venerdì 12 aprile 2013

lo Stato nemico del welfare ha nomi noti

courtesy Mario Iannino©
courtesy archivio M. Iannino "né destra né sinistra" per Istituzioni libere da personalismi e inciuci mascherati


Un'altra giornata inizia. E mentre in Italia c'è chi ancora persegue di tenere fede al piano di rientro della spesa pubblica tutta gravata sui cittadini indifesi, dopo un mese e mezzo dalle elezioni, i tecnocrati tutelati continuano indisturbati ad imporre manovre assurde che, anche se, non causano morti per fame e suicidi immediati, gettano panico e disperazione nei ceti deboli.

Non c'è bisogno di fare esempi o citare programmi televisivi d'approfondimento per convincere alcuno della drammaticità che stiamo subendo.

Né è necessario ricordare le infami riforme contro i lavoratori che hanno partorito esodati, dipendenti impensionabili gettati fuori dal mercato del lavoro a sessant'anni o giù di lì e giovani scoraggiati sorretti dalla residua carità umana. Tutte leggi firmate governo Monti e conosciute col nome della ministro Fornero.


Quanto ancora le paure coveranno sotto cenere nelle case dei cittadini che, impossibilitati a pagare tasse e balzelli inverosimili, vivono l'ansia di essere derubati dallo stato attraverso i tentacoli di equitalia e agenzie similari?

Ecco, per queste impellenti esigenze, appunto, perché urgenti per le famiglie di nuovi poveri, avrei voluto un Movimento propositivo. Un M5S che, bandendo le fasi burlesche, proponesse punti di programma condivisibile, non ai parlamentari impresentabili ma, ai cittadini; al Presidente della Repubblica. E questa volta, sì, con una diretta streaming.

Ci sarebbe stata di sicuro una rivoluzione culturale che avrebbe fatto arrossire anche chi ha coperto di calli una faccia plasmata con la me...lma.  

mercoledì 10 aprile 2013

Grillo suggerisce ai suoi di occupare le Camere e loro lo fanno

Prima repubblica, seconda, terza, quarta e così via dicendo tra aggiustamenti, compromessi più o meno storici, trattative private e pubbliche, accordi leciti al 50% e chi più ne ha ne metta.

Così sono trascorsi i primi sessant'anni, sessantasette per la precisione, della Repubblica Italia.

In questi sessantasette anni abbiamo assistito a tutto quanto la mente dei politici potesse costruire, o per lo meno questo abbiamo pensato fino a quando non è spuntato il Grillo Parlante.

Un essere, per carità, bravo e dalle intenzioni più che nobili! Specialmente quando dice di voler fare pulizia del malcostume che si è impossessato della politica che assedia le istituzioni.
Grillo, il condottiero

Un condottiero castigamatti che urla contro la vecchia brutta visione della politica autoritaria e arraffona piegata ai voleri di una ristretta combriccola dai nomi più disparati (e di queste specie la storia ne è piena come piene sono le tasche degli italiani che ragionano liberamente e in piena libertà sanno discernere il bene dal male e comprendono, guarda un po', quando le azioni di alcuni sono, se pur in buona fede, pericolose conseguenze di idee manichee che minano la libertà altrui).

E sempre all'insegna di una libertà conclamata, che secondo l'eroe in questione, è quella che viaggia in rete, ma non ancora appannaggio della totalità dei viventi (penso ai costi, ai vecchi e agli analfabeti, ai derelitti che non hanno soldi per il necessario e a quanti per svariati motivi non hanno o vogliono la connessione internet) che si consuma la dittatura truccata da altissima democrazia del pensiero delirante del nuovo despota:

“abbiamo detto che li mandiamo tutti a casa. La demolizione è iniziata!”

Così tuona Grillo dal suo blog, dopo l'occupazione fisica dei grillini di Camera e Senato.

Mi dispiace dirtelo, Grillo, ma non è così che si cambiano le cose e non è questo che ci si aspettava da te e dall'ormai “tuo” personalissimo, privato, movimento.

