lunedì 28 aprile 2014

Guido Rhodio, un esempio per le nuove generazioni

TESTIMONE DEL TEMPO.
"olio su tela" omaggio a Guido Rhodio

Un altro capitolo di storia si chiude. Guido Rhodio lascia la guida della città di Squillace alle giovani generazioni raccomandando loro di mantenere alto e vivo il ricordo dei padri che hanno fatto la storia della Calabria, dell'Italia e, quindi, della città di Squillace. Approfitta della fine della legislatura scillacese per accomiatarsi dalla politica attiva.

Guido Rhodio è stato e continua ad essere testimone del tempo. Docente di scuola, pubblicista e politico, fondatore dell'Istituto di studi su Cassiodoro e sul Medio Evo in Calabria, militante e presidente dell'Azione Cattolica, è stato, oltre che sindaco di Squillace dal 1970 al 1975, successivamente vicepresidente della Provincia di Catanzaro.
Nel 1985 è eletto, sempre nelle liste della dc; consigliere regionale prima e assessore regionale nonché Presidente della regione Calabria.

Sua la prima giunta regionale di centrosinistra, composta da dc, pds, psi e pri.
Nel corso del suo appassionante impegno civile, dopo un fruttuoso mandato a Bruxelles come capo delegazione delle regioni ( è tra i fondatori del comitato delle regioni a Bruxelles ), dopo avere esperito egregiamente esperienze europee, nazionali e regionali, ritorna ad occuparsi dell'attività amministrativa del paese natio.

Al Presidente Rhodio vanno i nostri cordiali e affettuosi auguri, certi che il suo saggio insegnamento ha, nel frattempo, attecchito nelle menti dei giovani e creato nuove e valide classi dirigenti

mercoledì 23 aprile 2014

Maria Elena Boschi soffre la solitudine

La solitudine d(e)i Boschi.


Povera Maria Elena! Trovarsi sola, a sera, dopo avere litigato con qualcuno che non la pensa come lei, magari dopo essersi scontrata dialetticamente con qualche professorone o qualcuno dell'opposizione, e lo confessa candidamente ai giornalisti.

Vorrebbe almeno tre figli! -così dice a vanity fair che le dedica la copertina- Un compagno col quale condividere frustrazioni e gioie.
Mah!
Freud, se solo credessi nelle sue cervellotiche e instabili teorie sulle quali si basa buona parte della moderna psicoanalisi, avrebbe a disposizione una miniera emotiva, una sorta di conflitto interiore tra pubblico e privato, per sviluppare e motivare le incongruenze sociali e la determinazione ossessiva dell'io in politica.

Alla ministra non sono sufficienti le riforme che, secondo lei, Renzi e tutti i componenti del governo che fanno finta di litigare perché non vogliono guastarsela con l'elettorato, dovrebbero far ripartire l'Italia.

La Maria Elena si ferma un attimo. Riflette. Si guarda attorno e si accorge di essere sola da un anno.

Come mai?

Ma non è che forse sbaglia anche nelle riforme? Non è, per caso, che dovrebbe riflettere meglio sia lei che Renzi e tutto il cuccuzzaro?
Già la scelta degli 80 euro è alquanto singolare e discutibilissima ma loro non intendono sentire ragioni contrarie. Parlano e si rivolgono da mattacchioni strafottenti a quanti vorrebbero più equità sociale e rinascita. Chiamano gufi quanti pensano che non ci siano le coperture finanziare vere da destinare al ceto medio dipendente con buste paga sotto i 26mila€ lordi l'anno.

Insomma, vista l'esperienza sull'imu eliminata da Berlusconi, la paura è che tra qualche mese ci troveremo a rimborsare le fatidiche 80 euro con gl'interessi (tra l'altro i bonus sono divisi male tra i dipendenti, la quota maggiora spetta agli stipendi alti, mentre, se aiuto avrebbe dovuto essere, buon senso direbbe che la fetta più grossa deve essere destinata alle fasce di reddito più povere).

