giovedì 30 luglio 2009

disagi sociali, inquinamenti e disfunzioni



Disagi sociali, inquinamenti ambientali e disfunzioni mentali.

Pare che Padre Pio, davanti ad una mamma che soffriva freddo e fame, abbia svuotato la cassetta delle offerte e abbia dato il contenuto della pietà popolare alla donna bisognosa. Altre persone, semplici, si sono spogliate degli averi per soccorrere sconosciuti in stato di necessità.

Parliamo di tempi in cui sopravvivere alla fame e alle malattie provocate dall'indigenza era una fortuna insperata; quasi come vincere alla lotteria.

Gli uomini si spaccavano la schiena nei campi o nelle miniere; gli operai delle fabbriche erano dei privilegiati nel contesto sociale del sottoproletariato e chi aveva la possibilità di condurre una vita priva di stenti o agiata era stimato. Insomma, bastava tirare la giornata, sfamare la famiglia e andare avanti con dignità per essere, non felici ma, tranquilli e sereni.

Oggi le necessità sono cambiate: necessita la casa, la macchina, il telefonino, il personal computer, la tv al plasma, i vestiti firmati, le scarpe, i profumi, la palestra, la dieta… Per queste necessità la solidarietà spicciola non basta! Quindi, si ricorre a espedienti più o meno leciti pur di soddisfare i bisogni dettati dalla facciata frivola degli sciocchi.

Gli stessi che probabilmente inquinano o uccidono senza pensarci due volte; incuranti delle conseguenze che marchieranno per lungo tempo il territorio con le malefatte operate. Senza contare che i mezzi di comunicazione di massa non faranno sconti o distinzioni nel dare le notizie; e a nulla vale il mare limpido, i siti storici illuminati da tramonti ineguagliabili, le belle e comode infrastrutture, la cortesia dei più se basta il gesto di un cretino che appicca il fuoco perché malato di fobie o spara nel mucchio e uccide innocenti; o, ancora, inquina per reconditi motivi le acque.
Considerazioni:
Possibile che ci siamo bevuti il cervello dietro alle lusinghe effimere della bella vita? Quella vita descritta dal gossip che la gran massa non potrà mai vivere?
Oppure ci troviamo di fronte alla disperazione di padri di famiglia che non sanno come districarsi per dare una parvenza di normalità ai propri cari?

Quanto influiscono queste motivazioni con le chiazze oleose frammiste con componenti organiche che galleggiano nelle insenature dello jonio tra Montauro e Montepaone a determinate ore del giorno? E con l’intossicazione collettiva degli ospiti del club vacanze di Le Castella? O col killer che uccide un uomo davanti gli occhi del figlio?...
Risposte:…

domenica 26 luglio 2009

in calabria il nuovo tempio della musica




Sabato 1 agosto 2009: inaugurazione…

… dalle note del People riemerge Il Tempio di Atlantide in Montepaone lido, a 5 km da Soverato e 25 km da Catanzaro.
Nel bel mezzo del golfo di Squillace, un management giovane, con idee chiare per quanto concerne le tendenze contemporanee dei linguaggi musicali, illumina con quattro eventi l'estate calabrese. Al momento, le notizie si limitano al primo agosto, giorno, anzi notte inaugurale della discoteca “IL TEMPIO DI ATLANTIDE” :
tempio della musica, luogo d’incontri con tre sale tematiche:
α room ’70 ’80 DISCO
χ room HOUSE PRIVEE
β room LATINO AMERICANI

ps. Ultime indiscrezioni lasciano intendere che le sorprese, per quanto concerne gli ospiti presenti agli eventi musicali, non mancheranno. Quindi, se amate le notti ritmate e perdervi nell’oblìo della musica tenete d’occhio le strade e i relativi spazi pubblicitari: i 3x6 vi terranno aggiornati. Se, invece volete notizie di prima mano sul tempio di atlantide e non solo: inserite aore12 nel vostro segnalibri e cliccate...
Buon divertimento!

sabato 25 luglio 2009

dal mare ai monti, in Calabria flash back anni 60



Quanti ricordano la tv in bianco e nero, le prime trasmissioni pilota; i palinsesti ingenui ma efficaci nell'opera di proselitismo didattico: "non è mai troppo tardi" era una trasmissione che apparteneva a questa categoria, istruiva il pubblico incolto e impartiva i primi rudimenti della lingua italiana alla nazione intera.

