martedì 24 aprile 2012

destra sinistra e la politica di CrudeliaDemon

Le incomprensioni generazionali sono fenomeni ineluttabili, quasi congeniti nella società educata all'appariscenza dai fenomeni spazzatura dei mass media. La lite regna sovrana e annienta i confronti dialettici. Nel campo della politica l'aggressione è prassi consolidata. L'urlo sfacciato del forte soverchia il debole e lo rende inadeguato agli occhi della platea chiamata a decidere chi dovrà governare il paese la città la regione la nazione.

È un puzzle scomposto, con le tessere sovrapposte o mancanti e ognuno lo completa come meglio crede. Solo chi conosce i personaggi e le storie collegate, le conseguenze che le loro azioni hanno prodotto nella società può e deve muovere analisi intellettualmente oneste, dire le cose come stanno veramente per evitare che si continui a lasciare il campo ai soliti faccendieri della politica. Ma anche chi non è avvezzo ai sotterfugi e alle strategie, chi ha l'animo semplice non può fare a meno di chiedersi come mai ci si scanni per un posto nel consiglio circoscrizionale o comunale e perché sono sempre gli altri a sbagliare e essere brutti sporchi e cattivi.

È nelle grandi decisioni che il genere umano tira fuori il meglio di sé; si fa architetto muratore e cittadino del mondo per migliorare il presente e dare un futuro ai giovani. O, quantomeno, prova a comporre il puzzle lasciato per incapacità o inerzia a metà dai tesorieri egocentrici del male.

È in queste occasioni che i cittadini vorrebbero vedere compiere azioni concrete dalla classe politica e dagli uomini che hanno tratto benefici dalle leggi scritte dalle maggioranze sorrette dalle lobby affaristiche a Catanzaro come nel resto d'Italia e del mondo.

lunedì 23 aprile 2012

Catanzaro,sit in all'Assessorato regionale del lavoro

Chi siete? Chiede la signora ai manifestanti che assediano la sede dell'assessore regionale del lavoro.
Lavoratori in mobilità senza stipendio! È la risposta secca di un signore col baffo bianco. Sul marciapiede, affianco al cancello serrato un giornalista prende appunti su un block notes. Chi parla non ha la sagoma dell'operaio, suppongo sia un sindacalista che sta lì a perorare la causa dei lavoratori con l'assessore al ramo. Ma cosa potrà mai escogitare il politico calabrese per alleviare le angosce in una realtà come la nostra?

Catanzaro, blocco stradale su via Lucrezia della Valle
Chissà se i mobilitati hanno visto la trasmissione di Milena Gabanelli: Report. Ecco, se fossi in loro attuerei senza indugi l'autogestione come hanno fatto in Argentina. E non starei a pietire il mio diritto alla vita o a farmi guidare da un parolaio, bloccare il traffico, causare disagi ad altri e ricevere tanti vaffanculo da chi è bloccato in macchina.

Contro la crisi: finanza e produttività solidale

Quando l'uomo è al centro dei progetti e la vita un valore reale la volontà annulla le politiche mercantili della cerchia elitaria dell'alta finanza mondiale e concretizza modelli di vita ritenuti impraticabili dagli speculatori. È questa la sintesi che la squadra di Report, in onda ieri sera su rai 3 e condotta dalla Gabanelli, ha documentato attraverso i reportage nelle nazioni cadute nelle trappole dei banchieri e affogate nei debiti.

Partendo dall’Argentina, la squadra di Report ha documentato una strategia vincente che potremmo definire del lavoro solidale che frantuma la spirale debito-risanamento-recessione.

“moltiplichiamo il lavoro, che per noi è l’unico capitale”. dice un lavoratore delle cooperative argentine nate dal 1998 in poi. Da quando l'Argentina fallì e scoppiarono i tumulti sociali che rivoluzionarono la vita delle imprese e dei lavoratori che iniziarono a praticare il modello di autogestione. in circa 250 imprese autogestite, gruppi di operai hanno rilanciato la produzione con l’appoggio di tutta la comunità.
È su questo che dovremmo soffermarci e ragionare in Italia!
A Buenos Aires si è scelta una strada radicalmente alternativa al resto del mondo, dopo il default procurato dieci anni fa da De La Rua, l'ex Presidente scappato durante i disordini popolari, per capire cosa non va nel nostro sistema e cosa modificare per il bene nostro e delle generazioni che future.