È il caso di dire: l'esperienza conta.

lunedì 21 aprile 2014

Affruntata tra folklore teatralità e commissariamenti

A proposito del caso Stefanaconi e Sant'Onofrio.

Stato e Istituzioni religiose insieme per la rinascita sociale e culturale della Calabria

Leggo che secondo la prefettura vibonese due dei sorteggiati che avrebbero dovuto fare i portatori delle statue “dell'Affruntata”,uno a Stefanaconi e l'altro a Sant'Onofrio, fossero in odor di 'ndrangheta. Per questo motivo, in sintesi, la commissione ha deciso il commissariamento della rappresentazione religiosa che dalla notte dei tempi si svolge nei due centri calabresi.

"resurrezione" gentile concessione arch. m. iannino

C'è da chiedere: non si sarebbe potuto intervenire sui due presunti 'ndranghetisti piuttosto che creare l'ennesimo caso di cattivissima nomea ad una terra martirizzata dai mass media?

La notizia ha fatto il giro del mondo! E, com'era prevedibile, ha gettato altro fango sui calabresi onesti che si sono visti scippati della rappresentazione religiosa.
Ancora una volta macchiati dall'infame connubio, i cittadini di Sant'Onofrio hanno reagito con l'annullamento della rappresentazione. L'incontro tra Maria e Giovanni non c'è stato. Ma neanche quello tra Stato e cittadini.

martedì 15 aprile 2014

le nomine di Renzi, vecchia politica e lobby?

Nelle nomine del governo l'unico dato certo è l'azzeramento dei vecchi nomi con nomi altrettanto conosciuti, per il resto tutto rimane stagnante, come prima più di prima.
La tanto famigerata azione morigeratrice che avrebbe dovuto calmierare gli stipendi a troppi zeri dei presidenti delle aziende pubbliche, è chiaro a chiunque, si è dimostrata un'altra bufala di Renzi. Una presa per i fondelli!
Perché se come riportano i giornali, è vero che la proposta, da fare vagliare al cda, riguarda solo i presidenti (che non devono, dice Matteo, ma visti i fatti e le azioni dei super manager tesi a tutelare i propri diritti è meglio se usiamo il condizionale e diciamo non dovrebbero, superare il tetto della pur ragguardevole cifra di 238mila€ lordi all'anno), è pur vero che per gli amministratori delegati rimane valido l'accordo in vigore nel mercato libero. E cioè che possono sforare tranquillamente il tetto in barba a quanto continua a contrabandare il giovane e smaliziato Matteo Renzi.


Il cane azzanna sempre e solo lo sciancato!

I nomi che girano, tra nominati e nominandi, sono i soliti noti che fino ad oggi hanno fatto e disfatto l'Italia:

Eni: Claudio Descalzi amministratore delegato e Emma Marcegaglia presidente
Finmeccanica: Mauro Moretti amministratore delegato e Gianni De Gennaro presidente
Poste Italiane: Francesco Caio amministratore delegato e Luisa Todini presidente
Enel: Francesco Starace amministratore delegato e Patrizia Grieco presidente
Terna: Catia Bastioli verso la presidenza (attuale a.d. di Novamont, azienda novarese leader nella produzione di chimica e plastica verde), l’amministratore delegato sarà indicato dalla Cassa Depositi e Prestiti, in pole position c’è Aldo Chiarini di GdF-Suez.
Ferrovie dello Stato: l’a.d.sarà nominato nelle prossime ore, nei prossimi giorni. Non è un problema, così ha detto il sottosegretario Delrio. Forse sarà riconfermato il presidente Lamberto Cardia.

Ora, non intendo annoiarvi con la solita riflessione sui soldi che girano in simili ambienti. Voglio, invece, ricordare che le enfatizzate e strombazzate imprese dei manager pagati con i soldi dei contribuenti hanno sì risanato i conti in rosso delle aziende in elenco come ferrovie dello stato guidate dal capostazione compagno Moretti ma chi ha pagato i sacrifici sono stati i lavoratori dipendenti, quelli a stipendio fisso e con la spada di Damocle sulla testa dalle fattezze ben note che, per usare un eufemismo, stanno sotto la dicitura "rami secchi"  e quindi da eliminare. Definizioni inoppugnabili ai quali seguono (sono seguiti) licenziamenti e privatizzazioni. Ed è per questo che le ferrovie dello stato e le relative maestranze sono state tranciate e ridotte ai minimi termini in tutto il territorio italiano dall'ex super manager che pretende il suo sudato stipendio per intero.

