lunedì 31 agosto 2009
Escursioni estemporanee in Calabria, dal mare ai monti
La strada provinciale 382 sembra cucire in un serto i paesi montani di Palermiti, Centrache, Olivadi, Cenadi, San Vito sullo jonio, che, collegati a Squillace lido, sulla ss 106 jonica, da un capo e Chiaravalle Centrale dall’altro, nelle preserre aspromontane, invita i vacanzieri a inoltrarsi tra i monti e godere di quanto offre la natura.
E' un inno alla lentezza del tempo!
Lungo la provinciale gli alberi di fichi sembrano offrire i frutti maturi ai passanti e laddove la roccia è sormontata da piante grasse, protuberanze sanguigne ornano le pale carnose dei fichi d’india.
Nella tradizione popolare i frutti lungo la strada non hanno padroni e chiunque può allungare la mano e cibarsene, facendo attenzione, però, a non danneggiare l’albero e l’ambiente.
Oltre il centro abitato di San Vito sullo Jonio, una ripida stradina interpoderale conduce in un’oasi di ristoro allestita e curata dal personale forestale della Calabria.
L’area del lago Acero è situata tra i boschi dell’entroterra catanzarese, a 12 minuti di macchina da Palermiti e 30 da Montepaone.
Aria e acqua freschissime; giochi per i bambini che non disdegnano neanche i grandi, barbecue in attesa e tavoli con relative panche tra alti abeti.
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In sintesi, il blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo; analizzarne pacatamente le criticità così da poterle migliorare per sfatare quel deleterio luogo comune che nell'immaginario collettivo lega la Calabria alla ‘ndrangheta e al malaffare.
mercoledì 26 agosto 2009
Semiotica e creatività al campo estivo uic Catanzaro
Parlare di semiologia ad una platea di ciechi può risultare assurdo!, ma grazie alla lungimirante azione di Luciana Lo Prete, presidente dell’unione ciechi di Catanzaro, anche questo anno, all'interno dei programmi riabilitativi del campo estivo per non vedenti e ipovedenti, è stato attivato il laboratorio di semiotica e creatività.
Laboratorio che invita i partecipanti all'analisi dei saperi e del fare umano.
Se consideriamo il dato iniziale dei prodotti finiti che troviamo facilmente nei supermercati, vale a dire il pane, la pasta e come l’uomo abbia aguzzato l’ingegno e compreso come coltivare il grano, trasformarlo in farina, impastarlo, lasciarlo lievitare, cuocerlo, ci accorgiamo della complessità che sta dietro all'elaborazione/invenzione di una semplicissima ricetta.
Di come l’origine del pane, della pasta, ecc. divenuti beni compiuti dopo complesse fasi di lavorazioni, non esisterebbero se, appunto, non ci fosse stata una ricerca attenta degli elementi e della loro fusione.
Eppure, tutto ha origine da un insignificante semino; un piccolissimo puntino del quale si cibano gli uccelli che, opportunamente trasformato, moltiplica la materia e sfama intere popolazioni.
Quanti tentativi avrà fatto l’uomo per arrivare a tanto? Quando ha intuito che frantumando i semi e mischiando dell’acqua attenuava meglio la fame e quando ha capito che abbrustolendo l’impasto acquisiva sapore?
Quanti gesti avrà compiuto nel pestare o triturare la materia prima?
Quanti segni avrà graffiato sulle superfici per indicare le quantità diagnostiche?
Il “segno” inteso come elemento diagnostico, quindi, teoria e studio di ogni tipo di bersaglio linguistico, visivo, gestuale ecc., prodotto in base a un codice comunemente accettato, nella sua essenziale veste grafica, espressiva, plastica, gestuale, è esperienza “diagnostica”.
La diagnosi, nonché l'analisi dell’elemento plastico, all'interno del laboratorio, avviene mediante l’indagine tattile e l’esposizione verbale dei corpi analizzati.
In sintesi, individuato il “bersaglio” linguistico, si mette in pratica quanto esposto coniugando il sapere scaturito dall'esperienza gestuale con il fare concreto.
La manipolazione, essenziale, per realizzare oggetti familiari con paste, da una parte riporta a sondare l’origine e dall'altra il clone che diventa espressione personale.
Segno che si concretizza!
