mercoledì 30 luglio 2014

flash back


La brezza marina agita l'aria. La sensazione di fresco prodotta dal venticello non induce a calarsi in acqua.
Seduto sulla sdraio osservo il cielo. Uno spicchio di cielo azzurro in parte nascosto dalle strisce verdi dell'ombrellone con la scritta “porto rhoca”. Le falde biancastre mosse dal vento lasciano intravedere il logo capovolto. Sottosopra, alla maniera tipografica.


La visione, similmente all'odore delle madaleine di proustiana memoria, mi proietta indietro nel tempo a quando, per racimolare qualche soldo, impegnavo parte del mio tempo libero estivo nella tipografia “Mancaruso”.
Il titolare, Giacinto, un omone dalle idee socialiste, a fronte del mio volontario “lavoro” par time, se la memoria non m'inganna, mi dava attorno alle 2500 lire ogni venerdì. Non c'era niente di scritto e avevo la massima libertà. A volte, quando non c'era molto da comporre aiutavo Gaetano il rilegatore.
Tommaso il compositore, si definiva il re del ritm&blues quando non faceva “branda”. Fu lui a spiegarmi i primi trucchetti di scrittura tipografica. Ed oggi, a distanza di molti anni, è bastato un battere di ciglia, una folata di vento per rivivere i pomeriggi trascorsi nei locali odoranti d'inchiostro, colla e solventi.
Ho rivisto Tano, Raffaele, Emanuele, lì nella vecchia tipografia ubicata al piano terra del vecchio palazzo signorile ai piedi della discesa Mauro.
Urliamo per capirci, eleviamo la voce qualche decibel sopra il rumore delle rotative per rispondere alle battute e ridere di cuore.

martedì 29 luglio 2014

Melanzane ripiene alla calabrese

Prove di alta classe culinaria: le melanzane ripiene alla calabrese.




Come diciamo noi in Calabria: i malangiani chjini a lu fhurnu.

È tempo di melanzane e si avvicina la fatidica data del 15 agosto. Ancora d anoi rimane vivo il concetto di gita fuori porta, o per meglio dire, in Sila o tra i boschi delle Serre ma anche al mare. Insomma l'itinerario è soggettivo ma non è soggettivo il menù che si rifà ai criteri della tradizionale scampagnata di ferragosto. Quindi con l'immancabile pasta piena al forno e le melanzane ripiene al forno. Due pietanza che si gustano benissimo anche fredde.

Le modalità di preparazione hanno delle piccole sfumature che dipendono dai luoghi e dalle esigenze economiche delle famiglie. Per esempio c'è chi frigge le melanzane e chi le fa bollire prima di infornarle. C'è chi abbonda con la mollica di pane raffermo e chi predilige la polpa delle melanzane stesse soffritte con l'aglio e impastate con della carne macinata.

La ricetta vegetariana è la seguente:

tagliare a metà le melanzane e scavarle. Tagliare a tocchetti la polpa, soffriggerla con aglio, prezzemolo, peperoncino. Impastare il tutto aggiungendo formaggio pecorino e parmigiano grattugiato. Fare bollire le calotte e riempirle con l'impasto.
Coprire con salsa di pomodoro e infornare a 180°.

Orti urbani e colture km 0

È di moda o necessità, oppure è la visione di una nuova coscienza critica nei confronti della natura quella che sta prendendo piede nelle città metropolitane grande e piccole?


Mi riferisco alla coltivazione di vario genere nelle aiuole e spartitraffici urbani e extraurbani; azione civica che pur facendo un favore alle rispettive amministrazioni nel mantenere puliti gli spazi pubblici se non è accordata dagli uffici competenti coi relativi permessi è un'azione illegale.

Dal mio punto di vista credo si stia facendo una grande confusione tra i prodotti a chilometro zero e gli orti urbani. Se consideriamo la qualità dell'aria, contaminata dagli scarichi degli automezzi e quella delle campagne lontane dai centri abitati, la conclusione viene da sé.

L'orto urbano può essere, a mio modesto avviso, carino a vedersi e persino gratificante sotto il profilo personale per avere prodotto qualcosa di vivo e per essersi calati nelle vesti dei coltivatori che lo fanno per mestiere. Ma se i pomodori o le zucchine crescono accuditi da noi e accarezzati dall'anidride carbonica e dalle polvere sottili, in quanto a valori organolettici genuini e proprietà vegetariane, io qualche interrogativo me lo pongo.
Per il resto ognuno è libero di impegnare il proprio tempo come meglio crede.

sabato 26 luglio 2014

Catanzaro, il MARCA chiude?

