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sabato 17 aprile 2021

Creatività applicata, di necessità virtù

Il vento soffiava forte quel giorno. Agitava l'acqua del mare e alzava la sabbia in piccoli vortici. Qualche ombrellone volava. Come se una mano invisibile lo strappasse con forza dalla buca appena scavata volava via portando con se la maglietta appesa ai raggi smembrati della tela capovolta.

Dalla fessura delle palpebre socchiuse intravidi una massa imponente che veniva nella mia direzione.

Vestiti appesi svolazzanti, costumi da donna e da uomo e cappelli ancorati con maestria stavano lì alla mercé della furia del vento e avvolgevano l'uomo che li trasportava.

L'ambulante marocchino si era costruita una sorta di croce ambulante che fungeva da bancarella: due ombrelloni tenuti insieme da due traverse tubolari in metallo e due piedi per poggiarla al suolo per la sosta e la vendita della mercanzia.

Un buon risultato di creatività applicata! Non c'è che dire!

La struttura costruita dal “cugino” marocchino, corredata da una rete fissata alle traverse, simile a una creatura fantastica, si lasciava trasportare dal vento senza decollare.

L'ambulante si ferma, sosta affianco a me e mi chiede dell'acqua. Gli porgo la bottiglia. Beve a canna. Ne versa un po' nel palmo della mano e si lava il viso, non una goccia cade a terra. Nonostante le difficoltà ambientali e la stanchezza che avrebbe provato chiunque nel trasportare quel catafalco, lui, ha saputo sfruttare appieno la ricchezza del prezioso liquido: l'acqua!




Apro di più le palpebre dopo avere inforcato gli occhiali e valuto che il mio interlocutore ha un bel colore ambrato e non ha più di 16, 18 anni. Esile. Fisico tonico. Con un gran sorriso parla un italiano dall'accento francese.

Dice di essere senegalese. Che fa la stagione in Calabria. Fa qualche soldo e poi torna a Roma dove si presta a fare la comparsa a Cinecittà.

È sposato. E la moglie è in Senegal in dolce attesa. Lui spera che siano due bambini perché, mi dice, perché sarebbe un evento fortunato. Ne è convinto, glielo aveva pronosticato il nonno.

Toglie dal marsupio il telefonino; scorre la galleria e mi fa vedere delle foto della sua famiglia:

 La moglie è bellissima, una diva da copertina. E il nonno, un anziano capo di qualche tribù vestito coi paramenti tribali, ha una lanugine ricciolina grigiastra e un bel sorriso che lascia intravedere l'assenza di un incisivo.

Non so se mi prende in giro. Ma è piacevole parlare con lui. Dimostra uno spirito sornione nei confronti delle paranoie nostrane ed è felice di esistere e essere sotto il cielo nonostante le difficoltà che non risparmiano nessun essere vivente sulla terra.

Il vento continua a creare mulinelli di sabbia e i vestiti appesi svolazzano.

Lui ringrazia e riprende il cammino sospinto dal vento.

domenica 21 maggio 2017

Diario segreto

Tornare alla natura.

Posso dire di avere sperimentato i flussi e riflussi della storia sulla mia pelle. In prima persona, nel mio piccolo, ho capito cosa significhi curare la terra e trarre da essa i frutti. Non l'ho fatto per molto tempo. Ma andare in campagna e rendermi partecipe del lavoro sui campi mi piaceva. Mi piaceva rompere l'argine dopo avere creato i rigagnoli per mandare l'acqua ad abbeverare gli ortaggi. L'odore di terra bagnata e dell'erba tagliata ce l'ho ben presente ancora oggi.
E il sapore dei cetriolini "rubati" che non sfuggivano alla memoria visiva e all'acuta osservazione dei grandi che avevano memorizzato ogni germoglio delle piante è un ricordo indelebile. Bastava che spostassero con le mani le foglie per accorgersi della mancanza dei frutti sottratti precocemente alla maturazione.
Più difficile, credevo sbagliando, era che si accorgessero dei pomodori che gradivo e depredavo nelle giornate assolate. Li addentavo e la loro polpa refrigerava il palato soddisfacendo e ripristinando i pochi sali minerali persi.
Anche le cipollette non erano malvagie. Ne prendevo duo o tre. Mi sedevo all'argine della fiumara e assaporavo il mio privileggiato spuntino accompagnato da un bel pezzo di pecorino, che però, chiedevo a mio fratello.
Sapori forti e contrastanti che facevano venire sete. La brocca in creta era incastrata tra le pietre nella fiumara ma preferivo bere con le mani. Le allungavo e attingevo l'acqua fresca che scorreva ai miei piedi. Stavo scalzo!

