giovedì 30 luglio 2009
disagi sociali, inquinamenti e disfunzioni
Disagi sociali, inquinamenti ambientali e disfunzioni mentali.
Pare che Padre Pio, davanti ad una mamma che soffriva freddo e fame, abbia svuotato la cassetta delle offerte e abbia dato il contenuto della pietà popolare alla donna bisognosa. Altre persone, semplici, si sono spogliate degli averi per soccorrere sconosciuti in stato di necessità.
Parliamo di tempi in cui sopravvivere alla fame e alle malattie provocate dall'indigenza era una fortuna insperata; quasi come vincere alla lotteria.
Gli uomini si spaccavano la schiena nei campi o nelle miniere; gli operai delle fabbriche erano dei privilegiati nel contesto sociale del sottoproletariato e chi aveva la possibilità di condurre una vita priva di stenti o agiata era stimato. Insomma, bastava tirare la giornata, sfamare la famiglia e andare avanti con dignità per essere, non felici ma, tranquilli e sereni.
Oggi le necessità sono cambiate: necessita la casa, la macchina, il telefonino, il personal computer, la tv al plasma, i vestiti firmati, le scarpe, i profumi, la palestra, la dieta… Per queste necessità la solidarietà spicciola non basta! Quindi, si ricorre a espedienti più o meno leciti pur di soddisfare i bisogni dettati dalla facciata frivola degli sciocchi.
Gli stessi che probabilmente inquinano o uccidono senza pensarci due volte; incuranti delle conseguenze che marchieranno per lungo tempo il territorio con le malefatte operate. Senza contare che i mezzi di comunicazione di massa non faranno sconti o distinzioni nel dare le notizie; e a nulla vale il mare limpido, i siti storici illuminati da tramonti ineguagliabili, le belle e comode infrastrutture, la cortesia dei più se basta il gesto di un cretino che appicca il fuoco perché malato di fobie o spara nel mucchio e uccide innocenti; o, ancora, inquina per reconditi motivi le acque.
Considerazioni:
Possibile che ci siamo bevuti il cervello dietro alle lusinghe effimere della bella vita? Quella vita descritta dal gossip che la gran massa non potrà mai vivere?
Oppure ci troviamo di fronte alla disperazione di padri di famiglia che non sanno come districarsi per dare una parvenza di normalità ai propri cari?
Quanto influiscono queste motivazioni con le chiazze oleose frammiste con componenti organiche che galleggiano nelle insenature dello jonio tra Montauro e Montepaone a determinate ore del giorno? E con l’intossicazione collettiva degli ospiti del club vacanze di Le Castella? O col killer che uccide un uomo davanti gli occhi del figlio?...
Risposte:…
domenica 26 luglio 2009
in calabria il nuovo tempio della musica
Sabato 1 agosto 2009: inaugurazione…
… dalle note del People riemerge Il Tempio di Atlantide in Montepaone lido, a 5 km da Soverato e 25 km da Catanzaro.
Nel bel mezzo del golfo di Squillace, un management giovane, con idee chiare per quanto concerne le tendenze contemporanee dei linguaggi musicali, illumina con quattro eventi l'estate calabrese. Al momento, le notizie si limitano al primo agosto, giorno, anzi notte inaugurale della discoteca “IL TEMPIO DI ATLANTIDE” :
tempio della musica, luogo d’incontri con tre sale tematiche:
α room ’70 ’80 DISCO
χ room HOUSE PRIVEE
β room LATINO AMERICANI
ps. Ultime indiscrezioni lasciano intendere che le sorprese, per quanto concerne gli ospiti presenti agli eventi musicali, non mancheranno. Quindi, se amate le notti ritmate e perdervi nell’oblìo della musica tenete d’occhio le strade e i relativi spazi pubblicitari: i 3x6 vi terranno aggiornati. Se, invece volete notizie di prima mano sul tempio di atlantide e non solo: inserite aore12 nel vostro segnalibri e cliccate...
