sabato 31 luglio 2010

premio letterario, parole nel vento a Squillace

aore12
Estate, tempo di sagre e premi slow.

Solitamente le prime edizioni di un qualsiasi avvenimento, folkloristico o culturale, hanno tempi lenti nonostante l’alta professionalità della macchina organizzativa che cura il service, gli ospiti e i risultati strategici desiderati.

Questo si diceva l’altra sera con alcuni amici alla prima edizione del concorso letterario “parole nel vento” dedicato alla memoria di Bruno Chimirri,(Serra S. Bruno, 1845/ Amato, 1917) politico calabrese vicino all'area; definita da Croce; "aristocrazia spirituale" del regno d'Italia,  per mitigare i disagi organizzativi che abbiamo dovuto superare.
Pazienza! Ci siamo detti un po’ tutti mentre il tempo scorreva inesorabile e il vento freddo bussava alle spalle poco coperte data la calura del giorno. D’altronde chi mai avrebbe pensato che l’inizio di un avvenimento programmato per le 20,30 slittasse alle 22,00 e che la location diventasse una caccia al tesoro? Infatti, giunti al castello di Squillace, luogo designato per l’appuntamento culturale, ci siamo guardati attorno: Troppo silenzio, pochissime macchine e nessun via vai di gente. Il castello, opportunamente recintato per lavori in corso e quindi chiuso, ospitava tutt’al più qualche fantasma ma del premio letterario nessuna traccia.
Chiediamo informazioni a degli indigeni e, gambe in spalla, ripercorriamo a ritroso metà del tragitto. La passeggiata fuori programma ci ha dato modo di apprezzare le attività artigiane, le ceramiche tipiche e le stradine lastricate di sampietrini. Giunti in piazza duomo, abbiamo osservato a lungo le maestranze regolare le luci del palco, posizionare i leggii per gli spartiti, i musicisti accordare violini e arpe finché si sono fatte le 22,00. …e finalmente! Una coppia di attori locali, molto bravi, Pino Michiensi e la moglie, Annamaria Deluca, interpretano alcuni stralci dei libri in concorso.

Tra gli ospiti, Luciano Regolo, autore del libro "Natuzza Evolo: il miracolo di una vita", già alla quarta ristampa, Wanda Ferro, presidente della provincia di Catanzaro e promotrice dell’evento culturale, l’assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri, il sindaco di Squillace Guido Rhodio, e la giuria al completo che ha selezionato i dieci finalisti tra i quali, Luigi Fregola con “il sole sorge a nord” primo romanzo breve ambientato nella Catanzaro anni ‘60, poeta, che ha al suo attivo pubblicazioni di poesie quali “provincialmente ancora spero” e “momenti”.

venerdì 30 luglio 2010

nel ricordo di mamma Natuzza: le apparizioni

È passato un anno dalla scomparsa terrena di Mamma Natuzza e sembra ieri. La sua presenza è costante. La si invoca o ne parli con quanti l’hanno conosciuta e sono divenuti figli spirituali e la si sente vicina. Il suo umile insegnamento è più che mai attuale! Ed è per questo che propongo e pubblico il documento dell’apparizione dell’Assunta dell’agosto 2008. Non c’è nulla di miracoloso, il dialogo tra Natuzza e la Mdonna mi è comparso stamane mentre riordinavo i file del mio pc e mi è sembrato un “segno”, un segnale da inviare a quanti avranno voglia di “perdere" qualche importante minuto della loro importante attività terrena protesa a tessere strategie di dominio…