Il formaggio era staggionato e cremoso al punto giusto. A mezzogiorno ci sedevamo sotto l'albero di noce. Le donne aprivano il “mesale” una tovaglia di lino grezzo, lo stendevano sul prato, disponevano il pane e il companatico insieme a qualche bottiglia di vino e pranzavamo. Io ero addetto a prendere l'acqua. -Fai attenzione a non rompere “ a vozza”- “la brocca” mi dicevano mentre andavo a prenderla sul greto del ruscello. Si beveva a canna e il sapore delle foglie di vite che fungevano da tappo si mischiava col resto.

Solitamente alle 12 non avevo molta fame. E anche se il buco lo avevo tappato, come ho appena detto, non sapevo resistere al formaggio. Lo divoravo anche se non mi andava. Ero davvero goloso. E mio fratello, allungandomi l'ennesima fetta mi disse, mal celando un sorriso: “ fai il morso più grande al pane. Se finisci prima il formaggio ti taglio la testa”. “Visto? Ho finito prima il formaggio!” risposi dopo averlo ingerito in pochi bocconi senza assaggiare il pane.
“ U vi' chi è furbu! U sapia ca tu 'on la potivi tagghjiara a testa... u picciriddhu e sbertu”. Sentenziò mia sorella la grande che era lì a lavorare. Loro mangiavano piano. I loro movimenti erano riti alla grazia del cibo prodotto e guadagnato dopo mesi di lavoro e attesa. Mia sorella era brava a far nascere dai semi le piante. Faceva germogliare i tuberi e poi li piantava. Sapeva anche dissoterrare le patate senza rovinarle. Era brava negli innesti. Che dire? La sua sapinza era completa. L'aveva appresa da nostro padre e da nostra madre. Non sbagliava mai! Osservava le fasi della luna per quanto attiene la proliferazione della natura e raccoglieva i frutti nei momenti giusti specialmente quando doveva fare le conserve.
Bei tempi spensierati, quelli vissuti in famiglia al paese.
"Palermiti, Cz. panorama"

Anche se alzarsi dal letto al mattino presto era traumatico perché quando si doveva “abbeverare” dovevamo essere lì, in campagna, all'alba, perché, mi spiegavano i grandi, l'alba e il tramonto sono i momenti migliori per innaffiare le colture.

Oggi faccio tesoro delle poche cose apprese, curo il verde di casa e gli aromi del giardino. E mi compiaccio quando dal fiore spunta il frutto.

mercoledì 31 agosto 2016

Animalisti in erba


È la prima volta che vedo pescare a mani nude. Il ragazzo si è dotato di machera e boccaglio. Ma è bravo davvero! Riesce a catturare piccoli pesci con una retina.
È a circa due metri dalla battigia. Il secchiello è quasi pieno.
Un gruppo di ragazzi adolescenti sbirciano nel secchiello: "dai liberiamoli!" si dicono l'un l'altro. Detto fatto.
In men che non si dica i pesci agonizzanti sono di nuovo in mare.
La sorpresa del pescatore è grande allorché va a depositare altri due pesciolini appena catturati.
Guarda attonito il secchiello rovesciato sulla sabbia e sbotta in un sonoro meravigliato: " CU SI FHUTTJIU I PISCI?" 

giovedì 28 luglio 2016

Quanto costa una casa al mare

Tempo di vacanze.
Estate in Calabria
golfo di squillace, scogliera di cassiodoro

Anche quest'anno si ripete il tradizionale rito della vacanza. La maggior parte degli italiani guarda al mare come meta ideale per rigenerarsi dopo un lungo periodo di stress lavorativo e non solo. Nonstante la crisi ancora alcune famiglie riescono a organizzare viaggi e soggiorni a medio termine in case private prese in fitto. Ma quanto costa una casetta di piccole dimensioni?

giovedì 29 maggio 2014

Vasco rock show tour estate 2014

Tribute band: valore aggiunto all'indirizzo dell'artista-idolo del rock italiano Vasco Rossi.




Che Vasco Rossi sia un fenomeno è ormai un dato certo. Questo può bastare per giustificare la proliferazione di numerose band a suo nome? Se lo immaginava il ragazzo di Zocca tutto 'sto po' po' di successo?

Beh, a prescindere dalla fantasia, se ce l'ha vuol dire che se lo è sudato e meritato tutto tutto il successo. Lui è il frontman. Quello che ci mette la faccia insieme ai testi. Un po' ermetici, ma aperti a mille interpretazioni, parole che si lasciano modellare e indossare a piacimento assecondando gli umori del momento dei fans.
Vasco sa bene che i successi di una o più canzoni sono cosa corale. Non a caso Vasco ricerca sempre nuovi stimoli e collaborazioni eccellenti anche oltreoceano.

