domenica 6 marzo 2011

arte dell'arrangiarsi o piano diabolico?

aore12
Luisa e Adelaide, madre e figlia, col libro per raccogliere fondi
Arte dell’arrangiarsi, truffa o povertà interiore coltivata dall’eccessiva esposizione mediatica della bella vita da rincorrere a tutti i costi?
Che cosa avrà spinto due giovani genitori a inventarsi una storia inverosimile per elemosinare fondi da donatori impietositi dalla storia che ben si potrebbe adattare al teatro napoletano del tipo pacco paccotto e contro pacco?
anche se non ci sono acquirenti di Rolex o cineprese, la truffa nasce dalla fantasia popolaresca di una famiglia povera dentro. Ed ecco gli attori principali:
Adelaide Ciotola, la bambina, che di piccolo ha solo l'età vista la scaltrezza dimostrata nel ruolo di ammalata e autrice autobiografica di un reportage strappalacrime; la mamma, Luisa Pollaro; il padre Ciotola Vincenzo e l’amico, Gianluca Scelzo.

Trama:
Una bambina affetta da una rara malattia: la sindrome del lobo medio. Che per curarla richiede molti soldi.
Stando a quanto è stato scoperto, grazie ad una “indagine delle jene”, la signora mamma aveva falsificato alcuni documenti dell’istituto Gaslini di Genova, dove la figlia Adelaide sarebbe stata ricoverata per disturbi non particolarmente gravi, aveva fatto risultare che era invece affetta dalla “sindrome del lobo medio” e che richiedeva un’operazione urgente a Houston riuscendo pure a ottenere il riconoscimento dell’invalidità al 100%.
Per rendere ancora più credibile il tutto, inizia una vera e propria campagna di raccolta fondi, per andare in Texas: 300 mila euro erano i fondi ai quali la famiglia ambiva e che sperava di racimolare anche attraverso la vendita del libro Voglia di Vita, nel quale la bambina raccontava la sua triste storia. In poco più di due anni, i soldi raccolti sono stati circa 170 mila euro.
Finale: la bimba, ringraziando il Signore non soffre di nessuna malattia rara e neanche il raffreddore, in compenso è diventata una mini scrittrice molto seguita da quanti hanno preso a cuore la sua salute.
La madre è stata arrestata per truffa aggravata, falso ideologico e falso materiale perché la malattia rara non è mai esistita, non è mai stato programmato alcun intervento in America ed è stata falsificata la cartella clinica della bambina per far credere che fosse affetta dalla sindrome del lobo medio, un male raro che colpisce la parte tra il lobo superiore e quello inferiore del polmone destro. Molte trasmissioni e artisti, nonché giocatori si sono adoperati per aiutare questo singolarissimo caso umano. tutti gabbati dal cinismo di una famigliola cresciuta, con ogni probabilità nella miseria materiale e nella povertà intellettuale perchè priva di riferimenti etici o morali.

sabato 5 marzo 2011

solidarietà al popolo Libico e ai profughi africani

Solidarietà al popolo libico.

Può sembrare semplice limitarsi ad espressioni di solidarietà, ma in questo momento è testimonianza importante; denuncia agli abusi di potere; negazione assoluta di genocidi espressi con spontaneità attraverso un semplice atto solidale; l’unico modo possibile per noi che siamo lontani geograficamente dai focolai della rivolta democratica soffocata nel sangue da un dittatore che nulla ha di umano, a dimostrazione di vicinanza alle persone che soffrono e muoiono per la libertà.

venerdì 4 marzo 2011

bollettino di guerra asse Italia Libia


È un continuo susseguirsi di notizie che non lasciano presagire nulla di buono. da un lato la guerra in Libia raccontata da un Gheddafi incollato al potere dalla rabbia; dall’altra i rivoltosi che invocano libertà e democrazia; dall’altro ancora le mosse dei governi retti da democrazie avanzate che non osano mettere fine al genocidio che sta stravolgendo la Libia e gli Stati limitrofi.
questa volta, a differenza degli interventi in Iraq, Afghanistan e prima ancora nel Vietnam, tanto per citare le ingerenze più note, i paesi sentinella della democrazia mondiale dovrebbero porre fine in maniera determinata al genocidio in atto. Dovrebbero schierarsi apertamente col popolo non solo per limitarne le morti ma per evitare che gli oltranzisti cavalchino l’onda ribelle e subentrino a Gheddafi nella gestione del potere. Evitare, insomma che la Libia cada dalla padella nella brace, tanto per usare un eufemismo.