L'altra sera al Marca si è parlato di ricordi. Di come eravamo e del clima culturale che si viveva in città negli anni '70. Si sa, i ricordi amplificano e sublimano persone e cose sull'onda dell'emotività personale. La sfera amicale influenza i giudizi magnificando i conoscenti legati da amicizie profonde e, strategicamente, oscurano gli altri, gli avversari.
Il rischio di alterare o minimizzare le faccende sopite nei meandri del tempo passato è in agguato.



Se poi si tenta di riprendere e proporre in chiave contemporanea la ricostruzione “storica” degli eventi culturali passati, inevitabilmente, l'emotività e l'affetto nei confronti di alcune persone, a volte condite di opportunismo, diventano fantasmi, oleografie oniriche da proporre come reali, o come opportunità mancate.

A Catanzaro, come in mille e una città e nelle periferie terrestri, a memoria d'uomo, è sempre accaduto e continuerà a succedere che qualche evento diventi memorabile a condizione che influenzi e trasformi le menti e li proietti su nuove dimensioni esistenziali, apra, in sintesi, nuovi scenari lessicali.

In pittura lo spartiacque tra il classico e le avanguardie, la rottura netta tra i due modi artistici di comunicare può essere identificato nella nuova visione impressionista.
Il 1850 è una data cruciale. Da quel momento storico in poi le avanguardie rompono gli schemi accademici. La visione è ricerca personale. È movimento. Azione proattiva contaminata e contaminante dell'esistente. Ed in Catanzaro c'è chi fa ricerca da oltre quarant'anni con occhi e cuore nella storia per decifrare il presente! Mimmo Rotella è stato uno di questi ma per essere apprezzato testimone del tempo è dovuto andare via da Catanzaro.

giovedì 24 luglio 2014

gli anni 70 e le avanguardie al marca di cz

Gli anni settanta sono gli anni della giovinezza di gran parte del pubblico seduto nel cortile del MARCA un tempo di proprietà provinciale dell'ente sordomuti adibito ad istituto riabilitativo per sordo muti e con annessa tipografia ed ora museo espositivo di arte contemporanea.
mario parentela, alberto fiz, wanda ferro

Wanda Ferro è soddisfatta del lavoro svolto in questi anni e auspica ancora lunga vita al sito e non vada persa la fatica fin qui fatta dal suo entourage e dal tecnico Alberto Fiz curatore degli eventi.

“avremmo potuto, politicamente, guadagnare più consensi, dando a chiunque la possibilità di esporre per dieci giorni ma abbiamo preferito la qualità artistica degli espositori...!” dichiara la ex presidente della provincia di Catanzaro Wanda Ferro. 

I componenti del complesso musicale hanno tutti i capelli bianchi tranne la cantante che li ha rossi. Fanno dell'ottima musica e Tonino LaSalvia, anche lui dal passato artistico (dipingeva) ha una voce blues accattivante. Il salto temporale è immediato sulle note di “Georgia” e riporta gran parte di noi ai mitici anni della nostra giovinezza.

Musica, filmografia, arte. Questi i temi trattati ieri sera al Marca.

L'amarcord di provincia snocciola quanto è stato fatto quarant'anni addietro in fatto di avanguardie artistiche.
Sono citati il regista Amelio e l'artista Mimmo Rotella.
C'è anche chi vanta la primogenitura del giornale “Il Manifesto”. Intuizioni geniali che, purtroppo, non sono riuscite a fare emergere e divulgare la creatività e le intelligenze locali oltre i confini cittadini ad eccezione dei “migranti” Rotella, Amelio, un po' De Seta, Mario Foglietti e qualcun altro che adesso mi sfugge. Impossibile, per me, dimenticare Papaleo, poeta e giornalista controcorrente. Ed a proposito di primogenitura, anche Papaleo ebbe l'intuizione di titolare il suo foglio a tiratura cittadina e perciò limitata “l'Opinione” prima della testata a diffusione nazionale che ovviamente denunciò per plagio. Lui denunciava senza timori le contraddizioni politiche e culturali della città senza fare sconti a nessuno.
Papaleo scrisse di una mia esposizione degli anni 70. Ricordo quando mi chiese una tela 50x60 per tenerla esposta nella vetrina del negozio “Stefania” gestito dalla moglie sul corso Mazzini che gli donai volentieri.