Firmato:
un libero pensatore! Che non ha tessere di partito ma che guarda ai fatti.

ps. se ho frainteso e non ho saputo apprezzare la tua strategia politica: la colpa è solo tua... ovviamente.

lunedì 8 aprile 2013

il PD marcia su Roma contro la povertà

Ecco un esempio lampante di demagogia che sa di presa per il culo:

pier luigi bersani, segretario pd
Il partito Democratico è vicino a tutti i cittadini che in questo momento stanno vivendo momenti difficili. Per questo i circoli territoriali del Pd di Scampia, San Salvario, Corviale, Torbellamonaca, San Basilio e Laurentino hanno promosso per sabato 13 aprile a Roma una manifestazione 'Contro la povertà, per un governo di cambiamento.' La manifestazione si svolgerà in un quartiere della periferia romana e sarà conclusa dal Segretario nazionale del Pd Pier Luigi Bersani".”

Proprio mentre l'ennesimo sondaggio pubblica le percentuali altissime di disoccupati e di aziende che chiudono nell'ordine di un migliaio al giorno e ci si accorge persino dell'esistenza degli sfiduciati che neanche tentano più di cercare lavoro, cosa ti s'inventa il PD? Una bella manifestazione liberatoria dei poveri con o senza lavoro da fare sabato prossimo in una periferia romana.

A Pier Luì' non è questo che vogliamo!
Da un partito che dice di guardare al sociale ci si aspetta qualcosa di meglio che una scarpinata a Roma. 
Non è facendo casino su un problema così grave, conosciuto e "studiato", che è diventato l'origine di ogni malessere e suicidi per quanti hanno vergogna a manifestarlo, che si risolve la piaga della povertà.

Pensate a lavorare davvero come poter dare dignità alle persone emarginate da questo sistema economico. Solo così si potranno evitare i suicidi degli ultimi tempi e non proponendo inutili e dispendiose stronzate come la marcia su Roma contro la povertà.

la Vita è spettacolo ma non quello di Grillo

courtesy M. Iannino, "sottovuoto" 2013

Rivedi il copione Beppe!


Lo so. Se non c'è almeno un vaffanculo o una proposta che evidenzia la rabbia e l'impotenza della maggioranza, la maggioranza non segue. E questo vale sui social network, nei mass media oltre che in politica.

Per non parlare dei tagli degli stipendi ai manager. O le invettive contro i politici.

Insomma basta essere contro qualcuno o qualcosa per mietere consensi dalla massa.

Appunto la massa! Ma la massa dov'era fino ad ora? Ha qualche colpa, oppure è così smemorata da non ricordare i numerosi “me ne fotto” sussurrati o gridati nell'era delle vacche grasse?

Per essere onesti e sinceri, Grillo anche nei tempi passati faceva questo tipo di satira. I suoi spettacoli erano conditi di fatti e misfatti della politica spicciola. Quella politica che governava il quotidiano e che consentiva di vivere a chiunque. Ma eravamo in un teatro o in una piazza e la risata era liberatoria. E comunque c'era ancora il lavoro e i soldi degli stipendi nelle tasche.

Non c'erano ancora le riforme della Fornero, (la modifica alla legge 18 che ha dato carta bianca ai licenziamenti) e i dipendenti, specialmente quelli che lavoravano nelle fabbriche, erano tutelati dallo statuto dei lavoratori. Insomma le tutele giuridiche della massa non erano ancora state stracciate e umiliate dai tecnocrati e le persone, i Cittadini, avevano ancora barlumi residuali di cittadinanza repubblicana.

È ovvio che in un clima simile chi grida e sbraita contro il sistema e manda affanculo tutti diventa di sicuro un capopopolo.

Certamente non dicono: “hai sbagliato a votare me”.

Non ci sono dubbi, Grillo è stato tenace! Ha continuato negli anni a fare spettacoli denunciando cose note in Italia e anche altrove. Ha portato in scena lo stesso copione della politica arraffona.

Ed ora? Ora che è riuscito a trasformare gli spettacoli in rappresentanza politica che fa? Continua a fare inconcludenti spettacoli. Scappa e si nasconde perché sa che i giornalisti gli corrono dietro e per lui questa cosa è fonte di enorme visibilità.

È una pubblicità gratuita!, che, anche se non aiuta chi ha dato fiducia al teatrante e ai suoi soldatini di piombo schierati contro le Istituzioni e sordi alle esigenze di chi davvero soffre la fame, a lui personalmente gli torna utile. Fino a quando? Dipende dalla rabbia di chi ancora gli dà ascolto.

domenica 7 aprile 2013

Serietà e lungimiranza per salvare l'Italia

Grillo Bersani Berlusconi basta proclami e strategie sfasciste o aleatorie!