Basta pensare alle recenti scelte delle banche, che stanno investendo in titoli del debito sovrano i soldi ricevuti dalla Bce al tasso del 1% piuttosto che dare fiducia alle piccole e medie imprese.

Il gioco dello spread svela in tutta la sua beffarda strumentalità un meccanismo che si autoalimenta e favorisce gli speculatori.
La norma costituzionale sul pareggio del bilancio, approvata velocemente anche in Italia rischia di favorire una privatizzazione su vasta scala e rendere impossibile l’intervento dello Stato nella regolazione economica e quindi nel welfare. Da ciò si comprendono i tagli ai treni in Calabria e in tutti quei luoghi dove il pendolarismo non copre i costi e i guadagni delle spa. Insomma il guadagno al posto delle esigenze dei cittadini.
In alcuni paesi i cittadini attenti hanno ritirato i risparmi dalle banche e costituito delle banche davvero etiche.
Nel Comune di Nantes, in Francia, si tiene conto delle esigenze dei cittadini e dell’ambiente e con l’ introduzione del concetto di “unità di conto” per ricondurre la finanza ad una dimensione costruttiva a favore di un mercato solidale, se la collettività produce, la banca ci guadagna e tiene per se solo il necessario mentre il resto lo reinvesta nel sociale.
A Capannori, nella campagna di Lucca, i conti sono in attivo nonostante gli investimenti fatti nelle politiche sociali; gli amministratori hanno coinvolto direttamente i cittadini per decidere quali opere finanziare e quali posticipare. Nel piccolo centro il “bene comune” è la politica che guida piccole e grandi scelte amministrative con il contributo attivo della popolazione.
Anche negli Usa, nel Minnesota, c’è una realtà inimmaginabile per le menti degli speculatori: la Bremer Bank fondata da Otto Bremer e trasformata in Foundation che ridistribuisce gli introiti nelle comunità di riferimento a beneficio di imprese e cittadini.
Le Credit Unions sono una risposta concreta alla crisi delle banche, anche grazie al movimento Occupy Bank che ha esortato i risparmiatori a tagliare i viveri agli istituti di credito tradizionali.
Insomma, Report ha documentato il fallimento totale dell'ingegneria economico finanziaria imposta dalle grandi banche che hanno tentacoli ovunque. Ed ha altresì ribadito che l'idea realizzata in Argentina e altrove esula dal concetto che abbiamo in Italia sull'autogestione del lavoro.

domenica 22 aprile 2012

cam & c, ma è davvero l'Arte che brucia?

L'arte è creazione!


miseria e nobiltà, polimaterico, Mario Iannino
La gestualità creativa è espressione che non prescinde il pensiero ma lo asseconda e lo rende visibile; lo demarca!

Pare che Michelangelo, dopo avere finito il Mosé, davanti a quel gigante in marmo di oltre due metri, 235 cm per la precisione, stupito egli stesso per la perfezione anatomica del colosso, lo abbia colpito al ginocchio esclamando: Perché non parli?

Da quel lontano 1513, anno di nascita del Mosè, bravi artigiani e grandi artisti più o meno consacrati dai loro contemporanei hanno realizzato manufatti e opere pregevoli e consegnato ai posteri la storia grazie alle attenzioni di custodi pubblici e privati che li hanno preservati amorevolmente in apposite strutture anche contro le azioni barbariche dei popoli in guerra e gli eventi catastrofici.
Ma nulla può l'amore dell'uomo evoluto contro la brutale decisione estreme come quella avvenuta il 3 marzo del 2001, quando i cannoni delle truppe speciali del ministro della Virtù e del Vizio talebano in Afghanistan, hanno aperto il fuoco e distrutto le statue di Buddha, le più alte del Mondo, risalenti al terzo secolo dopo Cristo. A nulla sortirono gli appelli internazionali di buddhisti, musulmani, cristiani, laici.
«Abbiamo iniziato l'opera di distruzione. Tutti questi monumenti nelle provincie di Kabul, Bamiyan, Herat, Kandahar, Nangarhar e Ghazni - ha detto per tutta risposta Mullah Qudratullah, ministro dell'Informazione e della Cultura».