No signori così non va! Questo vostro modo di intendere la cosa pubblica ha allontanato già i cittadini dalla classe politica e manageriale e sta continuando a farlo. Non è semplice questione di lotta di classe come si diceva un tempo. È pura e semplice sopravvivenza civile. Ma di questo vi renderete conto alle imminenti elezioni.

sabato 12 aprile 2014

Renzi, il rottamatore da revisionare

E poi, quasi per caso, basta ascoltare Bersani per fare una ricarica di fiducia nella Politica.
pierluigi bersani

Ieri sera su la 7, dopo “Crozza nel paese delle meraviglie”, “Bersaglio mobile” di Mentana ha ospitato Pierluigi Bersani.
Si è capito, almeno io ho capito, viste le vicende che scuotono il pd, il valore aggiunto che possono avere e dare gli uomini e le donne cresciute a pane e politica. Sia ben chiaro, su alcune posizioni di Bersani non sono d'accordo ma è sempre meglio che stare a guardare le manovre da venditore di Matteo e le fuorvianti televendite dirette a chi sta sotto i 25000 euro lordi l'anno da dipendenti ma taglia fuori molte altre persone rese invisibili dai media e “sconosciuti” agli organismi sociali.

Bersani ride alla battute di Grillo che gli ripropone Mentana. Analizza i fatti come si faceva un tempo. Valuta rischi e pericoli sociali; tenuta della democrazia; populismi; impegno; organismi e realtà.
Lo so, non è più tempo degli incubatori politici, la globalizzazione velocizza ogni cosa ma un conto è perseverare nell'errore nonostante le differenti analisi provenienti dagli addetti ai lavori e dai cittadini comuni che vivono sulla propria pelle gli errori della politica e altro è aprirsi all'ascolto.

Su questo blog periodicamente sono state esposte numerose, se pur sintetiche, motivazioni sulla sfiducia politica ingenerata dalle azioni del rampante “rottamatore”, e non solo da lui.
In questo preciso momento il suo arrogante decisionismo sventolato e cinguettato sui media irride le delicate questioni che vincolano la tutela della democrazia e la partecipazione dei cittadini alla vita sociale dello Stato traduce in un atto di terrorismo autoritario unilaterale le modifiche prese in esame dal suo esecutivo come se fosse proprietà esclusiva di una qualsiasi lobby. Roba da personaggi oscurantisti. Altro che riformisti!

Questi ragazzotti al potere fanno paura. La loro arroganza fa paura. Gli ottanta euro in busta paga, come di ce qualcuno, hanno un sapore populista che nulla ha a che fare con il Governo di un Paese democraticamente evoluto. Si tenta di accaparrare consensi. Acchiappare una grossa fetta di voti... con una riforma elettorale farlocca che elimina le pluralità e impone i limiti del bipolarismo, ma come sarà il futuro del resto della popolazione che non gode degli ottanta euro, che è senza lavoro e priva di un sussidio minimo e che politicamente diversamente pensante?

Si dice che il pensiero è libero e non si può imbrigliare. Il confronto è la sintesi sono, così mi è stato detto, il sale e la forza che tiene in vita la democrazia.

mercoledì 9 aprile 2014

quando nelle case non c'era il wc

I due compari lavoravano alacremente. Si dovettero fermare e puntellare le pareti per evitare di essere sommersi prima di poter continuare a scavare.

La buca fognaria comunale era situata tra le vecchie case del borgo in una stradina stretta ma talmente stretta che consentiva alle comari di scambiare il lievito per fare il pane e altre cose utili dai balconi.