Sì, negli anni 50/60 c'era molta gente analfabeta e la rai iniziò ad irradiare in bianco e nero cicli di lezioni condotte dal professore Alberto Manzi.

Chissà perchè, il mio maestro non era affatto come lui, paziente e fine pedagogo. non sapeva spiegare ad una scolaresca come a una quella dello studio televisivo che istruiva a centinaia di km gente adulta che diligentemente portava la sedia da casa, la affiancava nella sala da pranzo dei fortunati possessori della scatola magica, oppure nei bar al costo di una gassosa e prendeva appunti ogni sera.

Il mio maestro era burbero!, di lui ricordo le mezze maniche nere che indossava fermandole con degli elastici per proteggersi le maniche della giacca da schizzi d'inchiostro o polvere di gesso, (iniziavano a vedersi le prime biro, ma ancora si usava il pennino col calamaio o la stilografica) il ghigno sadico di quando dava le bacchettate sulle nocche delle mani a chi parlava in classe, le tiratine d'orecchi, i ceci sotto le ginocchia a chi non aveva fatto i compiti e la posizione di "faccia al muro" come estrema punizione per chi non capiva.

E Carosello? Ricordate le cartoline con i monumenti, le pecore al pascolo dell'Intervallo... (per le generazioni che non hanno avuto la fortuna di vivere in quegli anni è opportuno chiarire che nelle pause, la pubblicità ancora non aveva invaso l'etere e la mente degli spettatori, si mandava in onda una serie di cartoline che rappresentavano scene di vita bucolica o monumenti delle piazze d'Italia).

Proprio le pecore mi hanno riportato indietro nel tempo; ma andiamo per ordine:
oggi il termometro segna 41° non si riesce a stare neanche al mare, in acqua.
Senza pensarci due volte, anche perchè dal mare alla montagna c'è una distanza di 15 km, salto in macchina, aziono il climatizzatore e scappo dalla spiaggia di Montauro verso i Castagni di Palermiti dove c'è una sorgente d'acqua freschissima.

La strada è stretta, una vecchia provinciale che collega la ss106 jonica coi paesi dell'entroterra calabrese: Squillace, Vallefiorita, Amaroni, Maida, Girifalco, Chiaravalle, Serra San Bruno....
Superato Squillace, la mandria di pecore invade la carreggiata. Sulla sinistra, il cane segue il mandriano, entrambi spingono il gregge per lasciarmi passare... ma io sono già negli anni 60.

dal gioco all'arte, artigianalità e comunicazione visiva



dal gioco all'arte, artigianalità e comunicazione visiva nel fare giocoso (2 parte)

Qual'è il confine tra opera d'arte e oggetto estetico? E come si cataloga il fare giocoso dell'uomo?
Quanti si occupano di storia degli stili, senz'altro, non faranno fatica a dare una risposta secca; anche chi fa "arte" potrebbe dare una definizione personale di ciò che intende per creazione artistica; ma, partendo dal presupposto che quanto attiene alla gestualità creativa è, principalmente, dialogo intimista, rivisitazione estetica e intellettuale da parte di quanti giocano con la figurazione tout court, è interessante capire, non tanto le intenzioni iniziali del gioco ma fin dove il giocatore intende spingere l'azione. La sperimentazione è sinonimo di gioco. Giochi di audaci azzardi, accoppiamenti materici, grafici, di segni comuni che, inseriti in un contesto inusuale, producono e suggeriscono nuove alchimie linguistiche. Le componenti alfanumeriche, caricate di nuove valenze espressive e estrapolate dall'usuale compito, assumono e conferiscono allo spazio ludico ricreativo connotazioni camaleontiche: numeri e lettere occupano spazi che la razionalità concettuale solitamente assegna a ben altri elementi figurali e, di volta in volta, suggeriscono, associano, sviluppano, si trasformano nell'immediata realtà visiva di chi si presta al gioco creativo. I segni, suggeriti dalla natura e rivisitati dall'uomo vestono poliedrici panni, che dismettono o rinnovano all'occorrenza; assecondano la verve di quanti, attori o spettatori, giocano con i significati, si lasciano catturare dalle connotazioni volumetriche, cromatiche e linguistiche.
Per il momento lascio agli altri il cruccio di chiarire ed etichettare, inserire, citando stili e artisti, il fare ri/creativo nella sfera delle attività umane.
Mario Iannino