Dalle notizie e dalle immagini diffuse si capisce che la lotta è indirizzata a conquistare le fonti energetiche, i pozzi di petrolio, i serbatoi e le centrali di smistamento libici. Chi ne paga lo scotto maggiore è la popolazione civile, i ragazzi e gli inermi non educati alla guerra, spinti, però, dalla volontà di rendersi utili e liberare la Libia dal tiranno Gheddafi che ha accumulato fortune ingenti in oltre 30 anni di dittatura incontrastata.

È scandaloso apprendere quanta ricchezza è stata dilapidata dai figli di Gheddafi e da lui stesso mentre i libici stentavano a condurre una vita accettabile, così com’è intesa da noi.

Nonostante le verità divulgate dai giornalisti che seguono la vicenda, nonostante le cifre rese pubbliche dai governi che hanno bloccato i fondi del clan Gheddafi, loro, con faccia tosta, continuano imperterriti a negare la verità e sostengono di condurre una vita modesta.

Ma la bugia, come arma d’inganno per i cittadini, è diffusa ovunque, specialmente da noi, e chi segue le vicende italiane, comprende bene a cosa mi riferisco (buon governo delle libertà; creazione nuovi posti di lavoro sbandierati ma mai realizzati; leggi ad personam; imboscate parlamentari; deputati salta fossi; incarichi inopportuni; decreti legge inutili; proclami elettoralistici e istigazione all’odio; delegittimazione organi istituzionali dello Stato; ecc. ecc.).

Fatti alcuni distinguo, non c’è molta differenza tra Berlusconi e Gheddafi: entrambi sono fortemente cementati al potere e non lo vogliono lasciare.
Il primo, dopo il genocidio ordinato e i crimini di guerra dei quali si è macchiato, sa bene quale sarà il suo destino in caso di resa; il secondo è altrettanto cosciente del suo futuro prossimo venturo. Salvo che entrambi non patteggino la pena e noi dimentichiamo che:
Entrambi governano con l’inganno.
Entrambi ritengono di essere al di sopra degli altri; delle leggi naturali che governano il mondo e la vita stessa. E acconsentiamo che vadano a vivere gli ultimi giorni della loro splendida vita tra gli agi di qualche isoletta orientale.

giovedì 3 marzo 2011

la televisione, appendice del potere che parla alla pancia dei popoli

I segni infuocano la ragione. La grafia può sopire; esaltare; mitigare, innescare emozioni. La parola è un’arma!

Nell’era dei mass media virtuali, la realtà si mescola ai mondi paralleli dei singoli. E se fino a qualche decennio addietro, i sogni erano custoditi gelosamente nei cassetti della mente, adesso trovano spazi virtuali su misura.
Alcuni guardano quanto accade nel mondo e confondono la realtà divulgata dalle immagini e dalle parole dei notiziari con le immagini delle realtà fittizie costruite per sfuggire alla crudezza terrena che riveste alcuni.

I mass media hanno portato libertà, emancipazioni e suggerito rivoluzioni culturali impossibili anche laddove la vita di tutti i giorni è resa difficile da ragioni connesse al clima sociale e dalla geopolitica dell’area limitrofa al paese, teatro e platea di destini contigui.

La diplomazia è determinante. Può provocare scontri sanguinari o pacifiche manifestazioni di piazza. E l’esito finale dipende dai leader.
È la leadership a decidere le politiche del lavoro e sociali; sono le parole, i gesti, gli strumenti visibili esternati in maniera da ottenere quanto prefissato che i mass media ripetono ossessivamente.

Di fatto, l’informazione, impartita male diventa un’arma incontrollabile che droga le menti; e il suo eccesso destabilizzante ottiene come effetto finale la formazione d’innumerevoli eserciti composti di persone ignoranti e arroganti. Il disinformato ripete, convito: l’ho sentito alla televisione, l’ha detto la televisione.

I condottieri incollati alla sella del loro cavallo ne sono coscienti; loro conoscono benissimo il potere pervasivo dei mezzi di comunicazione di massa. Non a caso si affidano alla televisione e conquistano spazi da gestire in piena autonomia che non significa sempre democrazia o par condicio.

rosa russo jervolino secondo il tg1 di minzolini

Paragonare Rosa Russo Jervolino a Gheddafi è un assioma assurdo che ha potuto permettersi solo un giornalista ignorante per accontentare qualcuno e incancrenire i rapporti politici nei maggiori schieramenti che rappresentano l’Italia.
Si rimane esterrefatti a sentire sconcezze simili mentre si pranza dalla voce della bionda giornalista televisiva del tg1. Quel tg1 di Minzioni apertamente schierato e asservito.
Si rimane sbigottiti al solo pensiero che ogni notizia è buona per buttare fango e discreditare gli avversari o quanti non la pensano allo stesso modo del padrone.
Eppure, la giornalista ha detto dell’auto scioglimento del comune di Napoli guidato dalla Jervolino e ha detto anche che la sindaca invita la magistratura a “mettere il naso” nella gestione amministrativa del comune di Napoli. Però aggiunge essere "arroccata nel palazzo del comune allo stesso modo di Gheddafi"

Ma ve la immaginate la passionaria Rosa armata fino ai denti che lancia i suoi mercenari contro i cittadini che ama e governa?