Se non ci fosse tanta miseria e non ci fossero i morti si potrebbe anche azzardare l'improbabile, grottesca ipotesi di un Grillo dadaista. Un grillo catastrofista ma creativo che tenta di far rinascere dalla distruzione dei sistemi consolidati dal mal costume una società migliore.

Se l'operazione intellettuale dadaista rimane circoscritta nella piccola cerchia elitaria di chi la ama e quindi la fa sua, ci gioca e la condivide propositivamente, può diventare, nel tempo, alimento culturale rivoluzionario. Cibo fenomenologico esponenziale col quale gli spiriti liberi amano confrontarsi perché di fatto aiuta, attraverso la rivisitazione di schemi mentali atrofizzati da eccessiva inerzia, ad attivare la crescita sociale armoniosa dei “cittadini”, di contro, per quanto fin ora elaborato dal vertice del M5S, quella di Grillo si è dimostrata nichilista.

L'azione di Grillo &C. sembra essere condita dalla bianca polvere delle crociate contro il male oscuro che invece di purificare e illuminare le ombre dell'oscurità malefica offusca i cervelli di quanti si sentono esclusi dal sistema politico e sociale scolpito con caratteri fermi nella Carta Costituzionale laddove recita di diritti e doveri dei cittadini e dello Stato in merito a lavoro, istruzione, cultura, arte e scienze.


D'altro canto. (Questo pensiero è rivolto ai seguaci lobotomizzati delle varie ideologie.) È inutile ricordare la tanto decantata democrazia liquida del web quando poi ci si nasconde dal resto della popolazione nei momenti di maggior bisogno sociale salvo divulgare in streaming, coi media o nei talk show solo le cose che piacciono e fanno tanto folklore.

Tutti i cittadini che vivono nel bel Paese ridotto allo sbando dalla vecchia cattiva gestione politica e dei nuovi look folkloristici si aspettano soluzioni e non fughe strategiche dai problemi.
In sintesi:
Se fino a ieri il movimento di Grillo aveva dato buone speranze di cambiamento, oggi le speranze si sono trasformate in certezza: gli sberleffi pubblici di Beppe Grillo e dei suoi indottrinati seguaci vogliono portare l'Italia all'ingovernabilità.
E poco importa se nel frattempo i nuovi poveri aumenteranno o ci sarà l'imbruttimento sociale piuttosto che la soluzione dei noti e insormontabili problemi.

Alla luce di fatti riassunti in poche battute questa la fotografia allucinante dello stato sociale in cui versa la nazione.

Riusciranno le persone di buona volontà a raddrizzare la rotta? Il compito è arduo ma confidiamo nella sensibile lungimiranza degli uomini di cultura. 

venerdì 5 aprile 2013

Chi sperpera e chi si uccide per dignità, succede in Italia

Nonostante possediamo una Carta Costituzionale altamente democratica che tutela i cittadini e sancisce il diritto inviolabile al lavoro, alla vita sociale, di fatto, siamo ancora lontanissimi da una qualsiasi forma di società civile degna di questo nome!

L'ennesima notizia di morte, coglie impreparati e fa montare, insieme, sconcerto, rabbia e ribellione contro uno Stato che non vuole tutelare e non sa proteggere i suoi cittadini.

“Una coppia di coniugi, si è impiccata per gravi problemi economici: lui 62 anni era un esodato, lei, 68 anni, aveva una modestissima pensione di 500 euro e non ce la facevano più ad andare avanti."

È inammissibile che la gente debba ricorre alla morte per risolvere definitivamente il problema della sopravvivenza.

La notizia è, se proprio ce ne fosse ancora bisogno, la conferma della disfatta dello Stato. Uno Stato assediato da manigoldi attenti più allo spread e al sistema economico dettato dalle banche piuttosto che alle persone.

Quest'ultima sciagurata azione deve far riflettere tutti gli inquilini delle istituzioni. Grillini in primis! Checché ne dicano! È vero, loro non c'erano prima. Ma questo non fa differenza. Adesso ci sono! E non possono continuare a fare resistenza passiva. Perchè mentre loro dicono no a ogni proposta e mettono veti, il governo in carica continua nella sua dissennata visione tecnocrate.

È mostruoso scoperchiare certe schifezze diventate consuetudine nelle Istituzioni, non scandalizza e fa incazzare per mancanza di morale o altre belle convinzioni aleatorie ma semplicemente perché calpesta quanto c'è scritto nella Costituzione della Repubblica Italia.