venerdì 24 luglio 2009

oggetto estetico, rivisitazione, alchimie visive


Qual'è il confine tra opera d'arte e oggetto estetico? E come si cataloga il fare giocoso dell'uomo?
Quanti si occupano di storia degli stili, senz'altro, non faranno fatica a dare una risposta secca; anche chi fa "arte" potrebbe dare una definizione personale di ciò che intende per creazione artistica; ma, partendo dal presupposto che quanto attiene alla gestualità creativa è, principalmente, dialogo intimista, rivisitazione estetica e intellettuale da parte di quanti giocano con la figurazione tout court, è interessante capire, non tanto le intenzioni iniziali del gioco ma fin dove il giocatore intende spingere l'azione. La sperimentazione è sinonimo di gioco. Giochi di audaci azzardi, accoppiamenti materici, grafici di segni comuni che, inseriti in un contesto inusuale, producono e suggeriscono nuove alchimie linguistiche.
Segni alfanumerici inseriti come a voler sottoliniare una presenza fisica nella realtà quotidiana riportano alla mente contaminazioni già sviluppate nel campo dell'arte; e, il gioco continua.
mario iannino

giovedì 23 luglio 2009

scatti d'autore 2009, omaggio alla Calabria


scatti d'autore è una raccolta di opere digitali elaborate da mario iannino. Per visione clicca sul titolo del post

da Catanzaro a Palermiti, 35 km di panorama incantevole



In Calabria, come, del resto in tutti i luoghi del mondo vi sono posti incontaminati, grandiosi per la loro bellezza, superbi per l'audacia naturale delle strutture materiche che compongono lo scenario paesaggistico.

La natura benefica non sottolinea le aree geografiche; non recinta; non usa verbi possessivi: esprime cicli vitali; erode e accumula: trasforma!

E l'uomo? L'uomo saggio evidenzia e fa sì che le bellezze naturali siano divulgate; progetta e costruisce percorsi non invasivi; intarsia strade nei pendii per raggiungere sommità e valli, boschi...

Questi pensieri affiorano ogni qualvolta percorro la stradina provinciale che da Catanzaro conduce a Palermiti: 35 km circa di esigui rettilinei e molte curve che inducono alla prudenza.

Palermiti è un piccolissimo centro immerso nel verde dei castagni a 15/20 km dal mare jonio del golfo di Squillace.
Non offre nulla dal punto di vista commerciale e turistico secondo i canoni correnti, tant'è che non è inserito in nessuna guida; in compenso offre ospitalità cordiale, aria pura, sane camminate nei boschi di querce e castagni, funghi e prodotti della terra curati dai paesani che ancora praticano un'agricoltura biologica ad uso familiare.

È un luogo fuori dal tempo, dove i "forestieri" sono oggetto di curiosità: a chi appartiene? È un figlio di palermitesi emigrati? È venuto per la festa della Madonna della Luce?... Interrogativi leciti per la gente che vive lontana dal famelico gossip patinato dei mega centri urbani

mercoledì 22 luglio 2009

un giorno speciale


Oggi, 22 luglio 2009, è un giorno speciale. Lo rende tale poterlo dire; essere in condizioni mentali, fisiche e ambientali serene; godere delle piccole cose quotidiane: il compleanno di una persona cara; la telefonata che anticipa lieti eventi;... L'irrigazione del giardino che non funziona, il giardiniere che dice di essere nelle vicinanze ma non arriva mai. Piccole gratificazioni; grandi slanci; lievi contrattempi, immani tragedie, concorrono a fortificare la crescita individuale e collettiva attraverso i processi solidali, innescati volontariamente dalla comunità a favore dei colpiti, ma anche con le indignazioni, se necessario, nei confronti di quanti avrebbero potuto arginare gli eventi dannosi e per motivi sconosciuti ai più, persone e mezzi, sono rimasti inattivi.
Comunque vadano le cose, oggi è un giorno speciale! C'è il sole e una leggera brezza agita le fronde, il fruscio rilassa, induce alla pacatezza anche lo scalpitìo dei passanti nel vialetto lastricato di pietrisco vicino casa. Ma, l'evento che rende veramente speciale la giornata odierna è la ricorrenza della nascita di una persona speciale, della quale terrò celata la sua identità (d'altronde il web non deve essere un diario aperto al mondo ma uno strumento di dialogo e di riflessione che accomuna).