Sarebbe ora che Minzolini guidasse con un po’ di decoro il suo tg e facesse bene il mestiere di giornalista, almeno per rispetto degli abbonati rai che pagano il canone e anche lui, nonostante gli strafalcioni.

il gran ballo delle debuttanti tra cortigiane e escort

Nell’età imperiale, le giovinette, facevano ufficialmente il loro ingresso nella società con “il gran ballo delle debuttanti” accompagnate per l’occasione da ufficiali cadetti delle regie accademie.
Col tempo anche la ricca borghesia ebbe la possibilità di accedervi.

Nell’800, per le ragazze dabbene e di buona famiglia, il gran ballo rappresentava il momento più alto dell’iniziazione all’età adulta.
Insomma l’ingresso nella società era un momento solenne per le donzelle e la cultura sociale d’un tempo.

Caduti gli imperi, la ricca borghesia nostalgica mantiene, a volte con successo, i simboli della nobiltà quasi come una forma di rivalsa al mancato blasone e il gran ballo delle debuttanti è uno di questi. Ovviamente dal ballo sono escluse le ragazze del popolo, i poveri.

Alle ragazze povere rimaneva l’intelligenza da coltivare e quante riuscivano a implementare la loro cultura, erano accettate, anzi contese nei salotti dell’alta società e pur non essendo entrate attraverso la nobile ritualità del ballo ne erano le reginette. Queste ragazze, anzi, donne, definite cortigiane, dovevano quindi possedere una grande personalità e conoscenze che all’epoca erano appannaggio dell’universo maschile.

Le cortigiane, altrimenti dette puttane, meretrici, prostitute, ma qui scadiamo nella volgarità e queste ultime sono destinate alla plebe; ritornando alle cortigiane, oggi escort, per raggiungere il successo mondano ed essere accettate dai ricchi uomini d’affari, si acculturano perché comprendono che l’avvenenza fisica non è sufficiente e che la forza erotica risiede in primis nell’intelletto.
Infatti, le grandi cortigiane del 500 come Gaspara o Imperia fanno scuola e le loro vite narrano di continue contese nei salotti d’Italia perché sapevano tenere alta la tensione dialettica e sapevano tenere testa a poeti, letterati, musicisti e pittori.

Alla morte di Imperia gli intellettuali che la conobbero le dedicarono poesie e persino atti teatrali e lei stessa, in vita, fu definita “Divina” poetessa e visse tra gli agi di lussuosi palazzi e servitù pagate dai ricchi amanti.

E oggi? Bèh, oggi seguiamo la forma del tempo: un po’ di gossip, qualche scandalo, un po’ di volgarità morbosa; …la bella e la bestia fa sempre effetto nell’immaginario collettivo. E tra qualche settimana un altro avvenimento scandalistico coprirà la comparsata dell’harem delle olgiatine, Ruby, Sara, Nicole e persino le cifre offerte a Ruby dal ricco austriaco Richard Lugner per essere accompagnato nel palchetto e da lì osservare le debuttanti durante la cerimonia del gran ballo con enorme disappunto degli organizzatori che pensano di non fittarglielo più per le prossime manifestazioni, perché, come titola qualcuno, “non vogliono che diventi il ballo delle sputtananti”.

… anche se il mestiere più vecchio del mondo continuerà nell’attività goduriosa più antica del mondo ad attrarre colti letterati, artisti e ...

