martedì 26 novembre 2013

Femminicidio, due parole in merito


Femminicidio!
courtesy: mario iannino©
Mai fu coniato un termine così brutto.

Femminicidio! Racchiude in sé odio e possesso da parte di entrambi i sessi, anche se intende la morte violenta della femmina per mano “nemica”.

Il femminicidio (che fino all'altro ieri avremmo definito uxoricidio o, in mancanza di legami affettivi consacrati, assassinio) è una devianza dello stalking portata all'estremo, termine inglese usato per definire l'azione fastidiosa e coartante subita dall'uomo o dalla donna da parte di un ex.

L'uno, perché incolto e ammalato, ricorre a estremismi impensabili. L'altro, impaurito e turlupinato dai concetti mediatici, si lascia pilotare e prendere alla pancia dalle brutture del momento gridate ai quattro venti dagli organi d'informazione e dalle organizzazioni che hanno a cuore le vicende in quanto schierate.

Dalle intenzioni e dagli editti rumorosi di piazza manca la cosa più importante, quella che, se applicata, avrebbe ragione delle menti bacate o deviate dalla sottocultura imperante, cioè: la cultura sensibile; quella, per intenderci, non praticata o imposta nelle scuole che vede negli assunti imparati a memoria e in sintonia con chi li somministra, ma, la Cultura che ha per componente basilare il rispetto per l'altro/a, il rispetto e la tutela delle libertà altrui, concetti che spesso s'imparano vivendo in un clima sano, non asettico, ma che sa razionalizzare i fatti, che sa fare sue le istanze di quanti vivono, pur sbagliando, modelli di vita differenti, indirizzando nei rigagnoli dell'esistenza collettiva le singole esigenze epurate dalle negatività.

domenica 24 novembre 2013

Maltempo in Calabria. Le emergenze annunciate

La lungimiranza degli amministratori locali si vede nei momenti tragici che loro stessi definiscono

“emergenziali”.

Emergenze che non si dimostrerebbero tali se chi si è messo alla guida dei comuni e su su fino ad arrivare allo Stato avesse praticato le norme elementari della prevenzione.

Difatti si sa che d'inverno arriva il maltempo. Neve e pioggia sono all'ordine del giorno. Quindi, perché i cittadini si dovrebbero allarmare e correre ai ripari quando d'inverno piove!
Al massimo, quando sono costretti ad uscire, pensano a coprirsi bene, portare un ombrello ma mai un gommone o una ciambella di salvataggio.

Purtroppo, col senno di poi, se ci avessero pensato, forse avrebbero fatto bene a portarsi dietro almeno una corda con l'arpione da agganciare a qualche lampione.

Satira a parte, Catanzaro continua ad essere a rischio. La periferia è abbandonata a se stessa. I tombini pluviali che servono per far scorrere l'acqua piovana verso i corsi naturali delle fiumare sono intasate da fango e quant'altro.

E la spazzatura? Beh, quello della spazzatura meriterebbe un post a parte ma siccome è inutile parlare a chi non vuole sentire perché forse impegnato nell'emergenza annunciata lasciamo perdere... il prossimo acquazzone avrà ragione anche di questa incuria.


sabato 23 novembre 2013

Lumache al pomodoro in 10'

LA RICETTA DELLA NONNA


Lumache al sugo di pomodoro:


Lavare in acqua corrente spargendo del sale così da farle spurgare e addolcire.

Nel frattempo fare bollire dell'acqua.

A bollore ottenuto mettere nel bollitore le lumache e lasciarle fin quando una schiuma bianca e abbondante affiora al bordo della pentola.

Spegnere e Risciacquare.

Così scaldati adagiarli in una pentola insieme a:
qualche foglia di alloro,
origano e sale q.b.,
olio extravergine d'oliva,
peperoncino.
Coprirle con del sugo di pomodoro e acqua fino.

Lasciare cuocere e al primo bollore abbassare il fuoco.
Lasciare insaporire a fuoco lento per 10'. … e buon appetito! :-)

venerdì 22 novembre 2013

Andar per funghi, porcini e vavusi

Tra le conifere, in pianura, spunta una qualità di funghi che in Calabria chiamiamo “vavusi”.

Raccoglierli e cucinarli secondo l'antica ricetta contadina


I vavusi, meno tozzi dei cugini porcini, e anche meno pregiati per i “fungiari”,  hanno lo stesso colore e ottimi al pari dei porcini se saputi cucinare.

Una ricetta semplice e veloce adattissima per condire due maccheroni è la seguente:

pulire il gambo dal terriccio; spellare il cappello e eliminare le lamelle. Tagliare a fette e mettere in padella dopo avere soffritto uno spicchio d'aglio e un peperoncino piccante in olio d'oliva.

Non aggiungere altri liquidi perché i vavusi ( da ciò deriva il nome) toglieranno molta acquetta.
Mescolare con la spatola di legno e lasciare consumare.

Spruzzare una manciata di prezzemolo e del pecorino grattugiato (alcuni preferiscono dell'ottimo formaggio di capra stagionato) ma c'è anche chi non preferisce l'uno e l'altro. De gustibus! Queste sono sfumature che ognuno condirà a proprio piacere.

Buon appetito! :-)  

Come sbucciare i fichi d'india

Piccoli trucchi in cucina: come sbucciare i fichi d'india senza pungersi.



Lo so sembra una sciocchezza ma molti non sanno come fare per togliere l'armatura di spine che avvolge i dolci frutti. Vuoi perché li trovano già sbucciati oppure li fanno sbucciare da qualcuno per paura di pungersi.