E siccome viviamo in Italia, non c'è nessuna differenza tra chi spende i soldi della politica in festini e chi si nasconde in un qualsiasi ristorante per fare il punto della situazione, e  tra una forchettata di paccheri ai funghi porcini e un bicchier di vino, ricompatta le fila del proprio esercito “rivoluzionario”.

Caro Beppe la pluralità è sale per la democrazia

Due considerazioni per Grillo.

aore12
suggestiva foto propagandistica del m5s

Stamattina la mia attenzione è stata attratta dall'articolo del Corriere della Sera che tra una battuta e l'altra degli stessi eletti a marchio cinque stelle dovrebbero radunarsi e imbarcarsi sui pullman verso una destinazione ignota alla stampa e agli stessi grillini.

Allora, siccome qualcuno vicino al m5s ha detto di diffidare dei giornalisti italiani perché sono schierati (come dargli torto!), ho sbirciato nel blog di Beppe Grillo, visto che lì si trova la voce ufficiale del guru a 5 stelle.

E sul sito di Grillo oltre a essere violentati dalla pubblicità che tracima da ogni angolo, tra copertine di libri, pannelli solari, energia alternativa e post contro gli ogm, tutti argomenti importanti che necessiterebbero approfondite anailisi in una pluralità di intenti dove vige la sacralità del pensiero democratico, m'imbatto nel decalogo del grillo parlante: “Perché hai votato per il M5S?” ma dell'adunata romana in piazza nessuna traccia. Top Secret, luogo e ora in cui si svolgerà il faccia a faccia con il leader del M5S Beppe Grillo.

Per carità, tutti punti ineccepibili per chi accetta passivamente dogmi o ha la vocazione del soldatino servile. E giù un elenco di cose delle quali ci siamo lamentati tutti:

Perché hai votato il MoVimento 5 Stelle?
Per fare un governo con i vecchi partiti?
Per votare in Parlamento i meno peggio?
Per discutere con il pdmenoelle di programma quando quello del M5S è il suo esatto contrario?
Per spartire poltrone e posti di comando a partire dalle presidenze di Camera e Senato?
Per autorizzare l'esproprio del Parlamento che, dopo un mese, non ha ancora nominato le commissioni?
Per fare la Tav, la Gronda e gli inceneritori di Bersani?
Per legittimare una classe dirigente che ha fatto fallire il Paese?
Per seppellire MPS sotto il tappeto pdimenoellnno, il più grosso scandalo finanziario della Repubblica?
Per delegare qualcuno a tuo posto e stare alla finestra e vedere l'effetto che fa?
Per mantenere i finanziamenti elettorali ai partiti?
Per erogare i contributi diretti e indiretti ai giornali di propaganda che infettano il Paese?
Per mantenere il segreto su chi ha usufruito dello Scudo Fiscale?
Per non fare nessuna legge anti corruzione?
Per non fare nessuna legge contro il conflitto di interessi?
Per partecipare a riunioni extra parlamentari di 10 saggi che sono parte del problema?
Per non mandarli tutti a casa?
Per mantenere una televisione pubblica indecente e mantenuta dalle tasse degli italiani, controllata dai partiti e in perdita di 250 milioni di euro?
Per permettere l'ingresso nel Tribunale della Repubblica di Milano dei parlamentari del Pdl a difesa di Berlusconi, un atto inaudito non sanzionato dalle Istituzioni?
Per vedere ogni giorno le solite facce degli esponenti dei partiti che hanno rovinato il Paese?
Se hai votato per il M5S anche soltanto per uno di questi punti, allora hai sbagliato voto. Mi dispiace.
La prossima volta vota per un partito.

Dopo aver letto queste domande con relativo invito finale, mi sovviene spontanea una frase di Seneca: “ è l'animo che devi cambiare, non il cielo sotto cui vivi” perché, è ovvio che se crei cultura ogni cosa contraria perisce. .. se è proprio vero che “nessuno deve rimanere indietro” devi lavorare per migliorare le coscienze senza demonizzare le brutture ma contrapporre a d esse la visione del bello possibile da raggiungere.

giovedì 4 aprile 2013

A proposito di crisi, politica sociale, povertà e emigrazioni

A testa in giù.