Gli uomini lavoravano in silenzio dall'alba. Ad un certo punto il più anziano si fermò. Passò il dorso della mano sulla fronte e guardandosi attorno valutò che potevano smettere di scavare. È profonda abbastanza! -disse-
Sì. -acconsentì l'altro- Possiamo posizionare le tubature e finalmente da oggi in poi la si fa da gran signori ah ahah ah... -concluse con una grassa risata-

All'epoca dei fatti i servizi igienici erano situati fuori dalle abitazioni, sul ballatoio o dietro la porta d'ingresso. Qualcuno, tra gli agiati, svuotava il pitale in un buco nel pavimento che sfiatava giù in cantina.

Un tempo, all'incirca fino negli anni cinquanta, quasi tutte le case dei borghi rurali erano provviste di “katojio”, una sorta di magazzino utile per albergare l'asino, accatastare la legna, il fieno e allocare la fossa biologica. E chi nn aveva lo scarico dei liquami interno, durante la notte, sovente svuotava il pitale dalla finestra.

L'acqua in casa era una chimera; un sogno avveniristico come il telefono senza fili fino a qualche decennio addietro. I bidoni o le taniche di plastica erano ancora sconosciuti e solo qualche secchio di latta, riempito alla fontana pubblica, fungeva da riserva per le abluzioni corporali.

E i rifiuti? I rifiuti non erano una emergenza ma una risorsa. Persino “a brodata” l'acqua scaldata per lavare piatti e pentole diventava alimento per maiali.

Meditiamo gente meditiamo.

sabato 29 marzo 2014

Le televendite di Matteo

Le campagne renziane sono genuine e buone per l'Italia?


Come in tutte le campagne pubblicitarie se il messaggio non arriva diritto ai consumatori e li induce ad interessarsi al prodotto, magari, parlarne fino allo scontro per difenderne o svilirne i valori, lo spot, qualunque esso sia, non è efficace.

E Matteo Renzi ha dimostrato di essere un maestro in questo.
Sa come solleticare il ventre molle popolare. Tra la vendita farsa delle auto blu, che pare abbia sortito l'effetto voluto tra i polli e quanti vivono la vita come se fossero in un film, i tagli della politica sbandierati agli italiani e quelli in cantiere pensati nei confronti di quanti guadagnano cifre esorbitanti e ingiustificate per dirigere aziende pubbliche o partecipate (che significa soldi derivanti dalle tasse imposte unicamente ai cittadini che già le pagano), tagli alla politica e agli apparati istituzionali; per dirla in breve: tutte cose che stanno sullo stomaco e che trovano consensi immediati, con questi proclami il giovane rampante Matteo intende rabbonire i malpancisti e portare oltre le secche della fame e della sfiducia l'Italia.

Speriamo che non si dimostri, alla fine, dopo che lui ha ottenuto i suoi personali risultati, della misera pubblicità ingannevole.
Oltre tutto la satira di Crozza, viste le fonti documentate (Mario Giordano) per quanto concerne gli sprechi dell'europa e quelle nostrane, pare testimoniarne il contrario di quanto vogliono farci ingoiare Matteo e i suoi. Attenzione. I suoi non è riferibile solo al pd! Analizziamo gli ultimi avvenimenti. L'incontro con Obama e anche le agende dei governi precedenti.

Lo so, viene fuori una trama oscura. Quasi un giallo noir dai contorni angoscianti. E forse è proprio questa la chiave di lettura che ci fa capire quanto sia possibile liberarsi dalle catene delle lobby economiche che continuano a perseguire i loro intenti sotto mentite spoglie e falsi baluardi sociali.

Ma, mi piacerebbe sbagliare. Me lo auguro per il bene di tutti. Forse il mio pessimismo si amplifica ogni giorno di più perché sento troppe cazzate; concetti enfatizzati per narcotizzare il popolino. Dire cose che il popolino vuole sentirsi dire. E Renzi è un maestro in questo!

Sarebbe bastato che dicesse cose più razionali che guardassero verso orizzonti più limpidi in armonia con quanto è giusto che sia realmente. Per fare ciò non è necessario essere filosofi o scienziati, professori o magi.