lunedì 20 luglio 2009

estate 2009 tra Squillace e Soverato




Seduto sotto l'ombrellone, osservo l'orizzonte. Strano! Mi sento in colpa! Eppure ho fatto mangiare Vasco, l'ho portato a fare i bisognini, li ho raccolti nella busta e depositati nella pattumiera del villaggio Porto Rhoca (Squillace Lido)... Però, c'è qualcosa che non và... sento che manca qualcosa.
Vediamo: ho rasato l'erba, aggiustato i fiori delle ciotole, innaffiato la dicondra... No!, non è questo!L'insoddisfazione sale da dentro, sembra generata dallo stomaco; sale, s'insedia nel torace; genera sospiri; sbadiglio, non mi sento gratificato!
Sarà depressione?
Ho una forte sensazione di spossatezza. Chiudo gli occhi, m'immedesimo con quanti non sono qui, trattenuti in città dagli impegni di lavoro, mentre io, sulla battigia del golfo di Squillace godo di queste acque cristalline, della brezzolina leggera che arriva dal mare e rinfranca le membra.
Il getto d'acqua arriva improvviso. Energico. Corroborante!
Che fai lì vieni arriviamo fino a Pietragrande dai sbrigati non posso stare col motore acceso alla riva! Urla l'autore del gavettone.

buona estate a tutti i lettori del blog

domenica 19 luglio 2009

la diversità dell'altro, il disabile del terzo millennio



La diversità dell'altro, il disabile del terzo millennio

L'aspetto esteriore determina l'inizio e l'epilogo del rapporto umano. Il cosiddetto colpo d'occhio iniziale influenza in maniera determinante la predisposizione al dialogo e, conseguenzialmente, la comprensione delle altrui tendenze espressive, religiose, filosofiche.

La diversità fisica, se indica femminilità o machismo, è la marcia in più usata dalla filosofia di vita corrente. Infatti, recenti sondaggi evidenziano il ricorso esponenziale, da parte di uomini e donne, a interventi di chirurgia plastica ricostruttiva. Se dietro un bel nasino, una quarta ben fatta, dei fianchi stretti per le donne e muscoli tonici per i maschietti vi è assenza totale o parziale di materia grigia poco importa, nessuno presta attenzione al contenuto interiore: perchè perdere tempo dietro a filosofie astratte quando si ha tra le mani un bel giocattolo reale!

La tendenza del terzo millennio è votata ad annullare le diversità imposte dal naturale scorrere del tempo e da madre natura. Quindi, non più vecchi ma persone mature, se si parla dei problemi degli anziani o fascia della terza età; non sordi ma audiolesi, non-udenti; non ciechi ma non-vedenti... sembra si voglia esorcizzare persino con i vocaboli la diversità imposta da malattie, tare genetiche e dal fluire inesorabile del tempo.

Disabili, vecchi, grassi, bassi, extracomunitari rappresentano la parte "bruta", malsana, di una società clonata: fantasmi da esorcizzare; e non si realizza che la disabilità peggiore è quella che non si vede...

venerdì 17 luglio 2009

il Tempio di Atlantide riapre a Montepaone nel golfo di Squillace



Riapre il Tempio di Atlantide grazie alla passione per la musica che accomuna un gruppo di amici di Catanzaro, i quali, dopo aver ridato vita e lanciato la discoteca People dalle ceneri di un'altra storica discoteca del capoluogo calabrese tentano di bissare l'impresa col sito estivo del golfo di Squillace.
La discoteca, situata nel comune di Montepaone, a pochi km da Soverato, chiusa da oltre un decennio, tornerà ad allietare l'estate della costa jonica con quattro eventi. I vacanzieri, oltre ai percorsi turistici culturali, potranno inserire nei programmi un'ulteriore opportunità di svago, ascoltare ottima musica in un clima tranquillo, allegro e familiare.

sulla spiaggia dello jonio, tra ambulanti e bagnanti




L'idea della realtà che ognuno di noi crea è soggettivamente affine al proprio sentire; specie quella dei "grandi uomini" osannati perchè potenti o noti al grande pubblico grazie all'esposizione mediatica prezzolata o di reggime.

La loro pochezza si manifesta negli scatti d'ira, nella mancanza di autocritica, nella negazione dell'altrui pensiero.