(mario iannino)
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lunedì 24 agosto 2009
Calabria, storia, mitologia, realtà
Calabria tra storia, mitologia e realtà
“Scyllaceum, la più importante città dei Brutii, (…) situata nel golfo adriatico, sta come un grappolo d’uva sospeso ai colli, né si solleva in alto con erta difficoltosa se non per osservare con piacere campi verdeggianti e la cerulea superficie del mare. Essa guarda il sole appena sorge, senza bisogno che l’aurora l’annunzi, poiché non appena vibra i suoi primi raggi, subito mostra tutto il suo luminoso disco. Essa mira Febo che si rallegra di riflettere colà la chiarezza della sua luce, di che, superando la stessa Rodi, a ben ragione può chiamarsi patria del sole. Rifulge di una luce chiarissima e, dotata di un clima assai mite, ha inverni pieni di sole ed estati fresche; e senza alcuna tristezza passa il tempo dove non si hanno a temere malanni (…)”
Così descriveva la sua Squillace il senatore Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, fine studioso della cultura gotica e romana, nonché politico alla corte di Teodorico.
Cassiodoro realizzò la prima università europea in Squillace: il Vivarium, che divenne fucina di cultura classica e cristiana in un periodo di oscurantismo umanistico.
Oggi il territorio compreso tra Squillace e Lamezia terme, - luoghi citati da Aristotele nella sua teoria sull’origine semantica del nome “Italia”, allorquando sosteneva: “… raccontano i dotti che uno degli abitanti di quella terra, un certo Italo, diventò re dell’Enotria, (…) da lui prese la denominazione di Italia quella penisola d’Europa compresa tra i golfi Scilletino e Lametico,”- è potenzialmente un museo a cielo aperto: immensi tesori archeologici aspettano di vedere la luce del sole come la greca Skilletion, colonizzata da Menesteo o, stando ai racconti popolari, costruita da Ulisse con i resti delle sue navi piaggiate nei pressi dell’attuale Roccelletta di Borgia.
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domenica 23 agosto 2009
Sila, mamma Natuzza in preghiera
Man mano che saliamo verso i monti della Sila la temperatura si abbassa, ma nel frattempo, almeno fin quando non saremo prossimi ai castagni di S.Elia o meglio ancora ai faggi di Cutura, si deve ricorrere al sistema refrigerante dell’auto per facilitare il viaggio.
Sono le 14.
Il boccone buttato giù velocemente rimane sullo stomaco. Sta fermo lì, nello stesso punto da qualche minuto.
Bevo un sorso d’acqua mentre guido con la speranza che scenda: nulla!
Superato Catanzaro nord, nella periferica Piterà l’aria è decisamente più fresca. Accosto la macchina alla fontana e bevo. Finalmente il boccone va giù.
La vegetazione cambia repentinamente: ulivi, querce, castagni, faggi, pini.
Marinella di Taverna, nello spiazzo circondato dalla collinetta, è allestito l’altare.
La Santa Messa sarà celebrata alle 17.
Ai margini della piazzetta i bancarellari di mostaccioli sonnecchiano sotto le tende dei camioncini.
Il sole è alto. Ci rifuggiamo nel bar.
La gente inizia a prendere posto oltre le transenne.
Arriva una macchina: lentissimamente appare la figura di una donnina: Natuzza, sorretta dalle figlie, prende posto di fronte l’altare. Il suo volto è sofferente e gli occhi, se pur sereni, esternano stanchezza fisica; fa fatica persino a parlare; sbiascica le preghiere e sono più le volte che le recita dentro di sé. Il suo malore blocca la mia ansia di parlarle: la saluto da lontano e prego per lei.
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venerdì 21 agosto 2009
Famiglia e tradizioni in Calabria
In qualsiasi luogo può capitare a chiunque d’incontrare una bella famigliola allargata composta di nonni, zii e zie, mamme e papà, intenta a fare sane e robuste scampagnate, ma mai come in Calabria.
Da noi è radicato il concetto di famiglia tradizionale e il consequenziale “rinnovo” del capostipite. Detto ciò, si capisce bene l’uso dei nomignoli adottati per distinguere: Domenico di Mario, Mario di Domenico, Domenico di Vito, Carmelo o Pasquale; quindi: Mimì, Dòdò, Mico, Mimmo... è chiaro che, laddove vige la cultura della tradizione popolare, rinnovare i genitori trasferendo il nome a figli e nipoti è una consuetudine ancora in atto.
E se un estraneo, un forestiero chiama Domenico nel gruppo nutrito della famiglia?
C’è la possibilità che, l'estraneo, disconoscendo l'intreccio di nomi e nomignoli, nel chiamare una persona del nucleo familiare che rispetta le tradizioni resta in attesa perché nessuno si gira: il destinatario non risponde perché abituato al nomignolo, oppure rispondono in dieci all'appello.