Basterebbe leggere la Costituzione e metterla in atto. Senza effetti speciali, così, semplicemente come vergata dai Padri Costituzionalisti che la “pensarono” con e per amore di un popolo che aveva sopportato e, perciò, con l'intento di evitare, anzi abiurare guerre, fame, miserie fisiche e intellettuali e non essere soggiogato più da despoti di qualsiasi natura e origine.

venerdì 28 marzo 2014

SCOPELLITI, STOP DEI MAGISTRATI


Giuseppe Scopelliti si dimette da Presidente della regione Calabria

"Con la maglietta bagnata e con la testa alta finisco questa partita."

Così si esprime Giuseppe Scopelliti davanti ai giornalisti dopo la condanna a sei anni di carcere e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici inflitta dal tribunale di Reggio Calabria a conclusione della sentenza sul caso “Fallara”.

Le dimissioni di Scopelliti da Presidente della regione Calabria chiude anzitempo la legislatura e richiamano alle urne gli elettori calabresi che probabilmente esprimeranno il loro voto regionale in concomitanza con le prossime europee 2014 del 25 maggio.

Con le dimissioni Scopelliti ha dimostrato buon senso. Ha reagito da uomo politico serio che rispetta la magistratura e le sentenze sfavorevoli.

Certo è un macigno enorme quello che gli si abbatte addosso sul finire della legislatura.
A parte il dramma personale e familiare, del quale Scopelliti non lascia trapelare nulla, il presidente dimissionario volge le sue attenzioni alla Calabria e ai calabresi. E lancia un monito alla sinistra e a quella parte di politica che usa “altri mezzi” per eliminare gli ostacoli quando non riesce a sconfiggere gli avversari col voto democratico nelle urne e prima ancora con l'esempio della buona pratica politica.

Sembra risentire un vecchio refrain col quale Berlusconi ha stancato ma che Scopelliti ha rivalutato pur denunciandone l'uso.

Certo sarebbe stato gratificante per la parte del mondo politico avverso che si dice di sinistra vederlo defenestrato dai mezzi della politica attiva e da una attenta quanto efficace azione di contrasto sociale immediato in seno all'assise comunale di Reggio Calabria. Laddove, appunto, è nato il famigerato “modello” del quale è stato vittima insieme alla sfortunata collaboratrice e ai collaboratori che a sua detta sono stati infedeli.

Comunque voi la pensiate, per me, l'intera vicenda con relativa sentenza finale, anche se lascia altri gradi di giudizio ai condannati per ricorrere e fare valere le proprie ragioni e scoprire altre verità, è una sconfitta che brucia sulla testa dei calabresi.
In sintesi, nessuno degli eletti e nessuno partito politico ha saputo o voluto fare politica con e per il territorio.
Ancora una volta è stato demandato ad un arbitro terzo la decisione di cosa è giusto e cosa sbagliato in politica e, quindi, nelle azioni di un amministratore pubblico messo a governare un territorio non da un concorso ma dai suffragi dei cittadini. e questa azione si traduce ancora una volta in sconfitta per la politica e quanti credono nei valori insiti dell'azione stessa.



Barak a Roma per una politica americana

Ci hanno voluto stupire con effetti speciali e pacche sulle spalle.




Due leader a confronto: il giovane rampante Matteo Renzi e il navigato Barak Obama presidente dell'America e premio nobel preventivo per la pace.

Roma è stata blindata per accogliere il presidente degli stati uniti d'america.
Al suo secondo e ultimo mandato Barak è corso in aiuto del suo delfino Matteo che dice di rifarsi a lui per traghettare l'Italia fuori dalla crisi.

Si può fare se usciamo dalle teorie e dal giogo delle lobby economiche che coltivano e impongono Logiche che affamano e bruciano i popoli.
Si può fare se la classe politica non è corrotta e invece di indebitare le nazioni con acquisti bellici tipo gli f35 americani che tra l'altro sono difettosi, investe in operazioni socialmente utili quali il lavoro e la dignità che questi conferisce, la cultura che serve per fare evolvere le menti.

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