mercoledì 2 marzo 2011

abuso di potere


©by mario iannino, verità nascoste, 2009
Cosa c’è dietro la giostrina dei parlamentari? Che cosa nascondono deputati e senatori agli elettori?
Possibile che gli italiani siano tutti scemi e gli unici a capire come stanno le cose siano loro, quelli della casta? Che a guardare bene nei loro armadi, di casto non hanno neanche la biancheria appena tolta dalla lavatrice. Per lavare certe menti contorte non basta un comune detergente ma serve uno smacchiatore specifico; ci vorrebbe una crisi mistica; una guida evoluta. Ma loro, al massimo, l’unica crisi che possono attraversare è data dall'incertezza di una rielezione dopo figuracce simili, per questo non vogliono le elezioni anticipate.
Ormai è chiara la contaminazione storica del fare un certo tipo di politica tutta italiana intrisa di affari privati.
È giunto il momento inderogabile di voltare pagina come hanno fatto le popolazioni del nord Africa. È ora che la gestione della Repubblica sia affidata a persone corrette, a prescindere dalle ideologie finora conosciute divulgate e rimaneggiate.
Ciò di cui non si può assolutamente prescindere è la correttezza intellettuale dei dirigenti chiamati a guidare la Nazione.
In altre nazioni basta essere scoperti a copiare una tesi di laurea o farsi rimborsare il taxi adoperato per questioni private, o se beccati in situazioni scabrose che mettono alla berlina i cittadini per dimettersi da ministri.
Comportamento inimmaginabile in Italia, anzi, pare che da noi più si fa incetta di illegalità, abusi di potere e quant’altro farebbe vergognare le persone serie per vedere crescere maggiori consensi elettoralistici, grazie alle falsità diffuse dai giornalai asserviti.
Il caso Ruby, per esempio, che ha messo alla berlina tutti noi, ritorna in parlamento portato come una bandiera di diritti e libertà dalla maggioranza di governo affinché sia tolta la competenza alla magistratura che sta indagando sul caso…
Abbiamo toccato il fondo! L’iniziativa dei capigruppo della maggioranza, quindi lega e pdl, di chiedere al presidente della Camera di sollevare il conflitto di attribuzioni fra i poteri dello Stato sul processo che vede indagato per concussione Berlusconi, di fatto è l’ennesimo atto arrogante di un uso personale delle leggi dello Stato in virtù della maggioranza che si ha in parlamento.
Arroganza perché, come si è costatato, non è un caso di natura governativa dell’imputato ma una sua attitudine privata della quale non intendere essere giudicato.
Certo che ci vuole una bella faccia tosta per continuare a negare la verità davanti a prove evidentissime. Senza contare che hanno giurato sulla Carta Costituzionale di essere servi dello Stato.

martedì 1 marzo 2011

ad honorem


©by mario iannino, 2008; "ad honorem"


Quando i pixel illuminano cattivi maestri.

Alcuni strateghi della comunicazione ritengono che l’urlo, non quello struggente di Edvard Munch, quello scandalistico che provoca pruriti e spinge a partecipare alla kermesse, paghi nell’immediato.

È vero! Il più delle volte è così. I comunicatori della brutalità volgare hanno saputo ordire una rete dalle trame fitte e con essa catturano facilmente quanti rimangono nell’ozio mentale e si lasciano cullare dal gossip e dai programmi televisivi popolareschi d’infima qualità. Inutile elencarne i titoli.

Conoscerli per evitarli è un eufemismo per quanti sono caduti nella dipendenza lasciva dei vari gossippari di professione che presenziano nei talk show.

Ognuno di loro costruisce un personaggio accattivante forse perché bene remunerato o perché convinto del ruolo assunto da offrire al pubblico videota e lo impone anche perché richiesto dal pubblico.

Vediamo così moltiplicarsi gli scatti rabbiosi alla Sgarbi che non ammette contrarietà alle sue tesi e quindi pronto ad aggredire per dimostrarne l’esattezza; quelli accusatori alla Berlusconi in perenne ricerca di un nemico o di una strategia da offrire alla platea del momento, fare il pieno di consensi, secondo i sondaggi o lo share che misura gli umori dei telespettatori ma non la maturità intellettiva dei singoli.

Inutile, dicevo dilungare l’analisi citando le altre trasmissioni di approfondimento che tengono sulla brace morbosa della sessuofobia gli omicidi o le scomparse misteriose, gli amori variegati o promiscui, a pagamento di denaro contante o con assegnazioni di ruoli televisivi, politici o altro.

