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martedì 19 settembre 2017

i geni della ricchezza

Davvero che l'origine di ogni male è il denaro?


Oppure dobbiamo rivalutare il concetto della misura economica che regola i mercati e dà valore alle merci e guardare al di là delle apparenze e del sentire comune?

Secondo me sì! Non è il denaro sporco ma chi lo usa per condizionare le menti e l'economia, chi costruisce torri in cui nascondersi e innalza muri per circoscrivere e governare le povertà prodotte dalla cupidigia umana.

I soldi decontestualizzati dal potere economico intrinseco che gli si dà non sono commestibili ma mette in condizioni di comprare quanto serve e anche di più del normale fabbisogno giornaliero. Ma, ripeto, non sono il male per antonomasia. Diventano sterco del diavolo nel momento in cui si usano per provocare danni e miserie, foraggiare politici e gruppi di potere asserviti e finanziare ricerche nefaste e guerre.

In natura non esiste la moneta di scambio.
Se osservassimo la natura, gli animali, loro vivono e non hanno borse e portamonete, neppure bancomat o carte di credito.

Gli spot pubblicitari sono costruiti per condizionare le teste.
Chi fa la corsa per possedere l'ultimissima trovata hi tech, chi la macchina e quantaltro possa evidenziare uno status sopra le righe rispetto alla massa che vivacchia alla giornata.

Ogni azione deve produrre ricchezza. E, in base a questa teoria che non ho inventato io ma la società appariscente dell'avere, persino i reietti possono assurgere a super man per qualche ora.

I diversamente abili, adesso si dice così, ma in definitiva sono persone che si misurano con l'esistenza e vivono la vita dignitosamente pur condannate su una sedia a rotelle o con altri e ben più gravi handicap neurologici, sono tollerati nonostante quel che si dice. Di fatto non c'è un pensiero alto, una cultura del rispetto nei confronti di chi potrebbe avere bisogno dell'appoggio morale e materiale dei normodotati. E gli avvenimenti di questi giorni lo confermano.

Salvo, poi, inchinarsi al genio letterario, poetico. All'artista che sa proporre canzoni pop. Al pittore che esterna il suo mondo con disegni e colori audaci fuori dalla norma, sbeffeggiato e deriso, però, prima che la critica e i media si accorgessero della sua genialità.  

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