Quando c'era la democraziacristana mangiavamo tutti. “Mangiavi 'nu pocu tu nu pocu eju e nu pocu iddhi...”. È facile sentire frasi analoghe al sud come al nord d'Italia. Ma non possiamo disattendere che la litania, se pur scontata, è il risultato della precarietà sociale che da qualche tempo subiamo.

Tutto sommato, affermazioni simili possono essere intese come il riconoscimento sanguigno e benevolo del proletariato nei confronti della politica della cosiddetta prima repubblica in quanto, tra innumerevoli contraddizioni, diede opportunità anche ai ceti meno abbienti d'impossessarsi della cultura.

La gente comune, quella che ha vissuto i tempi magri sulla propria pelle, quella che non aveva i soldi per comprare scarpe e vestiti ai figli e men che meno giocattoli. In poche parole:
I poveri che gonfiavano le fila del ceto sociale analfabeta composto da contadini, operai e artigiani delle periferie che usciti dall'ultima guerra, gioco forza, si rimboccarono le maniche e lavorarono sodo per se stessi e i loro figli, di sicuro, sorriderebbero davanti alla “nostra” crisi economica.
Non sorriderebbero, invece, davanti alla crisi dei valori che “l'ingegneria economica mondiale” e, nel nostro caso, europea, mette continuamente in discussione, subordinandoli ai profitti.

Le cronache raccontano storie di emigrazioni. Analfabeti catapultati in America, Germania, Svizzera, Argentina, Brasile, Canada e persino in Africa.
Italiani che hanno dovuto legare i sogni con lo spago. Lo stesso spago che legava, sigillando le
"bambole di pezza" pigotte, ph, op. digt
misere cose che avrebbero dovuto lenire i primi sacrifici in terre sconosciute, valigie di cartone e enormi balle di pezza, bagagli portati sulla testa dalle instancabili donne che abbandonavano il duro lavoro nelle campagne calabresi al seguito di mariti o padri costretti a tentar fortuna oltre i confini familiari dei rispettivi paesi.

Papa Francesco è uno dei tanti figli di queste storie, un simbolo che rappresenta la cultura sana delle persone costrette ad emigrare.
Non è per orgoglio nazionalista che cito Papa Bergoglio, non saprei che farmene, e come Lui, altri si sono distinti nei vari campi del fare. Volendo citarli tutti diverrebbe cosa assai ardua. E qui, su questa pagina web voglio ricordare, invece, i molti rimasti sconosciuti alle cronache dei media.

Mi piace pensare agli emigrati che, sì, si sono inseriti a pieno titolo nelle comunità d'oltre frontiere ma che hanno mantenuto, volutamente, vive le tradizioni dei padri che parlavano di onestà, famiglia, lavoro e cultura. Gente che per far studiare i figli, probabilmente, si “costringeva”, cioè, evitava di spendere per sé i pochi risparmi messi da parte con fatica e lungimiranza pur di dare un “futuro” ai giovani.

Mamme e padri che andavano in giro con le pezze ai vestiti rivoltati all'inverosimile. Genitori che passavano indumenti e scarpe dai figli grandi ai piccoli. Mamme che costruivano bambole di pezza per far giocare le femminucce e Padri che insegnavano ai figli come costruire un carro, una spada o un trenino con i rocchetti del filo per rammendi. E figli che sapevano trasformare con la fantasia lo scatolone di cartone in castello o che stando a testa in giù, appesi ad un ramo d'albero, pensavano fosse il massimo della trasgressione.

Adesso, a testa in giù, ci sono i valori della pensiero laico e religioso. E mentre il mondo Cristiano, ad opera del nuovo Papa venuto dalla lontana terra d'Argentina, sta risalendo la china, certa politica sembra non sappia fare altro che crogiolarsi nel litigioso brodo delle accuse reciproche disattendendo  e mortificando le aspettative dei cittadini. 

domenica 31 marzo 2013

che ci riservano i dieci saggi di Napolitano?

In molti ci siamo chiesti chi sono i dieci saggi che formano i due gruppi di lavoro voluti dal Presidente Giorgio Napolitano dopo l'impasse di Bersani quale Presidente designato per formare il Governo. E come al solito siamo andati dietro l'onda emotiva creata ad arte dai mass media e dai vari personaggi che affollano la politica dentro e fuori le istituzioni, distogliendo l'attenzione dal problema reale che assilla ognuno di noi e che può essere riassunto nella cultura della legalità portatrice di istruzione, ricerca, lavoro e stabilità sociale.