È giusto che sia così! Il mondo è cambiato. La musica è cambiata. Noi ci siamo trasformati! E, di conseguenza, per salire sul palco ed essere convincenti è necessario cercare i migliori. Perché non si vola in alto perché si è simpatici o belli ma perché si è bravi a comunicare stati d'animo e combinare fisicità alchemiche. Instaurare tensioni emotive che lasciano capire a chi ascolta di non essere solo o unica ad annaspare nell'oceano della vita. a struggersi per un amore o una donna o uomo sbagliati.
L'idolo rock è sacerdote laico della musica ribelle. Comunica il bene e il male. La quotidianità. Le ansie. Gli amori. Le delusioni e le aspettative.
Questo è rock! il vero linguaggio evergreen.

Il rock è contagioso. Contamina chiunque, gente comune, sognatori e poeti. E le tribute band compiono un ruolo importante nel celebrare l'artista, reinterpretare i testi e le musiche.

I nostri poeti rock vasconiani si sono uniti in una band:
 La Vasco rock show. Una tribute band seguitissima che fa delle cover spettacolari e spesso si avvale della presenza dei componenti storici che accompagnano il kom  nei suoi concerti. Musicisti della caratura di Alberto Rocchetti, Claudio Golinelli, Ricki Portera, tanto per citarne alcuni, suonano al loro fianco e si divertono insieme alle calde rocchettare platee, nelle location calabresi.

La tribute band Vasco rock Show continua a raccogliere i frutti del lavoro artistico di Vasco ma anche e principalmente della loro passione per la musica rock. Dalle date in continuo aggiornamento sulla locandina in bacheca facebook si prevede una estate movimentatissima. Intensa e entusiasmante.
Seguiteli! Sono appuntamenti da non perdere.
ecco alcune date:

lunedì 27 agosto 2012

Calabria, il carattere di una regione

Svegliarsi ogni mattina con uno scenario simile davanti agli occhi non ha prezzo!


Ogni scarrafone è bello a mamma sojia.
Il bimbo è sempre bello agli occhi della madre. Quindi, perché stupirsi se i calabresi difendono coi denti la propria terra?
Una terra bellissima!
Descritta da Omero, Cassiodoro, Douglas e dai contemporanei che la visitano e rimangono incantati difronte a tanta bellezza.
Va beh, c'è qualche depuratore che non funzione; la raccolta differenziata inesistente e tantissimi soldi che girano attorno all'affare ecosistema. Quisquilie che navigano nel mare della politica al sud come al nord da sempre.
Se a questi problemi sommiamo i giochi sporchi di certi affaristi, l'affaire si trasforma in gestione disinvolta da imputare a ecomafie e affini. Ingredienti buoni per scoop giornalistici e antagonisti politici che fino all'altro ieri hanno governato e mantenuto gli stessi standard qualitativi ambientali perché preoccupati di assegnare incarichi a commissari incompetenti o comunque obbedienti alle direttive di chi tira le fila.
Il caso ilva o italsider, come si preferisce denominare o ricordare, ha inquinato per anni Taranto e ucciso lavoratori e cittadini che hanno vissuto sotto la cappa delle ciminiere dei grandi impianti siderurgici mal bonificati per via dell'enorme spesa che avrebbero dovuto affrontare i proprietari dell'azienda, è significativo.

In Calabria non ci sono grandi industrie da proteggere che consentono di trincerarsi dietro il metodo machiavellico del fine che giustifica i mezzi, cioè, il mantenimento del lavoro a scapito dell'ambiente (ma anche questa è una scusa), forse c'è qualche piccolo predatore che gioca a fare l'ammiraglio nel mare nostrum e questo non è ammissibile.

giovedì 23 agosto 2012

una serata con gli amici a Soverato

Aveva ragione Berlusconi: i ristoranti sono pieni! (scappa da dire).
A vista, l'ampia area cosparsa di tavoli e disseminata di anfore, ha il tutto esaurito.
La musica soft stile anni sessanta non disturba l'ambiente e neanche il vicinato anche se privo di pareti. È una struttura in legno adagiata sulla sabbia del lungomare di Soverato, frequentata da turisti e gente del posto, compostamente.
Io entro per la prima volta in compagnia di amici che, appassionati di balli latinoamericani, una delle tante offerte della nutrita programmazione del locale, lo frequentano metodicamente e in virtù della familiarità mi suggeriscono alcune specialità.
Lascio fare a loro:
antipasti vari, patatine e... calzone della casa.
La serata è fresca. Il buio della notte forma un muro nero oltre le otto fila di ombrelloni bianchi e blu. La schiuma biancha della risacca s'intravede appena e al di qua, tra la terrazza del ristorante e l'area balneare attrezzata, alcuni ragazzi passeggiano sulla spiaggia. Mano nella mano, con le scarpe che penzolano dalla mano libera, si godono gli ultimi giorni di agosto prima di tornare agli impegni abituali.