Alcuni infilano i guanti in lattice, quelli per lavare i piatti, altri la pinza da cucina. Personalmente li sbuccio a mani nude dopo averli messi nel lavello sotto l'acqua corrente tra il pollice, l'indice e il medio facendo attenzione, naturalmente, a non toccare le protuberanze nerastre dove sono situate le spine.

Incido col coltello le due estremità e pratico un taglio longitudinale.
Faccio leva con la punta del coltello nel taglio lungo e srotolo il frutto seguendo la natura delle fibre.

Forse qualche spina riesce a colpire il bersaglio e infilarsi tra le dita ma vuoi mettere a confronto la ricompensa del primo morso?

giovedì 21 novembre 2013

Patto di stabilità e coercizione della politica Europea

La quasi totalità degli amministratori politici nazionali e locali danno la colpa dei mancati interventi di bonifica del territorio e dei danni causati dalle piogge delle ultime ore al famigerato “patto di stabilità nazionale”.

Ma cos'è sto patto di stabilità?

Il Patto di Stabilità Interno (PSI) nasce dall'esigenza di convergenza delle economie degli Stati membri della UE verso specifici parametri, comuni a tutti, e condivisi a livello europeo in seno al Patto di stabilità e crescita e specificamente nel trattato di Maastricht (Indebitamento netto della Pubblica Amministrazione/P.I.L. inferiore al 3% e rapporto Debito pubblico delle AA.PP./P.I.L. convergente verso il 60%).

Detto in parole semplici significa che in base all'accordo stipulato e sottoscritto nel 1997 dai paesi membri dell'Unione Europea per mantenere fermi i requisiti di adesione all'Unione Economica e Monetaria dell'Unione Europea(Eurozona) e rafforzare il percorso d’integrazione monetaria intrapreso nel 1992 con la sottoscrizione del Trattato di Maastricht anche se ci sono soldi a disposizione delle pubbliche amministrazioni, quindi comuni province regioni e stai, non si possono impegnare neanche per lavori importanti come mettere in sicurezza l'ambiente e la vita delle persone.

Insomma, anche se i comuni hanno risorse e sono virtuosi, per effetto del Patto di Stabilità, non possono spendere e nemmeno programmare investimenti per migliorare le infrastrutture.
Quindi non ci resta che piangere, a secco!, sennò le lacrime si vanno ad aggiungere alle piogge e chissà quali altri guai andranno a provocare.

Ma veramente è così? O qualcuno si nasconde dietro al dito?

Comunque, il patto di stabilità si è dimostrato un ostacolo enorme che deve essere, se non abbattuto, modificato.

I privileggi dei Cappellani Militari, strano modo di predicare

Non c'è bisogno di essere in crisi per capire che 17 milioni di euro sono troppi per predicare il vangelo alle truppe militari.
Tanto ci costano i cappellani militari che, secondo una legge del 1961, la numero 512 del primo giugno '61, norma l'avanzamento e il trattamento economico del personale che assiste spiritualmente le forze armate italiane.

Vergogna! Come si può quantificare la parola di Gesù che predicava tutt'altro in base ai gradi militari?
Eppure questo accordo c'è stato con la benedizione del vaticano che vede andare in pensione, una ricca pensione, il cappellano militare a 62 anni. E sono necessari appena 15 anni di servizio!, per avere erogato un assegno pensionistico simile ai militari di alto rango.

Cioè, con parole povere, il cappellano militare addetto: un prete che entra a dire messa e confessare i militari in una caserma ha diritto al grado di tenente. Poi, sale di grado e diventa cappellano militare capo: capitano! Fino a conquistare i gradi di maggiore alle porte della pensione.

Ma l'assurdo non sono tanto i gradi e la relativa norma che disciplina il lato economico.
Quello che non và giù è che ci volevano le jene, con una loro pungente incursione, a svelarne i meccanismi.
Mai prima delle jene nessun politico impegnato nella ricerca di correttivi necessari per tamponare la crisi che stiamo vivendo e neanche qualche alto prelato graduato ha pensato minimamente di suggerire cristianamente questa assurdità evangelica.

Tanto per la cronaca, Papa Francesco recentemente:
mons. marcianò e papa francesco

“ha donato alle Forze Armate Italiane la nuova guida spirituale, nominando Ordinario Militare per l’Italia il calabrese Santo Marcianò, Arcivescovo della Arcidiocesi di Rossano-Cariati (CS), che succede a Mons. Vincenzo Pelvi. Mons. Marcianò, 53 anni, di Reggio Calabria, dottore in economia e commercio, giornalista pubblicista, è stato eletto Vescovo da Papa Benedetto XVI a soli 46anni, divenendo il più giovane vescovo d’Italia ed attualmente è il più giovane Arcivescovo italiano. Ha conseguito il Baccellierato in Teologia all’Università Lateranense ed è autore di numerosi libri. L’Ordinariato Militare, regolato dalla costituzione apostolica “Spirituali militum curae” di Giovanni Paolo II, è equiparo a diocesi, con competenza su tutte le “anime” che hanno “status” militare, sui loro familiari e sul personale civile della Difesa. Ma è anche un Ufficio di Stato, tanto che la nomina ad Ordinario Militare da parte del Papa deve essere recepita dai Ministri della Difesa e dell’Interno e dal Presidente del Consiglio, poiché il Vescovo eletto viene nominato Generale di Corpo d’Armata e deve quindi giurare formalmente innanzi al Presidente della Repubblica.”

... forse Papa Francesco non è a conoscenza degli accordi istituzionali tra Italia e Vaticano, della ricchezza economica cui va incontro un prelato caricato da simili investiture e quindi difendere se stesso e la Parola di Dio.

Adesso che è stato messo a conoscenza dell'assurdità in termini speriamo che non prenda la scorciatoia della beneficenza per pacificare le coscienze e mantenere simili privilegi non contemplati dal Vangelo

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