qualche settimana addietro in occasione della mostra fotografica di Rosanna Papaianni.

Negli incontri successivi ci siamo resi conto di avere molta energia creativa da offrire.

Tra l'altro ho scoperto un gruppo di ragazzi giovanissimi che fanno buona musica e scrivono testi interessanti. Ho conosciuto il “contenitore insolito dell'arte” nella periferia sud di Catanzaro in una struttura che ospita una qualificata scuola di danza.
È il fato oppure un disegno divino? Nei fatti si concretizza la possibilità di realizzare una comunione poetica tra pittura, musica e danza!

I lavori ci sono! Ci siamo detti. E l'inedito dei ragazzi della band Heartbeat sembra cucito su misura per il tema che abbiamo scelto: il Mediterraneo quale testimone muto di immani tragedie ma anche via di speranze e di libertà.
Adesso serve l'azione, il movimento, l'energia della danza a suggello della comunione d'intenti delle discipline presenti “nei luoghi in/soliti dell'arte”.

Il tutto nasce e si realizza attraverso il lavoro gratuito e volontario, un tempo si diceva “autogestito”, degli artisti Vincenzo Caroleo, Maria Elena Diaco Mayer, Vincenzo Trapasso e di chi scrive.

giovedì 23 ottobre 2014

FUORI DAL CORO

Mediterraneo.


Dal nero al bianco e dal rosso all'oro. colori forti, gesti decisi, ponderati, sussurrati, a volte velati come a voler coprire in un sudario collettivo sogni e speranze di gente privata del futuro. strappi, lacerazioni, occultamenti che evidenziano drammi interiori, fisici e psicologici di fuggitivi visti come invasori da qualcuno e fratelli da accogliere da altri. gente altra, nemici da ricacciare fuori i confini della propria terra, uomini, donne e bambini da respingere in mare aperto, contro ogni logica della marineria lasciata morire nel mediterraneo, in acque internazionali, per nascondere, in quei pochi nodi, l'ultimo, estremo atto di civiltà di chi ancora ha una coscienza.

Dalla crudeltà degli uomini, altri immortalano e presentano in pochi centimetri quadrati quel che rimane del mercato di carne umana e consegnano alla comunità le nefandezze sotto forma di opere d'arte. Attimi di storia immortalati levano scudi di denuncia al cielo. Preghiere. Invocazioni. Bestemmie. Maledizioni ...
Come definire il dolore che si leva dalla tela di Picasso dopo il bombardamento nazista su Guernica o il dramma descritto da T. Géricault nella “zattera della medusa”?

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