Sila - 14 agosto 2008 (circa le ore 2)
Stavo molto male e pensavo di non farcela, quando mi appare la Madonna:
Natuzza: Madonna mia, un giorno prima?
Madonna: E’ sempre il momento giusto. Stai soffrendo?
Natuzza: Sì, non ce la faccio più, non ho la forza.
Madonna: La sofferenza è un dono di Dio. Chi la offre, acquista meriti e grazie. Non ti
preoccupare! Gesù te l’ha data sempre la forza e te la da anche ora, finché sei
sulla terra, perché questo fa parte del progetto di Dio.
Ed è scomparsa
Sila - 15 Agosto 2008 –
Solennità della Vergine Maria Assunta in Cielo
(circa le ore 2)
Madonna: (con le lacrime) Figlia mia, lo so che stai soffrendo terribilmente per i
peccati del mondo. Le anime cadono nel peccato come le foglie dall’albero in autunno,
perché i malvagi, suggeriti sempre dal diavolo, le portano al peccato. Non soffri solo
tu, ma più di tutti soffre Gesù ed Io, insieme a voi anime buone. A te ti ha scelto in
modo particolare.
Natuzza: Io mi lamento, Madonna mia, perdonatemi! Vorrei avere la forza per
sopportare le sofferenze.
Madonna: Hai ragione di lamentarti, anche Gesù sulla Croce si è lamentato. Tu, figlia
mia, sei clinicamente morta, sei sopra una foglia che da un momento all'altro si
spezza. E' l'amore di Gesù che ti tiene in piedi.
Natuzza: Di più mi dispiace, perché vi vedo con queste lacrime.
Madonna: Una mamma, che perde un figlio, piange sempre. Figurati Gesù che non
vuole perdere nessuno dei suoi figli. Con la tua sofferenza aiuti molto Gesù e
Lui soffre più di te perché vede i figli che cadono nel peccato.
Anche Gesù si addolora perché ti vede soffrire, però ha bisogno del tuo
sostegno nel suo dolore. Ogni tanto sceglie qualcuno che non si ribella e che
dice: “Gesù dammi la forza, e io con tutto il cuore ti accompagno nella tua
sofferenza per la salvezza degli uomini che cadono nel precipizio”. Cadono
mediante i grandi che si sentono “grandi” e li corrompono. Dicono bugie per il
denaro, ma non sentono l’Amore e la Misericordia di Dio.
Gesù vi vuole tutti salvi e si serve di chi è generoso nell’offrire. A te ti ha scelto
nel ventre di tua madre.
(poi, con molta dolcezza e con le lacrime)
Gesù si dispiace per tutto il mondo, particolarmente per i giovani. E’ pieno di
amarezza perché la generazione di oggi, se continua così, si perde.
(ai giovani) Figli miei, voi stessi createvi un mondo nuovo, perché già la metà
di voi è persa, altrimenti vi perderete tutti. Non perdete solo il corpo ma anche
l’anima. Sapete solo fantasticare sulle cose della terra, sulle cose moderne, ma
non pensate alle cose dello spirito. Figli cari, andate da Gesù e non usate
violenza verso i vostri genitori, ma usate amore e carità.
Hai ragione, figlia mia, quando dici ai genitori: “Trattate i vostri figli con amore,
dolcezza e parlate loro che Dio esiste”.
(ai genitori) Pregate molto, date il buon esempio ai vostri figli. Fate carità e
preghiere per la salvezza vostra e loro.
Figlia mia, sei piena di amarezza anche per la realizzazione della chiesa, ma io
mantengo le mie promesse perché la vuole anche Gesù.
(a quelli che stanno collaborando per la chiesa) Figli, grazie. La chiesa non
la volete per vostro vantaggio, ma perché la gente si ripari, preghi e aumenti la
fede. Gesù vi segue e vi accompagna nei vostri passi. Bussate sempre ai cuori
delle persone! La chiesa si fa presto se c’è la provvidenza, ma ricordati che io
mantengo sempre le promesse.
La chiesa la vogliono tutti: anche gli alberi sussurrano e le piante parlano fra
loro.
Natuzza: Benedite tutti gli oggetti che ci sono in questa casa.
Madonna: Benedico tutto il mondo, particolarmente questa casa. Ti amo pazzamente
come ti ama Gesù. Ti benedico.
ed è scomparsa

giovedì 29 luglio 2010

a spasso nella movida, paradiso artificiale effimero

A spasso nella movida, paradiso artificiale dell’effimero.