Gli stuzzichini sono invitanti, oltre che abbondanti. Le patatine fritte, poi, sono un classico della goduria gastronomica che accomuna grandi e piccini.
Una bimbetta di neanche due anni li mangia di gusto mentre gioca diligentemente con il tablet del padre. Le sue manine vanno dal piatto con le patatine al display. Il ditino paffuto sfiora le icone, preme, sfiora, allarga le immagini e gioca col suo giochino preferito. È uno spasso! Qualche tavolo più in là, una comitiva brinda a qualcuno o qualcosa e sullo sfondo le luci delle giostre attraggono genitori nonni e bambini.

Nel frattempo gli antipasti sono svaniti. Arriva il piatto forte. Sembra la plancia di una nave avvolta nel prosciutto sotto una pioggia di scaglie di parmigiano che naviga in un mare di rucola mozzarella e pomodorini. Piatto unico da mangiare a puntate. Ed è quello che ho fatto!
Dopo alcuni bocconi, pur gradendo immensamente la sapiente ricetta, lo stomaco ha detto basta. Alt ad ulteriori immissioni nocive. Che fare? lasciare finire una simile leccornia nella spazzatura o... ho scelto la seconda opzione.

sabato 4 agosto 2012

ogni riferimento è puramente casuale

mar jonio, golfo di Squillace, copanello
Sarà l'aria di vacanza, i pochi centimetri di stoffa che ricoprono appena le parti intime, l'assenza di regole, appunto, come vestire in giacca e cravatta o tailleur per andare a lavorare che trasformano alcuni luoghi in salottini intimi adatti alle confidenze e la spiaggia è uno di questi.

Si parla, sotto il sole, per ammazzare la noia o la fatica accumulate insieme al freddo. In estate è come se adattassimo un antidoto, una terapia di gruppo per esorcizzare quanto di cupo ci ha vestito fin ora. Sotto l'ombrellone, non devi guardarti le spalle, al massimo può arrivare qualche schizzo provocato dai ragazzi che giocano sulla riva o un pugno di sabbia alzato dal vento o da qualche bagnante maldestro. Ma per il resto non ci sono grandi problemi o strategie da controbattere.

Sarà l'abbassamento o l'annullamento completo delle conflittualità giornaliere che ci rendono permeabili e propensi al dialogo anche con gli sconosciuti. È facile conoscere e confidare piccoli segreti che in città non diresti mai. Magari inventando storie e sognando ad occhi aperti... ed è proprio questo che spesso accade nelle confidenze sotto l'ombrellone.
Come spiegare altrimenti la conoscenza dei fatti privati di un'intera famiglia che abita, che so, a Roma e la si incontra solo nei mesi estivi da parte di una donna pugliese o napoletana?
Oh sia ben chiaro non ho niente contro le pugliesi o le napoletane, anzi sono donne simpaticissime, ma l'altro giorno, proprio una di loro raccontava sulla spiaggia come mai l'ombrellone numero 11 era abitato da altri. Pare, - raccontò la napoletana incalzata dalla pugliese- che la moglie abbia sorpreso lui con un'altra e l'ha lasciato. Si sono separati! Sì, perché non è la prima volta che lui inzuppa il pesce nelle teiere estranee. Anche i figli grandi, ricordate?, li ha avuti con un'altra!
… e quella, vedete quella (quella sarei io che faccio finta di sonnecchiare) quella...

(forse ve lo racconterò la prossima volta)

sabato 6 agosto 2011

Nettuno emerge dalle acque dello jonio

Tesori naturalistici della Calabria

scoglio di Nettuno emergente
Il profilo possente del dio Nettuno statuario emerge dalle acque cristalline del mar Jonio. A pietrificarne la presenza non è la mano mortale di un uomo, bensì le forze della natura.
vento e acque nel corso dei secoli hanno lavorato in sintonia per consegnare alla Calabria un dono di inestimabile bellezza. Un dono che nulla e nessuno può spostare, accaparrarsi o distruggere tranne la stoltezza dell'uomo.

© riproduzione vietata

venerdì 5 agosto 2011

kiteserfing nel golfo sulle tracce di Ulisse

Kiteserfing nel golfo sulle tracce di Ulisse.
La punta di Stalettì è una scogliera affascinante ricca di storie e leggende. Alcune di queste narrano di amori, altre di monachesimo e misticismo, luogo di preghiera e lavoro amanuense, quindi trascrizioni e traduzione di testi antichi ad opera dei seguaci di Cassiodoro, il quale, ritiratosi dalla vita politica che lo vide impegnato nella difficilissima trattativa tra la cultura romana che aveva governato le terre bruzie ormai sottomessa ai goti vincitori con Teodorico e dominatori del nuovo impero e del popolo calabrese intorno al 580.
Ancora oggi si possono ammirare le grotte scavate nel costone roccioso dai monaci e usate per i ritiri spirituali; le vasche, progettate da Cassiodoro per i primi allevamenti di acquacultura marina; la grotta paleolitica di S. Gregorio, nome mutuato dal santo patrono di Stalettì.