In Italia non è il primo caso e non sarà l’ultimo. Quello più scandaloso è stato consumato da Marco Pannella con la candidatura di Ilona Staller in arte Cicciolina per la camera dei deputati nella lista dei radicali. E per la prima volta l’incarico di parlamentare italiana fu ricoperto da una nota pornostar.

verità contemporanee e sprono nell'azione degli artisti


©archivio iannino
installazione di Michelangelo Pistoletto al parco archeologico "Scolacium" roccelletta di borgia, catanzaro

Nelle anime sensibili arde il fuoco sacro della donazione. La donazione dispensatrice di gesti formali e informali tesi ad accomunare gli esseri. Inutile buttare la cenere dell’oblio sulle sensibilità con l’intento di sopire le forze vitali della creazione propositiva perché se pur sommerse le fiammelle silenti dell’amore continuano a produrre pensieri azione che gli artisti sono testimoni e guardiani assidui, divulgano. L’azione artistica rimane indelebile e sopravvive alla distruzione materiale dell’opera stessa.
Michelangelo Pistoletto, nell’ambito della biennale di Venezia del 2003 presenta “love difference” amare le differenze. Pensiero semplice in sé ma complesso se rapportato agli egoismi contemporanei e no. L’uomo se preso singolarmente forse riesce a esprimere bontà, altruismo e amore. Concetti inariditi dalla condotta consumistica di una società contemporanea drogata dai mercati e dalle banche. Ciononostante, Pistoletto si sofferma su certi aspetti fondamentali dell’essere umano e li propone sottoforma di un grande tavolo specchiante che riproduce, nella forma, il bacino del mare mediterraneo e quindi le coste dell’Africa e dell’Europa e, attorno, le sedie provenienti dai paesi bagnati dal mare nostrum. nelle intenzioni dell’artista, è chiaro il concetto della comunione e la comprensione delle culture differenti tra terre lontane impregnate di religioni, lingue e visioni diverse.

Mai come adesso l’azione culturale di Michelangelo Pistoletto è attuale nel rispecchiare i problemi dell’universalità dell’arte che anticipa e denuncia conflitti terribili come quelli tra il tiranno Gheddafi e il popolo libanese e il ritardo politico delle nazioni democratiche trattenute da interessi economici ed energetici.

Per maggiori informazioni su Love Difference si rimanda a www.lovedifference.org
“Love Difference è un nome, uno slogan, un annuncio programmatico. Il movimento unisce l'universalità dell'arte all'idea di transnazionalità politica e focalizza la sua attività nell'area mediterranea in quanto in essa si rispecchiano i problemi della società globale. Da una parte la differenza tra etnie, religioni e culture è, oggi, causa di terribili conflitti; dall'altra vi è una drammatica situazione prodotta dalla supremazia dei poteri che producono l'uniformità e il livellamento delle differenze”.

lunedì 28 febbraio 2011

l'insipienza della casta e i disagi sociali degli italiani




Il tarlo del malcostume non muore mai; ha trovato il suo habitat naturale nelle menti dei politici insipienti che sono sulla scena italiana da oltre quarant'anni e più.
E i fatti lo dimostrano:
Nessuno, in Italia, è coinvolto intellettualmente e s'impegna nei fatti e non a parole affinché cambi qualcosa nel sistema politico e sociale. Lo si evince dalle inchieste dei giornalisti seri che metodicamente indagano su questioni che dovrebbero interessare e risolvere la classe politica intera. E l’inchiesta fatta da Riccardo Icona e dalla sua troupe n’è la conferma!
Dopo la puntata di ieri, sono convinto che lo sconcerto, per come hanno lavorato male i vari schieramenti politici che si sono susseguiti alla guida dei governi locali e nazionali, abbia toccato nel profondo chiunque si trovasse di fronte al video.

Invece così non è, se si considera il pressappochismo della gente comune e dei dirigenti asserviti ai poteri politici.
Dalle indagini giornalistiche risulta uno spreco di risorse inimmaginabili nella sanità e nella gestione satellitare che ruota attorno, lasciti inclusi. E i governatori che fanno? Adottano la soluzione più semplice: tagliano ospedali, servizi, scuole, cultura! Piuttosto che investire e fare in modo che fruttino i beni immobili e culturali sparsi sul territorio.
Non è di questa classe politica che l’Italia ha bisogno! I cittadini non devono essere governati da persone ignoranti!
Basta con le improvvisazioni! Ci vuole cultura dell’amore nella gestione dei beni comuni e non può essere legato ogni azione al guadagno del singolo e al benessere della casta.
Ultima considerazione: come mai i giornali d’oggi non parlano dell’insipienza della Polverini, del suo predecessore Marrazzo?, che hanno fatto a pezzi per le sue propensioni sessuali ma nulla hanno detto circa la gestione dei lasciti dei privati alla sanità laziale, la stessa cosa dicasi per Storace e di quanti hanno dimenticato le risorse in balia delle intemperie, che, se diligentemente curate, avrebbero scongiurato il buco attuale di dieci miliardi di euro della sanità del Lazio? Una parte considerevole è imputabile all'ambiguità politica dei governi nazionali che si sono succeduti. e noi che facciamo? stiamo a guardare?
Dov’è finito il pensiero liberale?

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