La natura umana è di per sé incontentabile! Non si è mai contenti di niente e di nessuno. E ciò che per pochi attimi soddisfa e gratifica, superato il momento iniziale dell’innamoramento, cade nella noia mortale. È così per qualsiasi cosa, oggetto e persone vicine all'uomo contemporaneo. L’assenza d’ideali annulla quanto professato dai padri. Sacralità della persona, del lavoro e dignità intellettuale sono confuse e soppiantate da feticci hi tec.
L’alta tecnologia raggiunta non serve ad affrancare l’uomo da lavoro e renderlo libero. Il profitto individuale avvelena i rapporti e la vita è una continua corsa al consumo. Si consumano gli affetti, si giura eterno amore per lasciarsi dopo pochissimi mesi dal matrimonio.

Lo status symbol è determinato nel far vedere agli altri di possedere stabilità economica, acquisire prodotti tecnologici di ultima generazione, sfoggiare il cayenne, il rolex d’oro, un paio di scarpe da mezzo milione di euro, che, superato l’attimo vanesio, lascia un senso di vuoto immediatamente soppresso dalla smania d’onnipotenza trasmessa dal conto in banca. Conto dai profitti decuplicati se investiti in termini ricattatori nei mercati poveri.

Il super uomo si concede una sniffata nelle vetrine delle vite altrui, contratta e mercanteggia, conquista un’altra novità da esibire. E nel tempo libero s’improvvisa intenditore d’arte, estasiato, rimane sinceramente commosso davanti a volgari imitazioni del reale che non apprezza dal vivo. Il guizzo del guitto spinge alla platealità, dimostra agli altri di conoscere questo e quel pittore, spende qualche citazione e torna a casa contento. Certo di avere dato il suo apporto concreto nell’era del terzo paradiso frammisto di tecnologia e pensieri effimeri.

martedì 27 luglio 2010

contaminazioni e devianze del pensiero creativo

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Ambiguità lessicali, contaminazioni e devianze concettuali retoriche della parola nel campo dei linguaggi non verbali.


Gli idiomi, nel consentire il dialogo tra soggetti differenti e affrancare l’esposizione del pensiero, nel permettere di confrontare percorsi di vita, esperienze, studi, ricerche e tutto ciò che la mente umana riesce a elaborare in chiave astratta, consentono la libertà ai grandi oratori di incanalare i concetti verso false verità o ideali.
Il duello tra tesi e antitesi è combattuto laddove gravitano interessi economici, d’immagine politica, culturale e religiosa. Ma la duttilità dei vocaboli, a volte lascia qualche margine interpretativo; la trasformazione fonetica o l’atonia consente aperture, analisi, proposte, provocazioni che l’interlocutore raccoglie e sviluppa, le fa proprie automaticamente e le rimette in discussione.

Scrittura e ars oratoria ampliano concetti, spiegano, modellano e pilotano il grande pubblico specie se suffragate da gadget mentali cari alle masse. Le masse incolte sono facili prede per i fabulatori ruffiani che lasciano intravedere il paradiso artificiale o terrestre voluto da quanti educati dagli spot pubblicitari. I maestri della parola innalzano, enfatizzano, minimizzano o annullano, a seconda dei casi, i fatti della vita come la morale, le leggi, i comportamenti e persino i linguaggi colti dell’arte.

Ma, davanti ai linguaggi alti dell’anima la sospensione del pensiero verbale è d’obbligo allorché si è alle prese col gioco creativo degli eterni bambini. Qui lo spazio mentale assume connotati differenti; non esiste la rigidità, il diniego imposto da ferree discipline di pensiero scolastico.
Gli eterni bambini giocano, inventano, ripensano luoghi e fatti; ripropongono ogni azione, cosa, colore, gesto secondo un fluire interiore unico che non lascia spazi ad ambiguità oratorie perché i linguaggi artistici, quando surrogati da parole, cessano di esistere, la loro unicità è contaminata da fonemi che non riusciranno mai a formulare le frequenze giuste giacché quelle sono già state usate dall’artista nell’atto giocoso della creazione. Eppure, molti, condizionati dalla formazione culturale, cadono nell’errore. Vogliano razionalizzare e concettualizzare un gioco mentale insondabile dal punto di vista concettuale e umanamente artistico.