Le vasche di Cassiodoro sono la dimostrazione concreta dell'ingegno umano, oggi diremmo, ecocompatibile perché usa le forze della natura per trarre sostentamento in maniera indolore; difatti, i pesci trasportati dall'alta marea  intrappolati tra gli scogli appena modificati dalla mano dell'uomo, servivano non solo per sfamare i monaci del monastero Vivariensis ma anche per studi e ricerche ittiche così da miglirare la qualità della vita.

La scogliera di Stalettì è situata nel bel mezzo golfo di Squillace tra Isola Capo Rizzuto e Punta Stilo.
La leggenda vuole che qui Ulisse naufraga rovinosamente a causa degli scogli semisommmersi e trascinato dalle correnti approda con le navi semidistrutte sulla spiaggia dell'odierna Roccelletta. A pochi metri dalla spiaggia, Ulisse, con i resti delle navi costruisce le prime baracche dove si rifuggia insieme ai suoi uomini. Ben presto le baracche sono soppiantate dagli edifici e danno corpo alla prima Skilletion, poi Scolacium. Nel parco archeologico di Roccelletta di Borgia sono visibili: il foro romano, l'anfiteatro, il teatro di epoca romana ed i resti della basilica bizantina di Santa Maria della Roccella.

Insomma, in pochi kmquadrati la storia di più civiltà apre i suoi tesori al turista contemporaneo.

Per visitare i luoghi descritti brevemente come promemoria per i lettori, lo staff “Porto Rhoca” mette a disposizione professionalità d'eccellenza, ragazzi sempre pronti ad assistere gli ospiti del villaggio residence situato nel comune di Squillace a pochissima distanza dai luoghi citati.
Oltre alle escursioni culturali sono consigliate quelle in windsurf, kiteserf, wakeboard, sci nautico, barca a vela per sostare tra gli scogli e dedicarsi al relax della pesca amatoriale con canna o subacquea.
Gli assistenti del “porto rhoca beach” porteranno quanti interessati a seguire da vicino le tracce di Ulisse tra le calle e gli scogli che ne hanno decretato il soggiorno, passando per le vasche di Copanello dal sapore storico cassiodoreo.

©arch.M.Iannino
© by mario iannino, riproduzione vietata.

domenica 31 luglio 2011

Squillace, festa della Madonna del Ponte

La Madonna del ponte attende gli emigrati, i sofferenti, i devoti vicini e lontani e tutti benedice. Domenica 7 agosto è la festa della Madonna del ponte. È la festa dei poveri! Non ci sarà musica. Non ci saranno pifferi o bancarelle ma solo preghiere. Così il rettore del santuario ha annunciato ai fedeli il triduo per i festeggiamenti della ricorrenza religiosa che si svogle tutti gli anni nella chiesetta situata alle pendici di Squillace dedicata alla Madonna del Ponte.

Il Santuario è situato a bordo della stradina che s'inerpica e sfocia nel paese dei maestri vasai esperti nella lavorazione di terracotte artistiche dopo una serie di curve e tornanti da brivido. Squillace contende a Stalettì,  paese che ha tutte le carte in regola per essere considerato l'originale insediamento squillacese dove Aurelio Cassiodoro, politico e letterato vissuto tra il 490 e il 583, fondò l'istituo di studi e ricerche “Vivariense”, prima università europea e costruì il primo sistema di acquicoltura marino tra gli scogli di Copanello, appunto la patria del nobiluomo che fece da intermediario tra l'impero romano e bizantino in Calabria. Di contro, l'insediamento dell'attuale comune di Squillace diede per certo i natali a Guglielmo Pepe, patriota risorgimentale.
Stalettì e Squillace hanno in comune la devozione per la Madonna e una miriade di emigranti che fanno ritorno ogni anno per i festeggiamenti mariani.
Un tempo, quando la sopravvivenza delle famiglie dipendeva dalla terra madre i preti benedivano gli armenti i pascoli e le braccia che vi lavoravano, con l'avvento della meccanica la benedizione è impartita alle macchine. E domenica 7 agosto, dopo la processione della statua della Madonna nel piazzale del Santuario, la liturgia Mariana, la Santa Messa delle 18,00, ci sarà la benedizione delle automobili.