Bei tempi...

"retro polimaterico"

venerdì 18 luglio 2014

La semplicità rende felici

LA SEMPLICITÀ DEI BAMBINI E DEGLI ULTIMI RENDE L'ANIMO SERENO

Quanto costa pranzare in questo locale?
Niente. Non ho lo scontrino. È tutto gratis.
Bene allora faccio un abbonamento. Dove mi posso mettere?

Per i grandi c'è un tavolo vicino alla cucina. Là state tranquilli. Potete parlare e sentire musica … a me piace la frittura di gamberi. E' molto buona! Ma sai come si sgusciano? sì. Si toglie la plastica. Si strappa la testa poi le gambe e si mangiano. Vuoi una pizza alle ciliegie? Questa è una pizza alle ciliegie. Però so anche fare il caffè le patatine fritte i gamberi...

Ha tre anni la piccola Beatrice. Costumino due pezzi blu e tanta sabbia nelle tazzine del caffè e nel vassoio della pizza.
L'ambulante nero offre la sua mercanzia. Non compro niente. Lui sorride e: posso permettermi? In amicizia: vedi tu sei qui con la famiglia e altri più ricchi di te no. Non godono delle piccole cose della vita. Pensano a fare i soldi. Vedi, io ho mangiato un panino e pomodoro e sono felice più di chi va al ristorante e mangia l'aragosta. Io sono vivo. Cammino e sto bene. Sono felice più di quello che ha un orologio da 25mila euro. E sai perché? Anch'io guardo il mio orologio da otto euro e l'ora è la stessa.

Due lezioni di vita nella stessa mattinata non accade sempre.

Condivido le perle di saggezza regalate da una bambina di tre anni e un anziano signore di colore sulla spiaggia di Squillace. Chissà, forse potranno servire a qualcuno  

Mediterraneo, dove s'infrangono i sogni

Rimanere vittime delle strategie politiche europee e nazionali. Soffrire per la povertà imposta dalle logiche bancarie e fiscali. Diventare cibo per avvoltoi nel deserto o i pesci del Mediterraneo che differenza fa?

Di storie di mercenari e macellai sono piene le cronache. E tutte le storie dei conflitti violenti o falsamente democratiche che dicono di perseguire fini socialmente belli e utili finiscono sempre col nascondere il male. La parte più oscura e indemoniata dell'animo umano.

Finire di vivere sotto i bombardamenti israelo-palestinesi.
Distruggere i sogni dei piccini e dei grandi all'ombra delle religioni e delle persecuzioni storiche che la maggior parte dei popoli hanno subito nei millenni passati e recenti è semplicemente demenziale!

Com'è demenziale accusare le industri d'armi ogni volta che scoppia una guerra … o forse qualcuno pensa che siano le holding belliche a foraggiare i capi di Stato come è avvenuto in alcuni casi denunciati nella sanità?

Comunque sia, mentre l'odore del sangue e della polvere si alza nel cielo di Gaza tra l'acre dei corpi straziati dai bombardamenti e il crepitio dei fuochi amici e nemici, altri profughi giungono stipati sulle carrette con la speranza di migliorare la propria vita e quella dei figli in Calabria e Sicilia.

Certo, avranno pensato, meglio continuare a non mangiare, saltare qualche pasto, camminare sotto il sole con la vana speranza di vendere qualcosa ai pochi bagnanti che occupano le spiagge piuttosto che rimanere in Africa essere sfruttati, schiavizzati fin dalla tenera età, rapiti e arruolati, segregati nelle miniere, nelle piantagioni, attività che fanno la ricchezza di narcotrafficanti e rispettabili, all'apparenza, uomini d'affari. Dunque, facendo due conti, piuttosto che rimanere a morire di morte certa nella loro terra, i migranti, hanno comprato o barattato il prezzo del biglietto di sola andata verso un futuro incerto ma colmo di speranza.

Niente di nuovo dunque sotto il cielo. Guerre e conflitti falsamente ideologici serpeggiano in terra e contaminano le intelligenze allo scopo di raggiungere il potere su solide fondamenta all'insegna del potente dio denaro.