Tutto questo è bello! È bello spiare la complicità dei fratelli affiatati, dei cugini che sfottono le femminucce che corrono a predisporsi attorno alla tovaglia buttata sulla sabbia in riva al mare o su un prato della Sila per afferrare la porzione di pasta ripiena fatta al forno dalla nonna.
Sì!, è decisamente avvincente!
È meno piacevole, invece, essere, testimoni passivi perché vicini di ombrellone, costretti ad assistere alla farsa grottesca in cui gli attori principali guardano tutto e tutti di sottecchi, bisbigliano dei difetti altrui e chiamano i figli: Mirko, Deborah, Jasmine, come i personaggi delle telenovela che seguono in tv, perché il figlio è loro e non intendono affibbiargli un nome brutto solo per fare contento il nonno Vitaliano o la nonna Concetta Maria Assunta.
Il nome da dare ai nascituri è una cosa seria che devono portare tutta la vita… e nel frattempo, se non hai le idee chiare e non intendi rinnovare o trasmettere il ricordo dei tuoi genitori, chiamalo bimbo e quando avrà l’età giusta se lo sceglierà lui stesso!
Un grande abbraccio a tutti i bimbi del mondo con l’auspicio che crescano in salute e siano allevati sulla base di sani principi.
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giovedì 20 agosto 2009
Raffaele Basso, chirurgo e pittore in Catanzaro
Quando si dice il caso:
Giorni addietro ricordavamo insieme ad alcuni amici e conoscenti la figura di Raffaele Basso, noto chirurgo e pittore in Catanzaro; le sue origini pugliesi si percepivano appena, d’altronde viveva a Catanzaro dal 1953 e per quanti nati come me negli anni cinquanta, se non attenti e interessati a temi specifici come la pittura o la sanità, era appieno catanzarese anche se, come già accennato, veniva da Mattinata, un paesino del Gargano, dove era nato nel 1908.
Ricordavamo la sua determinazione pittorica, nel gesto come nella campitura cromatica; la sintesi grafica, il segno acquerellato che riportava alla mente Andrea Cefaly. Erano gli anni settanta!
Oggi, per caso, mi capita tra le mani una pubblicazione: “la deposizione nell’arte, un viaggio attraverso gli acquerelli di Raffaele Basso”, curato dalla nipote Serena Basso, edito da Gangemi Editore.
Nel leggere la pubblicazione la mia mente vola agli incontri organizzati per valorizzare il parco archeologico di Roccelletta Di Borgia alle porte di Catanzaro Lido da un altro medico appassionato d’arte: il dentista Domenico Teti.
E proprio tra i resti della basilica bizantina di Santa Maria incontro Raffaele Basso nella veste di pittore. La figura del professore incuteva un certo rispetto a noi giovani, non tanto per il ruolo di medico primario quanto per la maestria e l’amabilità verbale con cui esternava il sapere nel campo dell’arte.
(mario iannino)
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mercoledì 19 agosto 2009
23 agosto, buon compleanno Mamma Natuzza
Buon compleanno Grande Anima
Il 23 agosto è previsto uno spettacolo musicale presso la fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” in Paravati di Mileto, nella provincia di Vibo Valentia per festeggiare gli ottantacinque anni di Mamma Natuzza. Alla festa partecipano personaggi dello spettacolo noti al grande pubblico; tra gli ospiti: Al bano, Gigi D’alessio, Manlio Dovì, Luisa Corna…
Conoscendo l’umiltà di Natuzza, immagino il suo imbarazzo per festeggiamenti così pomposi. Lei, che si definisce verme di terra e soffre per le storture operate dagli egoismi umani -principali cause di sofferenze inflitte all’umanità ed agli incolpevoli, in quanto deboli e sprovveduti, giovani- una festa simile, senz’altro la intimidisce; però, analizzando tutti gli aspetti che lo show produce in termini di afflussi giovanili e non solo, il suo disagio può essere mitigato dalla probabilità che l’evento avvicini per la prima volta gente che fino ad ora neanche immaginava di recarsi in un luogo speciale dove una marea di persone si reca per pregare e avere la speranza d’incontrare almeno lo sguardo dolce di una donna speciale e, magari, perché no!, incontrare la Mamma del Mondo!
Una Mamma che ha a cuore tutti gli esseri viventi che non fa distinzioni di razze o classi sociali; che prega e intercede anche per chi, a causa della durezza di cuore, non merita.
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domenica 16 agosto 2009
social forum e gradimento popolare: share e supremazia condivisa
Attraverso i social forum c’è l’opportunità di far conoscere le proprie opinioni agli utenti del web. La pubblicazione dei post o degli articoli delle testate giornalistiche presuppongono l’avvio di un confronto tra chi pubblica, suggerisce o sostiene una certa notizia.