Antonello Trombadori, stimato intellettuale e critico d’arte, quando, durante un nostro incontro degli anni ottanta, accennai a un chiarimento verbale davanti a un mio lavoro m’interruppe immediatamente e in tono perentorio affermò: tu pensa a dipingere che a inventare parole, suggerire poetiche e nella peggiore delle ipotesi dire cazzate bastiamo noi critici dell’arte: siamo pagati per questo. Concluse con un sorriso.

Come può un estraneo, se pur coltissimo, “spiegare uno stato d’animo altro” una condizione pro positivamente ludica concepita da un microcosmo sconosciuto? Sensazioni, pensieri e cultura non possono essere mai identici. Può, semmai, tracciare un’analisi sulla falsa riga dei movimenti artistici e degli artisti conosciuti, raffrontare la costruzione, il lirismo… ma mai penetrare la verità. Quella deve venir fuori dal muto dialogo tra opera e fruitore! Dissi risentito.

Oggi, gli do ragione; adesso comprendo il significato sottile delle sue parole, ma allora mi sembrarono blasfeme.

sabato 24 luglio 2010

l'ellisse di Michelangelo Pistoletto anima Scolacium

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L’ellisse di Michelangelo Pistoletto:

Energie Vitali nella gestualità minimalista di Pistoletto al parco archeologico Scolacium, in Calabria.

L’ellisse è la linea portante del lavoro artistico di Michelangelo Pistoletto. Il gesto sinuoso oltrepassa il dato materico e conduce la mente degli interlocutori in luoghi noti, familiari, popolati da nenie. Filastrocche e ninnananne nostrane spesso dimenticate; sotterrate dal frastuono mediatico della modernità e dai falsi ideali, riaffiorano dal profondo e riconducono gli uomini al gioco creativo: alla procreazione! Ma anche ai nove mesi formativi; alla gestazione, alla vita indotta, dipendente. Dove vivere aore12o morire sono variabili indipendenti dalla volontà del nascituro.

Gli attori del mondo, davanti al movimento ondulatorio ancestrale dei corpi plastici, plasmati dal fare propositivo dell’artista, proseguono idealmente le linee e i movimenti che Pistoletto ha imposto alla materia e s’immedesimano nell’avvitamento catartico, penetrano la materia consunta dal tempo e rinascono, questa la speranza, a nuova vita. Benché tronche, le sculture installate nell’anfiteatro, irradiano forza. La spirale dinamica sprigiona energie vitali. Energie permeanti che attraversano i corpi li unificano e indicano la via per il terzo paradiso: il gioco della procreazione, la catarsi, il pensiero propositivo: l’arte!aore12
Il gioco creativo è di per sé catarsi; stato mentale superiore.

L’azione catartica dell’artista feconda menti e materia, invoglia all’osservazione riflessiva. Invita all’accoglienza, all’apertura mentale. A farsi opera degna di tale concetto a trasformarsi; a trasformare gli eventi, i cattivi maestri e i loro falsi, velenosi concetti ideologici che, digeriti e fatti propri dalle masse, avvelenano i rapporti interpersonali, generano odio, morte e distruzione.

Insomma, in sintonia con quanto suggerito dai Maestri di Vita, l’invito dell’artista consiste nel modificare il proprio dna e quello sociale, estirpare gli “ismi”, isolarsi dal frastuono del mondo, concentrarsi sul terzo occhio e camminare lungo la via maestra che conduce all’introspezione e, chissà, forse al terzo paradiso!

(mario iannino)

venerdì 23 luglio 2010

Incontro

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Michelangelo Pistoletto nell'area archeologica scolacium in Calabria




“siamo tutti locali”

Michelangelo Pistoletto è in Calabria. Cura gli ultimi particolari delle sue installazioni nel parco archeologico Scolacium, alle porte di Catanzaro lido, lungo la ss 106 per l’inaugurazione del 25 luglio 2010.