venerdì 29 luglio 2011

Porto Rhoca Beach nel golfo di Squillace

Nel golfo di Squillace: Porto Rhoca beach

È proprio vero! Quando Dio creò il mondo ebbe un occhio di riguardo per la Calabria. Ad essa destinò paesaggi da sogno e genti dall'animo nobile. Gente, però, che non sempre ha saputo valorizzare il territorio e le ricchezze paesaggistiche; alla bella visione ha preferito la praticità delle colture mediterranee, ha piantato uliveti e vigneti da lasciare in eredità alle generazioni future.
La cultura contadina, che ha forgiato usi e costumi e ancora permea le menti dei calabresi, era ed è mezzo di sostentamento generoso. Per i contadini, la terra, rappresenta un luogo duro dove spaccarsi la schena, far crescere i calli sulle mani e tirare su la famiglia con dignità perché certi di essere ripagati generosamente dai frutti di madre terra. Caparbietà e generosità, concetti concreti che oggi, finito per alcuni il tempo dell'agricoltura biologica, diventano la marcia in più per creare nuova ricchezza nell'industria del turismo. Le grandi distese di ulivi cedono spazi a villaggi e le spiagge alle strutture ricettive animate da turisti stranieri e locali di ritorno alla scoperta del tempo perduto.
“il lavoro nobilita l'uomo” recita un vecchio saggio e la Calabria è luogo di grandi lavoratori che non si pongono problemi di ruoli.
Per questo è facile incontrare un architetto che dismessi i panni di docente guida un furgoncino colmo di frutta e verdura diretto al villaggio resideces progettato e costruito da lui stesso; o imbattersi in professionisti di altri settori che brillano anche nei campi dell'agriturismo, dell'allevamento podolico, nel B&B. Insomma la Calabria è terra di gente appassionata che intraprende più strade non per mera sete di guadagno ma per passione. Una passione che si trasforma in scommessa con se stessi e contro la sottocultura degli stolti che stanno alla finestra a criticare gli errori altrui e non fanno niente per migliorare se stessi e l'ambiente che li ospita.
Il lido Porto Rhoca, situato nel golfo di Squillace, è la risultante di una passione trasferita da padre a figlio. Ma di questo luogo parleremo in seguito.
Squillace, porto rhoca beach

domenica 24 luglio 2011

dopo la notte in discoteca

Scopelliti: erogati fondi ai comuni per depurazione acque

Mezzanotte e mezza. Superata la galleria di Copanello, la ss106 si anima. Lunghe file in entrambi i sensi di marcia inducono a dimenticare la recessione e la manovra economica che stritola gli italiani medi alle prese con i conti giornalieri, le utenze da pagare incrementate, appunto, dall'ultima manovra economica di Tremonti. E la gente che scende dalle macchine parcheggiate ai bordi della ss106 è un campione ben assortito della gente in questione. Ciononostante non perde l'opportunità di trascorrere la notte del sabato in discoteca, forse allettati dalla possibilità dell'ingresso gratuito dopo le 2.
Invitanti labbra rosse dischiuse, simili a quelle di Marilyn sovrastano la collinetta a strapiombo sul mare jonio ai piedi di Stalettì, indicano l'ingresso al luogo del piacere musicale. I sensi e forse anche la carne per questa notte saranno soddisfatti. Ma domani?
Domani saremo nuovamente alle prese con i soliti problemi di balneazione, depuratori mal funzionanti o mal gestiti, abusivi che scaricano rifiuti in mare e l'accoglienza approssimativa lasciata alla buona volontà dei gestori di lidi che offrono un ombrellone e la sdraio per 10/20€ al giorno piuttosto che ai professionisti dell'industria turistica e dell'indotto.
Per ovviare agli scarichi fognari in mare denunciati da goletta verde e dai bagnanti la giunta Scopelliti destina un bel tesoretto ai comuni affinché facciano funzionare bene i depuratori e tutelare quindi il mare calabrese che dovrebbe portare ricchezza all'industria del turismo e al territorio.
Ora il problema passa a i comuni. Speriamo che le municipalità interessate sappiano gestire le risorse e sollevino la Calabria e la gente che usa le strutture costiere dall'annoso incivile problema depurazione e bonifica delle acque.

venerdì 22 luglio 2011

notti di musica al tempio people summer fest

Sabato 16 luglio, ad inaugurare l'estate al Tempio people summer fest, noto come Tempio di Atlantide, in Montepaone tra Catanzaro e Soverato lungo la ss 106 una reginetta della dance con unica data nel sud d'Italia: Inna!
A seguire:
aore12
giovedì 28 luglio i Club Dogo
sono l'espressione italiana dell'hip hop, una poetica musicale dal ritmo incalzante che diventa stile di vita e che ha appassionati seguaci in tutto il mondo grazie a youtube, facebook, nuovi e anche storici media come le radio o le suonerie dei cellulari che irradiano la loro musica a tutto volume.

domenica 14 agosto Sean Paul
star della dancehall giamaicana esordisce nel 96 con “baby Girl” e da allora è il nuovo volto della musica reggae, la stessa che diffuse, rese famosa e si rispecchiava la personalità magnetica di Bob Marley.

mercoledì 17 agosto Lucenzo (danza Kuduro).
Primo nelle vendite italiane e nelle classifiche dei paesi latini dove sono apprezzate le sue performance live.
dopo aver brillato negli European Latin la sua musica è proposta in esclusiva al Tempio Summer Fest.