Punti, questi appena accennati, stravolti e poi dimenticati dagli stessi che occupano gli spazi della democrazia repubblicana. Per estrema sintesi basta ricordare la legge elettorale, il porcellum, da tutti odiato e da tutti lasciato a legiferare sul porcilaio attuale.

Ma torniamo ai fatti in questione:

I due gruppi di lavoro voluti dal Presidente della Repubblica, che si riuniranno nel corso della prossima settimana per stabilire contatti con i presidenti di tutti i gruppi parlamentari in modo da raccogliere proposte programmatiche in materia istituzionale e in materia economico-sociale ed europea, sono composti da:
Valerio Onida, Mario Mauro, Gaetano Quagliariello e Luciano Violante;
il secondo gruppo è formato da:
Enrico Giovannini, presidente dell'Istat, Giovanni Pitruzzella, presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato; Salvatore Rossi, membro del Direttorio della Banca d'Italia, Giancarlo Giorgietti e Filippo Bubbico, presidenti delle Commissioni speciali operanti alla Camera e al Senato, nonché dal ministro Enzo Moavero Milanesi.

Quindi, nella prossima settimana i dottori della politica economica e sociale dovranno trovare la medicina più appropriata e imporla agli italiani. Noi, sperando che non optino per la via più facile e si risolvano a prescrivere enormi clisteri per i cittadini come avvenuto fin ora, rimaniamo in trepidante attesa.

sabato 30 marzo 2013

la vera foglia di fico è il M5S

Fico, il portavoce del M5S alla Camera, scrive che dal 27 marzo la camera e quindi noi cittadini dobbiamo affrontare un carico in più di 400mila euro per il nuovo gruppo della Meloni e di La Russafratelli d'italia”. E fin qui niente di sconcertante. La cosa che fa rabbrividire consiste nel numero dei parlamentari, 9 in tutto, molto al di sotto, quindi, dei 20 che sono necessari per formare un gruppo.

Come si è addivenuti a questa decisione? Semplice! Hanno votato tutti i presenti, pd e pdl compresi, tranne il m5s. Ma questo non sarebbe stato sufficiente se non ci fosse stato il parere favorevole espresso col voto dell'ufficio di presidenza.

400.mila euro, specie di questi tempi non sono noccioline!

Allora mi scappa da chiedere al M5S e al suo capitano Grillo: perché state ancora lì?
Perché non avete dato dei nomi e consentito a Bersani di fare un governo conforme alle vostre richieste di cambiamento?

No, cari amici. Così non và! Voi del movimento ricordate tanto le grancasse di risonanza che portavano a sfilare nei cortei i lavoratori scoglionati dai vecchi sistemi di potere. Anche voi, come loro, li portate in piazza a scaricare le tensioni senza però esigere il cambiamento culturale che ci si aspettava.

D'altronde, che aspettarsi da uno che ha fatto i soldi sparando puttanate, che, anche se vere, rimangono tali, vista la conclusione. 

Rigor Mortis, come lo chiama il Grillo urlante, il Professor Monti, rimane a dettare le sue convinzioni che guardano da tutt'altra parte rispetto alle esigenze dei cittadini e specialmente dei giovani che, ancora una volta, grazie alle inventive urlate nelle piazze e sul suo blog, rimangono legati al palo dell'ignoranza; catturati dall'elegante eloquenza del paladino dei poveri: Beppe Grillo!
aore12
l'immagine che gira in rete su Casaleggio.

E che dire del suo socio Casaleggio?, che stando a quanto circola in rete, pare sia stato,  candidandosi in una lista civica che appoggiava il sindaco del suo paese in quota pdl, fiancheggiatore di forza italia nelle elezioni del 2004.

ps: ma si sono resi conto Beppe e Gianroberto che grazie alla loro lungimiranza politica siamo stati "commissariati" (nel senso che stiamo appesi ad un filo fino a quando non si troverà una comoda quadratura del cerchio) dai " due gruppi di lavoro"  voluti da re Giorgio?
Gruppi di lavoro che, a leggere i nomi la dicono tutta
(neanche fossimo alle prese con una riforma istituzionale impellente, C'è solo da formare un governo serio. e non inventare formule magiche per giustificare l'assedio dei nominati).

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