Là, in Afghanistan, la distruzione è dipesa da una questione religiosa e qui, in Italia, al CAM di Casoria, una forma religiosa subdolamente occidentale: la mancanza di fondi, il vil denaro!
Là il fuoco bellico qua il fuoco dell'antiragione che fa proseliti inutili e affilia adepti in cerca del momento di gloria effimera in una emulazione, questa sì, catartica, allorché incenerisce pseudo arte, spazzatura!, contrariamente ai lavori “incombusti” di Burri, dei tagli fisici per la “dimensione astrale” di Fontana; le accumulazioni di Arman; i decollage di Mimmo Rotella... e se anche Vincent Van Gogh avesse bruciato i suoi capolavori?

sabato 21 aprile 2012

Da Franco Politano a Livia Turco per una politica etica

Livia Turco, presidente PD

Politano, Napolitano, Turco e il rispetto della politica


Dopo la Fornero anche Livia Turco lascia trapelare pubblicamente la sua commozione provocata dalla situazione in cui versa l'Italia. Una situazione difficile da capire per la fascia medio bassa costretta a fare i conti con la recessione e le nuove regole avallate dagli esponenti delle maggiori organizzazioni politiche.
Per comprendere appieno determinate scelte è necessario ricordare l'area libertina che ha accarezzato tutti indistintamente, politici, clero, imprenditori, dirigenti, dipendenti e liberi professionisti contadini compresi. Naturalmente con i dovuti distinguo, come ricorda il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Stiamo vivendo un momento storico difficile che, se confrontato alla fine della cosiddetta prima repubblica, fa rabbrividire.
Anche allora caddero molti imperi costruiti sulle macerie delle ideologie care al mondo dei lavoratori.
I partiti di sinistra che soffrirono più degli altri per la transazione imposta dalle indagini sui fondi illeciti ai partiti furono il PSI per le donazioni degli imprenditori vicini al partito e il PCI accusato di ricevere soldi dal partito comunista sovietico e dalle coop. Rosse.
Notizie destabilizzanti per gli iscritti e i simpatizzanti che vedevano nel socialismo la soluzione idonea per le diseguaglianze sociali imposte dal capitalismo.
Nei partiti vigeva una disciplina ferrea e le periferie obbedivano alla segreteria centrale.

Catanzaro, piazza prefettura, 
Giorgio Napolitano e Franco Politano in un comizio dei primi anni '70
Franco Politano era parte integrante di questa realtà. è stato un iscritto al PCI, oserei dire un catechizzato data la disponibilità posta al servizio del partito rafforzata dalle sue azioni. L'impegno politico lo portava spesso a Roma dove alloggiava in un piccolo monolocale del partito al quale devolveva per statuto la metà del suo compenso da deputato. Si interessò dei problemi dei contadini e dei bracciati, perorò la loro causa e  fu incaricato dal gruppo per relazionare in parlamento una legge che, ironia della sorte, per un errore dello stenografo passò a firma Napolitano, ma tanta era la sua stima per l'esponente della direzione, oggi illuminato Presidente della Repubblica, che lasciò a lui il merito della legge a favore del mondo dell'agricoltura. Con altrettanta umiltà lasciò lo scranno di Montecitorio allorquando Enrico Berlinguer lo nominò segretario regionale con il compito di riordinare le fila del PCI calabrese.

Franco Politano conosceva bene la realtà calabrese e da uomo pragmatico qual era, confidenzialmente mi disse: a volte vado a fare comizi in piazze apparentemente deserte; ma non è così! La gente sta dietro alle finestre o nei bar fingendo distacco e quando parlo contro la 'ndrangheta gli 'ndranghetisti sono lì, in prima fila a battere le mani, annuire e dire bravo è vero!

Post suggerito

Un salto in Calabria

  La scogliera di Cassiodoro è situata tra i comuni di Stalettì e Montauro, nel golfo di Squillace. L’affaccio sul mare è spettacolare! ...

divulghiamo bellezza!

a ore 12 ... ...at 12 o'clock ... post in progress, analisi e opinioni a confronto