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mario iannino e michelangelo pistoletto
L’area archeologica che ospita le opere minimaliste del maestro è situata nel territorio di Roccelletta di Borgia, un antico borgo baronale coltivato a uliveti e nei caseggiati, ex sedi abitative e di antichi mestieri, sono ubicati uffici pubblici e spazi espositivi.
Ma, gli allestimenti importanti sono disseminati tra le rovine storiche; tra gli ulivi i reperti archeologici e le mura della cattedrale normanna dedicata a Santa Maria.

aore12Le opere, collocate sui resti di antichità greco normanne romane che stanno rivedendo la luce lentamente grazie anche al connubio tra arte contemporanea e manufatti antichi, e gli artisti contemporanei animano i luoghi, annullano le distanze epocali grazie, appunto, ai linguaggi dell’arte che rende attuali e contestualizza i percorsi storici di antichissime civiltà. Ed è qui, tra gli ulivi, all’ombra del pensiero magno greco, che ho incontrato il maestro Michelangelo Pistoletto, artista attento, sensibile e propositivo. Attento alle problematiche contemporanee, alle esigenze culturali dei popoli e al continuum ideale tra “vecchio e nuovo pensiero” traslato egregiamente nelle sue opere.

Le installazioni di Pistoletto s’inseriscono bene, non sono invasive: dialogano col territorio, con la gente! Propongono percorsi linguistici più che strutturali. Invitano al dialogo e alla comprensione.
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Siamo tutti locali… mi dice il maestro Michelangelo. I luoghi non hanno padroni, aggiungo io, sono di chiunque passa e lascia qualcosa di sé. Qualcosa di buono o cattivo, non ha importanza ai fini del “passaggio epocale”. La contaminazione è immediata! Sta ai successori analizzare e trasformare, proporre affinché gli avvenimenti umani non rimangano mera “traccia” folkloristica ma identità culturale, orma primordiale che si fa impronta concreta per un divenire evoluto.

aore12Linfa vitale antica e moderna nello stesso tempo e quest’anno, a proporre il suo pensiero, ospite eccellente, è Michelangelo Pistoletto, artista minimalista contemporaneo, che indica e suggerisce vie alternative al respingimento in chiave artistica, sì, ma possibile! La sua opera disseminata tra gli ulivi, composta da cubi che indicano il mediterraneo, non come forma geografica ma come bacino di popoli che ci vivono. Popoli che dialogano con la natura; che entrano in osmosi. Catene, grovigli giganteschi che riportano alla mente la struttura scientifica delle molecole primordiali: il dna del cosmo!

Pistoletto vuole pacificare uomo e natura e con gli scarti delle macchine domestiche, i cestelli delle lavatrici, costruisce il “tempio” sacrale del contemporaneo e lo “innesta” nel ventre della cattedrale normanna, mentre statue in bronzo di vario colore, che puntualizzano i colori delle razze umane, dialogano con la natura e infine, nell’anfiteatro, imponenti blocchi marmorei, che ricordano la venere coi cassetti di Dalì, compongono i giganti della mitologia e della contemporaneità. Sta a noi saperli assemblare nel modo giusto e consono alla nuova era: al terzo millennio!
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(mario iannino)

giovedì 22 luglio 2010

auguri, è sufficiente

Non servono parole per esternare ammirazione affetto e amore ma a volte per qualche persona molto "distratta" ci vogliono proprio le parole per ricordarle una storia iniziata tanti e tanti anni fa. Una storia di vita che ebbe inizio il 22 luglio del …
Un giorno caldo ma non eccessivamente opprimente; anzi, tutt’altro!
Ecco, a questa persona speciale, voglio ricordare che nonostante il tempo, le vicissitudini, le incomprensioni… ancora c’è qualcosa da costruire !insieme!… vivi la vita con serenità e un pizzico di allegria (dicono che il sorriso faccia buon sangue). E… tanti auguri per ogni singolo giorno che ci rimane da vivere insieme.

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