Anche in Italia è la stessa menata. Un parlamento guidato da un segretario di partito che vuole imporre le sue visioni della politica ad una Nazione e ai cittadini. Un'assise che non ha i requisiti democratici per governare ma che vuole dettare le leggi (discutibili e migliorabili in una democrazia vera) in merito a elezioni, politiche sociali, lavoro. Insomma, l'impianto politico che dovrebbe tenere in piedi una Nazione e dare impulso alla ripresa europea.

domenica 13 luglio 2014

Catanzaro Matrimonio ultrà e reality

La signora sorride soddisfatta mentre fa qualche domanda allo sposo. Uno sposo particolare che oltre ad essere il capo ultrà dei giallorossi catanzaresi è anche consigliere comunale in quota forza italia nel comune di Catanzaro.

Non è la solita comare pettegola che va a vedere cosa bolle nelle pentole altrui. No! La signora è una giornalista che lavora per rai tre regione ed è visibilmente soddisfatta perché il capo ultrà e consigliere comunale risponde alle sue domande da vero condottiero. “Sono orgoglioso dei miei ragazzi...”. Il coro da stadio fa da colonna sonora ed è più sentito e caloroso delle solite “Ave Maria” che solitamente accompagnano gli sposi all'altare con tanto di striscioni e fumogeni.

Ma la notizia della quale andare fieri (secondo l'intervistatrice) consiste nell'essere stati notati da una emittente americana e quindi potere partecipare ad un reality a stelle e strisce col pericolo di vincerlo.

Certo, non è da tutti potere organizzare il catering del proprio matrimonio sul prato di un qualsiasi campo di calcio comunale. Neanche ai grandi campioni del calcio fino ad ora è venuto in mente.

Ed eccolo qui il genio che riesce a farsi dare dalla giunta comunale lo stadio intitolato al presidentissimo Nicola Ceravolo e disseminarlo di tavoli e relativi ospiti.

A questo punto, da catanzaresi, dobbiamo anche noi associarci alla giornalista e tifare perché il nostro vinca il reality targato america o piuttosto chiedere pacatamente se sia lecito occupare una struttura pubblica per fini privati in maniera così platealmente egocentrica (che, viste le scadenze elettorali, forse non è solo una questione di fede calcistica)?

mercoledì 9 luglio 2014

Alla locanda dei Nonni per non soffrire di recessione

Dopo 10 minuti abbondanti e una serie infinita di musichetta caraibica finalmente sento una voce priva d'inflessione: “Pronto mi dica sono Anna da Tirana in cosa posso esserle utile?”.

“Considerando che chiamo dal sud Italia, lei mi risponde da dietro l'angolo!”. “come dice signore?”

“no, niente non ci faccia caso è una battuta...”

Tirana! Già in Italia alcuni lavori rasentano una forma di schiavitù figuriamoci là, in Albania quanto potranno prendere gli addetti ai call center?

Mentre faccio questa considerazione mi ritorna in mente quanto ho sentito di sfuggita l'altro giorno. Uno sfogo allucinante sul malessere che serpeggia anche tra noi in Italia e non lascia dubbi sugli effetti della recessione. Un dialogo, anzi dovrei dire una denuncia liberatoria, tra due donne giovani ma assai provate dalle difficoltà:

... che ne sai che devo firmare la busta paga e devo ritornare oltre la metà dei soldi al ragioniere!”
Come?! Perché?” “Questi sono gli accordi! Prendere o lasciare! E se lascio sai quanti ce ne sono in fila... pensa che non mi volevano dare neanche gli ottanta euro di Renzi” “Scusa ma chi te lo fa fare? Stai a casa. Rimani coi tuoi figli almeno te li godi! A proposito come fai con i figli li mandi all'asilo?” “No. Ci pensano i suoceri. Meno male che ci sono loro...”


E quando i nonni non ci sono?

domenica 6 luglio 2014

Tra recessione e statue che s'inchinano

Non è una giornata particolarmente calda. Il barometro segna appena 23°. sono le 11 ed è la prima domenica di luglio. Nonostante i buoni propositi del governo Renzi e nonostante le famigerate 80 euro in busta paga la gente sembra svanita in qualche universo parallelo.