Il confronto dialettico serve ad entrambi ma anche al terzo che legge per capire, analizzare e correggere eventuali incomprensioni. A maggior ragione, se chi opta per il no, in caso di voto, si nasconde dietro l’anonimato, il lettore anonimo dovrebbe motivare il disappunto scaturito dalla lettura per fugare eventuali strumentalizzazioni partigiane da parte di quanti hanno mire poco edificanti.
Internet dà l’opportunità a chiunque di esprimere le proprie opinioni e la prerogativa democratica del mezzo di comunicazione di massa non è quella di scimmiottare il mercato delle notizie con le regole del gradimento popolare ruffiano, bensì quella di poter esternare in maniera genuina sane opinioni, se pur contrastanti, comunque, atte a dichiarare differenti concetti culturali, politiche, religiose.
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venerdì 14 agosto 2009
ora di religione: bagarre tutta italiana
Il disappunto della Cei e il ricorso della Gelmini, sull’ora di religione, -ennesima bagarre tutta italiana che prende spunto dalla decisone del Tar di annullare il decreto Fioroni del 2007 sui crediti formativi inerenti l'ora di religione, di fatto attua una discriminante che mette in subbuglio il pianeta scuola.
La sentenza, nel ritenere gli insegnanti di religione non docenti perchè designati in base a graduatorie non ministeriali stravolge i piani formativi e le autonomie scolastiche.
Anche Le nomine dei docenti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e dei dipendenti istituti sono subordinate al gradimento, sotto il profilo religioso, della competente autorità ecclesiastica, come recita l'accordo dei patti lateranensi modificati nel 1985.
Sorge una domanda: se gli insegnanti di religione operanti nelle scuole pubbliche reclutati con lo stesso criterio, avvalorato dallo stato repubblicano, sono esclusi dagli scrutini, i docenti universitari della Cattolica possono convalidare esami?-
Bando alle polemiche, c’è da considerare alcuni aspetti più che logici, a prescindere dagli effetti prodotti da quanti preposti alla stesura dei codici comportamentali civili, giuridici, religiosi (parlamentari della Repubblica, ministri, costituzionalisti) e l’ufficio di chi è chiamato a decifrare i codici scritti (in questo caso, giudici dei tribunali dello Stato Italiano) per dare risposte, sedare il contenzioso secondo le leggi scritte dello stato:
in sintesi, senza andare a curiosare nelle altre nazioni, in Italia vige un concordato tra Stato e Chiesa in virtù del quale, tra i vari accordi sottoscritti dallo Stato italiano e dal Vaticano, vi è quello del reclutamento dei professori di religione e, anche se facoltativa da parte degli studenti, è prevista l’ora di religione nei percorsi formativi scolastici.
È vero!, l’Italia è una repubblica laica e nella sua laicità lascia decidere ai singoli se usufruire dell’insegnamento Cristiano oppure no.
È altrettanto ovvio che se uno studente inserisce nei suoi piani di studio un percorso formativo previsto dai programmi ministeriali debba vedersi riconosciuti i profitti dello studio stesso così come avviene per le attività extrascolastiche programmate dal consiglio di classe e d'istituto.
Altra cosa è l’insegnamento comparato delle diverse religioni o culture religiose che, secondo alcune scuole di pensiero, aprono alla libertà e alla tutela delle differenti culture.
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giovedì 13 agosto 2009
reggae music alla discoteca Tempio di Atlantide con Shaggy
Shaggy è al tempio di atlantide il 18 agosto ‘09.
Il cantante giamaicano, considerato uno dei più grandi talenti della Reggae music è ospite al Tempio di Atlantide, Montepaone lido, tra Catanzaro e Soverato.
Ancora una volta il management del tempio stupisce. Dopo Davide Rossi, i T.O.K., Molella, è la volta di Shaggy, mr boombastic.
Nonostante siano trascorsi 12 anni dalla famosissima boombastic, Shaggy, ha mantenuto inalterato il suo stile; e martedì 14 agosto, quanti non si lasceranno sfuggire l’evento potranno constatare e apprezzare le novità musicali dell’eclettico Shaggy.
In “Bonafide Girl”, estratto dal suo nuovo album “Intoxication”, Shaggy ripropone il duetto con Rik Rock, risultato decisamente simpatico ed orecchiabile che, a differenza delle precedenti hit, però, enfatizza poco il ritornello e dà più spazio alla melodia della base.
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