Buon divertimento!
sabato 25 luglio 2009
dal mare ai monti, in Calabria flash back anni 60
Quanti ricordano la tv in bianco e nero, le prime trasmissioni pilota; i palinsesti ingenui ma efficaci nell'opera di proselitismo didattico: "non è mai troppo tardi" era una trasmissione che apparteneva a questa categoria, istruiva il pubblico incolto e impartiva i primi rudimenti della lingua italiana alla nazione intera.
Sì, negli anni 50/60 c'era molta gente analfabeta e la rai iniziò ad irradiare in bianco e nero cicli di lezioni condotte dal professore Alberto Manzi.
Chissà perchè, il mio maestro non era affatto come lui, paziente e fine pedagogo. non sapeva spiegare ad una scolaresca come a una quella dello studio televisivo che istruiva a centinaia di km gente adulta che diligentemente portava la sedia da casa, la affiancava nella sala da pranzo dei fortunati possessori della scatola magica, oppure nei bar al costo di una gassosa e prendeva appunti ogni sera.
Il mio maestro era burbero!, di lui ricordo le mezze maniche nere che indossava fermandole con degli elastici per proteggersi le maniche della giacca da schizzi d'inchiostro o polvere di gesso, (iniziavano a vedersi le prime biro, ma ancora si usava il pennino col calamaio o la stilografica) il ghigno sadico di quando dava le bacchettate sulle nocche delle mani a chi parlava in classe, le tiratine d'orecchi, i ceci sotto le ginocchia a chi non aveva fatto i compiti e la posizione di "faccia al muro" come estrema punizione per chi non capiva.
E Carosello? Ricordate le cartoline con i monumenti, le pecore al pascolo dell'Intervallo... (per le generazioni che non hanno avuto la fortuna di vivere in quegli anni è opportuno chiarire che nelle pause, la pubblicità ancora non aveva invaso l'etere e la mente degli spettatori, si mandava in onda una serie di cartoline che rappresentavano scene di vita bucolica o monumenti delle piazze d'Italia).
Proprio le pecore mi hanno riportato indietro nel tempo; ma andiamo per ordine:
oggi il termometro segna 41° non si riesce a stare neanche al mare, in acqua.
Senza pensarci due volte, anche perchè dal mare alla montagna c'è una distanza di 15 km, salto in macchina, aziono il climatizzatore e scappo dalla spiaggia di Montauro verso i Castagni di Palermiti dove c'è una sorgente d'acqua freschissima.
La strada è stretta, una vecchia provinciale che collega la ss106 jonica coi paesi dell'entroterra calabrese: Squillace, Vallefiorita, Amaroni, Maida, Girifalco, Chiaravalle, Serra San Bruno....
Superato Squillace, la mandria di pecore invade la carreggiata. Sulla sinistra, il cane segue il mandriano, entrambi spingono il gregge per lasciarmi passare... ma io sono già negli anni 60.
dal gioco all'arte, artigianalità e comunicazione visiva
dal gioco all'arte, artigianalità e comunicazione visiva nel fare giocoso (2 parte)
Qual'è il confine tra opera d'arte e oggetto estetico? E come si cataloga il fare giocoso dell'uomo?