aore12E poi? Il prossimo ospite è una gradita sorpresa e anche se i promoter tengono la bocca chiusa, tutto lascia immaginare che sarà graditissima

per le prevendite:
Catanzaro: La Murrina, viale L. Della Valle.
Bar Mignon, corso Mazzini
bar Garden, San Leonardo

Catanzaro Lido: bar Cremino, bar Heineken Le fontane
Montepaone Lido edicola Giovanni Froio
Cropani: bar Mc flay
Cutro: Alexander pub
Crotone: Columbus bar, via C. Colombo
Davoli: Check sound, via Cassiodoro
Cosenza: Bar Time Out, in Primafila
Reggio Calabria: Caffè Matteotti
Lametia Terme: Crash and Clap, La Murrina, via Timavo
Soverato: Disco Express

mercoledì 20 luglio 2011

incontri estivi tra Catanzaro e Soverato

Appuntamenti estivi tra Catanzaro e Soverato

aore12È trascorso un anno e la storia si ripete: sotto gli occhi dei pochissimi visitatori attenti perché appassionati di storia antica una regia composta da dotti studiosi ha posto una serie di “colti ostacoli” lungo il percorso della storia riportata alla luce e disseminata tra i ciottoli del parco archeologico Scolacium con l'intenzione di sottolinearne la creatività dei gesti attraverso la commistione dei saperi e far convivere l'esistenza dell'uomo sviluppatasi nel corso dei secoli.

Sempre gli studiosi e in special modo gli archeologi hanno fatto proseliti e imbastito convegni per dimostrare al mondo intero l'importanza dei ritrovamenti avvenuti nell'ex tenuta Mazza situata in località Roccelletta di Borgia. 
Tant'è che la sovrintendenza per tutelarne la sacralità ha preso possesso del sito nella sua interezza e adibito l'antico caseggiato baronale con annessi corte pertinenze frantoio e cantine in spazi museali e uffici pubblici.

Dall'entrata in vigore della normativa che eleva l'agro in territorio protetto dall'istituzione sono trascorsi circa 40 anni ed a parte queste ultime “innovazioni” denominate “intersezioni” dallo staff tecnico composto da illustri critici e politici niente è stato fatto per rinvenire ulteriori testimonianze storiche.

Intanto a ridosso delle mura della Basilica bizantina di Santa Maria della Roccella, sempre nell'area del parco Scolacium, si perpetua nel periodo estivo con cadenza annuale una sorta di teatro di nicchia e musica colte.

Queste le attrazioni culturali più importanti nella provincia di Catanzaro.
Una pagina a parte riempie l'appuntamento estivo del premio Film festival di Soverato che mediante il prodotto cinematografico e quanto ruota attorno ad esso valorizza la città jonica calabrese lontano dalle azioni inquinanti di cui è pieno il baraccone che tutti gli anni approda sulle antiche terre cantate da Omero e accolsero Ulisse e i suoi compagni naufraghi.

venerdì 9 luglio 2010

Calabria aore12 Costa Pagoda



©archivio M.Iannino
Il tempo corre veloce. Un’altra estate è iniziata, e noi, nuovamente alle prese con i dilemmi di sempre, cerchiamo di tracciare itinerari e fare quadrare i conti.
Ma non per tutti è così!, c’è chi, nonostante la crisi in atto, in Europa e nel mondo, non ha di questi problemi e, buon per loro, s’imbarcano su uno yacht o aereo personale e via! Verso mete da sogno. Però, se conoscessero i luoghi della Calabria, senza ombra di dubbio verrebbero a veleggiare da queste parti e, forse, rimanervi per sempre. Altro che Bahamas o Bermuda! Che, comunque, mantengono inalterato il fascino, ma una volta conosciuti gl’incantevoli posti calabresi, gli stessi calpestati da Ulisse e decantati da Omero, sapere dove sono le mete più belle e come raggiungerle, senza dubbio non si abbandoneranno più. Se poi, alle bellezze paesaggistiche, sommiamo il valore aggiunto dei calabresi, l’ospitalità, la cortesia che rispecchia tradizioni, storia, cultura e folklore, bèh, a questo punto, gli ingredienti sublimano un “pacchetto turistico” difficile da non accettare.

In Calabria, c’è l’imbarazzo della scelta, al mare come in montagna, sul litorale Jonico o Tirrenico, luoghi d’inaudita bellezza affascinano chiunque ha l’opportunità di visitarli perché la Calabria è fascino, cultura, terra d’approdo e di partenze.

Personalmente amo le vacanze libere. Non mi piace gettare l’ancora in un posto e piantare le radici. Preferisco visitare e conoscere posti nuovi, nuova gente, nuovi piatti, tradizioni e culture; ma dopo le escursioni, possibili grazie alla geografia del territorio calabrese, la meta ultima del mio girovagare è un luogo singolare, che frequento da oltre trent’anni.