Per strada le macchine sono distante l'un l'altra come i denti di chi non ha la possibilità di ricorrere alle cure del dentista: una ogni 5, 6, 10, 20, metri.

La ss 106 non è stata mai così tranquilla. Volendo fare un paragone, chi riesce a immaginare delle 600 o 750 o, ancora, delle 850 della fiat al posto delle renault, citroen, wolkswagen e le piccole giapponesi in circolazione sulle strade italiane, si trova proiettato negli anni sessanta. Con l'unica amara differenza che in quegli anni iniziava davvero il rilancio economico sostenuto dal miraggio industriale delle grandi città del nord.

L'austerità ci sta uccidendo. E quanti perseguono le politiche economiche delle banche sono assassini in doppiopetto. Non posseggono un cuore ma al suo posto hanno impiantato un calcolatore impostato per controllare profitti e poco importa il numero di quanti dovranno morire o soffrire per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Matteo Renzi dice che non serve una moneta unica europea se gli obiettivi dei popoli sono diversi.
Papa Francesco afferma evangelicamente che non può e non deve esistere la dottrina del dio denaro.

Intanto da quando Matteo Renzi è diventato segretario del pd e presidente del governo ha fatto solo chiacchiere e proclami. Riforme in 100 e poi mille giorni ma solo a parole.

E papa Francesco, tolta quella sua aria bonaria, spento l'audio e oscurato il video degli abbracci e baci, cos'altro potrebbe fare in concreto perché gli ultimi non rimangano tali (visti i lasciti, l'8xmille per la chiesa cattolica e i privilegi concessi dallo Stato Italiano)?


Non è blasfemia! E neanche mancanza di rispetto. È un'analisi. Una valutazione dei fatti! E quando la maggioranza della popolazione è costretta a fare sacrifici non si può cambiare l'esistente solo con le parole. Ci vogliono i fatti. Subito!

Urgono cambiamenti epocali. Se si vuole sconfiggere la 'ndrangheta e le mafie. Perché, come si è visto, chi cresce in un clima culturalmente deviato s'inchina e fa inchinare le statue nelle processioni davanti a chi dà loro un tozzo di pane e sembra difenderli nella guerriglia della quotidianità.

Chi vive in queste realtà di sottoculture non si ferma davanti alle scomuniche o agli anatemi solenni. Non ha paura del carcere perché, come dice Gratteri, sono cose messe in bilancio dagli 'ndranghetisti e e dai simpatizzanti.

L'indignazione non serve davanti ai fatti recenti di Oppido Mamertina. E non servono neanche le prese di posizione nelle piazze mediatiche del web.
È necessario costruire l'uomo nuovo...

sabato 5 luglio 2014

Facebook, furto d'identità?

Cose che succedono sui social net work.

io e Michelangelo Pistoletto
Che strano! Facebook mi segnala un ipotetico amico: Michelangelo Pistoletto! Non abbiamo mangiato nello stesso piatto, come diciamo in gergo a Catanzaro. Non siamo amici sul vero senso della parola. Però l'ho conosciuto davvero!

L'ho incontrato durante l'allestimento delle sue installazioni nel Parco archeologico di Roccelletta di Borgia. Un sito pieno di fascino e storia ubicato a due passi da Catanzaro Lido. E poi, Pistoletto è un grande! È un creativo degno di rispetto! Quindi quale migliore occasione per stare idealmente vicino ad un uomo saggio e propositivo come lui?

Senza pensarci troppo clicco e invio la richiesta d'amicizia. Cosa che arriva quasi immediatamente. Dopo qualche ora giunge una notifica: Michelangelo Pistoletto invita a cliccare “mi piace” sulla pagina di un altro artista per poi scomparire definitivamente dall'elenco dei miei amici.

Sarà stato il vero Michelangelo Pistoletto ad aprire un account su facebook?  

A ben pensarci, anche Maurizio Cattelan ha fatto un'operazione analoga tempo addietro sempre su facebook. Ma Maurizio è imprevedibile. Uno che si prende gioco di tutto... ci può anche stare.

No, nel caso di M. Pistoletto sarà stato senz'altro qualche burlone. uno dei tanti... che giocano con l'ego di quanti affolliamo, curiosiamo, interagiamo nelle piazze virtuali con l'intima speranza di ampliare le nostre conoscenze e, in definitiva, migliorare la percezione fluida della realtà.

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