Quanti si occupano di storia degli stili, senz'altro, non faranno fatica a dare una risposta secca; anche chi fa "arte" potrebbe dare una definizione personale di ciò che intende per creazione artistica; ma, partendo dal presupposto che quanto attiene alla gestualità creativa è, principalmente, dialogo intimista, rivisitazione estetica e intellettuale da parte di quanti giocano con la figurazione tout court, è interessante capire, non tanto le intenzioni iniziali del gioco ma fin dove il giocatore intende spingere l'azione. La sperimentazione è sinonimo di gioco. Giochi di audaci azzardi, accoppiamenti materici, grafici, di segni comuni che, inseriti in un contesto inusuale, producono e suggeriscono nuove alchimie linguistiche. Le componenti alfanumeriche, caricate di nuove valenze espressive e estrapolate dall'usuale compito, assumono e conferiscono allo spazio ludico ricreativo connotazioni camaleontiche: numeri e lettere occupano spazi che la razionalità concettuale solitamente assegna a ben altri elementi figurali e, di volta in volta, suggeriscono, associano, sviluppano, si trasformano nell'immediata realtà visiva di chi si presta al gioco creativo. I segni, suggeriti dalla natura e rivisitati dall'uomo vestono poliedrici panni, che dismettono o rinnovano all'occorrenza; assecondano la verve di quanti, attori o spettatori, giocano con i significati, si lasciano catturare dalle connotazioni volumetriche, cromatiche e linguistiche.
Per il momento lascio agli altri il cruccio di chiarire ed etichettare, inserire, citando stili e artisti, il fare ri/creativo nella sfera delle attività umane.
Mario Iannino
venerdì 24 luglio 2009
oggetto estetico, rivisitazione, alchimie visive
Qual'è il confine tra opera d'arte e oggetto estetico? E come si cataloga il fare giocoso dell'uomo?
Quanti si occupano di storia degli stili, senz'altro, non faranno fatica a dare una risposta secca; anche chi fa "arte" potrebbe dare una definizione personale di ciò che intende per creazione artistica; ma, partendo dal presupposto che quanto attiene alla gestualità creativa è, principalmente, dialogo intimista, rivisitazione estetica e intellettuale da parte di quanti giocano con la figurazione tout court, è interessante capire, non tanto le intenzioni iniziali del gioco ma fin dove il giocatore intende spingere l'azione. La sperimentazione è sinonimo di gioco. Giochi di audaci azzardi, accoppiamenti materici, grafici di segni comuni che, inseriti in un contesto inusuale, producono e suggeriscono nuove alchimie linguistiche.
Segni alfanumerici inseriti come a voler sottoliniare una presenza fisica nella realtà quotidiana riportano alla mente contaminazioni già sviluppate nel campo dell'arte; e, il gioco continua.
mario iannino
giovedì 23 luglio 2009
scatti d'autore 2009, omaggio alla Calabria
scatti d'autore è una raccolta di opere digitali elaborate da mario iannino. Per visione clicca sul titolo del post
da Catanzaro a Palermiti, 35 km di panorama incantevole
In Calabria, come, del resto in tutti i luoghi del mondo vi sono posti incontaminati, grandiosi per la loro bellezza, superbi per l'audacia naturale delle strutture materiche che compongono lo scenario paesaggistico.
La natura benefica non sottolinea le aree geografiche; non recinta; non usa verbi possessivi: esprime cicli vitali; erode e accumula: trasforma!
E l'uomo? L'uomo saggio evidenzia e fa sì che le bellezze naturali siano divulgate; progetta e costruisce percorsi non invasivi; intarsia strade nei pendii per raggiungere sommità e valli, boschi...
Questi pensieri affiorano ogni qualvolta percorro la stradina provinciale che da Catanzaro conduce a Palermiti: 35 km circa di esigui rettilinei e molte curve che inducono alla prudenza.
Palermiti è un piccolissimo centro immerso nel verde dei castagni a 15/20 km dal mare jonio del golfo di Squillace.
Non offre nulla dal punto di vista commerciale e turistico secondo i canoni correnti, tant'è che non è inserito in nessuna guida; in compenso offre ospitalità cordiale, aria pura, sane camminate nei boschi di querce e castagni, funghi e prodotti della terra curati dai paesani che ancora praticano un'agricoltura biologica ad uso familiare.
È un luogo fuori dal tempo, dove i "forestieri" sono oggetto di curiosità: a chi appartiene? È un figlio di palermitesi emigrati? È venuto per la festa della Madonna della Luce?... Interrogativi leciti per la gente che vive lontana dal famelico gossip patinato dei mega centri urbani
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