Un posticino da favola! Che per arrivarci si doveva percorrere una stradina di campagna, sterrata, fino a quando non hanno inserito alcuni stabilimenti balneari.
Uno spicchio di mare limpido, meglio dei caraibi in quanto a fondali, colori, spiaggia e tantissima tranquillità nel bel mezzo del golfo di Squillace tra Catanzaro e Soverato, a Montepaone Lido, in contrada Casinello.
Ovvio che alla fine qualcuno, in maniera intelligente, facesse fruttare un dono così bello che la natura ha fatto alla Calabria e ai calabresi. A essere sincero, io e i miei amici non abbiamo accolto di buon grado gl’insediamenti ma ci siamo dovuti ricredere grazie all’ospitalità tutta calabrese dei gestori e in particolar modo della coppia che gestisce il lido balneare, “Costa Pagoda”. Entrambi cordiali, lui, Costantino, supervisiona e lavora in spiaggia, cura i rapporti coi fornitori ed è sempre presente per mettere a proprio agio gli avventori del lido; lei, Rina, una donna calabrese verace, instancabile, serena e col sorriso sulle labbra anche, quando la fatica, a sera, si fa sentire tutta, cura la cucina. Una cucina casareccia, tipicamente calabrese, dai sapori e odori inconfondibili per quanti la conoscono, e tra le tante specialità, su preavviso, la signora Rina prepara uno squisitissimo “morzello” alla catanzarese. … e che dire della rosticceria o dei piatti a base di pesce, degli spaghetti allo scoglio con ingredienti freschi e locali procacciati da Costantino.



mercoledì 5 agosto 2009

9 agosto, i t.o.k. al tempio di atlantide



Il 9 agosto, al tempio di atlantide sono di turno i T.O.K

gruppo dancehall proveniente da Kingston , Giamaica, formato da : Alistaire "Alex" McCalla, Roshaun "Bay-C" Clarke, Craig "Craigy T" Thompson, e Xavier "Flexx" Davidson.
Si tratta di un gruppo noto a livello internazionale; le Hits più ascoltate sono: " Footprints" , "Gal You Ah Lead", "Chi Chi Man" e "Eagles Cry".

domenica 2 agosto 2009

l'8 agosto, al tempio di atlantide si balla col dj Davide Rossi, figlio di Vasco


mezzanotte del 1 agosto 2009
File di macchine parcheggiate nei pressi della stazione di Montepaone lido e poi sù, lungo lo svincolo che porta alla corsia per Soverato, Locri, Reggio Calabria, dove c'è l'ingresso della discoteca "il Tempio di Atlantide" una fiumana variegata in quanto ad età, espressioni lessicali, modo di vestire, ma accomunata dalla voglia di trascorrere una notte fantastica, inonda la strada. Stando al movimento vivace, ai sorrisi di soddisfazione degli avventori, la notte inaugurale si presenta soddisfacente! I locali di ristroro della cittadina jonica sono affollati ed anche lo spiazzo davanti al Tempio è pieno di ragazzi. Ora gli organizzatori, con estrema professionalità, gratificati dal riscontro del pubblico propongono per il prossimo appuntamento Davide, figlio di Vasco Rossi, dj di una notte speciale.
Vasco; bandiera italiana della musica rock in campo internazionale con un seguito di fans dalla connotazione anagrafica variegata che comprende, appunto, vecchie e nuove generazioni. Il popolo dei Vascolizzati è una marea in piena che inonda tutti gli spazi in cui si esibisce il rocker di Zocca.
Davide, degno figlio d'arte, oltre che validissimo dj è anche attore; ha al suo attivo film come: Il sogno di Dean, scritto e diretto da Abiel Mingarelli; Il posto dell'anima, sotto la guida di Riccardo Milani; Caterina va in città, regia di Paolo Virdì; Sopra e sotto il ponte, di Alberto Bassetti; Scusa ma ti chiamo amore, di Federico Moccia e Albakiara, sempre scritto da Moccia con la regia di Stefano Salvati; mentre per il piccolo schermo ha partecipato alla mini serie tv "lo zio d'america 2" e "provaci ancora prof!" entrambe dirette da Rossella Izzo.
L'otto agosto 2009, Davide rossi vasco's son movimenta la notte, grazie all'opera di alcuni giovani catanzaresi che hanno saputo trasformare la passione per la musica in polo d'attrazione turistico e scialareccio; tra questi, Massimiliano Iannino, Paolo Picci, Jerry Patruno, Rocco Cina che senza tralasciare gli abituali impegni di lavoro hanno messo a frutto il loro bagaglio culturale, trasformando, così, una passione, solitamente non tesautizzante per l'economia territoriale e turistica, in attrazione socioculturale fautrice di agili movimenti economici per il territorio calabrese.

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