Alcuni sperano nell'afflato collettivo per quanto attiene i grandi temi.
I leader organizzano raduni, incontri, così da esporre le loro verità, mentre quanti non hanno la possibilità di contare su una platea vomitano addosso al malcapitato di turno ansie, problemi personali e collettivi.
L'incertezza, la caducità dell'essere manifesta, non appena si presenta l'occasione, lacune culturali enormi a dispetto dei buoni propositi enunciati dalle persone illuminate e sorrette dall'umiltà.
Purtroppo, avvenimenti giornalieri testimoniano discrepanze abissali tra intenti aulici e fattibilità concreta di soluzioni comuni. Basta osservare quanto accade nella società; come vengono riportate le notizie per avere la certezza che la dicotomia tra pensiero evangelico e fare concreto è netta! E non c'è necessità di guardare lontano o analizzare i grandi temi per avere contezza della meschinità in cui navighiamo.
Molti asseriscono a gran voce di essere onesti intellettualmente... che significa? Che l'intelletto non è daccordo con la morale universale? Quella morale che si manifesta sotto forma di vocina interiore e dice: non danneggiare tuo fratello, fai agli altri quello che vorresti facessero a te, sorridi al nuovo giorno ai momenti lieti ed a quelli meno graditi... Basta poco! È sufficiente pensare al concetto che ognuno di noi ha pari dignità di vivere e morire. Già, la morte... chissà perchè nessuno pensa mai alla fine e si lascia ossessionare dall'avidità. Anzi, è fautore del bestiale "mors tua vita mea!".
È catastrofismo? No! Semplice analisi...

domenica 12 luglio 2009

m.iannino, oltre la parola, semiotica e creatività




Semiotica e creatività

LABORATORIO OLTRE LA PAROLA. Ente Nazionale Sordi. Calabria


Oltre la parola il di/segno condensa l’universo reale o immaginifico del singolo e lo espone, coerentemente alla personalità dell’autore, ad acculturati, analfabeti, adulti e bambini di qualsiasi etnia e stato sociale.

Il gesto chiarisce e raggiunge gli esseri, traduce la babele degli idiomi in chiari, immediati pensieri universali, anche se, strumenti, segni e metodiche del fare gestuale non sono tratti consapevolmente dall'atavico dizionario multietnico dell'arte visiva, la gestualità creativa implementa il piacere esplorativo dei sensi nella totale, invadente, curiosità del fare e appaga la naturale inclinazione umana al gioco intuitivo.

Intuizione e gioco sono aspetti caratterizzanti per la crescita intellettiva dell’uomo poiché la formazione acquisita attraverso la libera scelta del e col gioco, stimola la curiosità e induce il giocatore all’esplorazione.

Esplorazione intesa come azione indagatrice di eventi, episodi, scene, materia e concetti; che, isolata dai fenomeni utilitaristici di mercato, penetra l’ovvio, lo scandaglia, ne evapora gli umori, li condensa per riversali nel calderone propositivo dei linguaggi creativi. L’osservazione creativa, incentrata su effimere contaminazioni polimateriche occasionali, dà corpo a poetiche irreali e ingloba in un unico organismo plusvalenze variabili.

L’oggetto contaminato propone e va oltre il detto e visto. Non necessariamente in linea con la divina proporzione o con la dittatura del bello assoluto, è e rimane palestra per la mente che può o no piacere. Urtare sensibilità o offendere assolutismi estetici preconfezionati. Essere accattivante. Plastico. Involuto. Tetro. Drammatico… Comunque appaia agli occhi dell’osservatore, se catalizza l’attenzione, suscita interrogativi e lascia spazio a nuove ipotesi, il gioco ha colto nel segno: è riuscito laddove le teorie hanno provocato black out mentali o devianze concettuali inerenti i linguaggi dell’anima!

Il nuovo fare giocoso, anti/estetico, suggerito dalla commistione di notizie nasce e si alimenta di effetti plastici occasionali e da cromie popolari.

I linguaggi fluttuano nell’aria, sommergono oltre misura le esigenze reali della comunicazione; le commistioni visive multimediali, figurative, segniche, cromatiche, sovvertono ogni ordine e grado: creano l’imprevisto poetico!, d'altronde, chi ha deciso regole e tecniche grammaticali? L’uomo! Allora può decidere di abolirle, migliorarle, o avvalersi dell’area privilegiata dell’informazione temporanea, piagata da infinite combinazioni polimateriche: affiches lacerate su muri scrostati, insegne, graffi, combustioni, macchie, assi, strati levigati, butterati, in piano o sbilenchi. Pubblicità sbiadita, graffiti e manufatti corrotti, tutto ciò che i sensi assorbono diventa lavorio concettuale, sublimato o esasperato dalla sensibilità gestuale e dal ricordo del singolo.

Creatività è sinonimo d’incontro tra fantasia e operosità in assoluta libertà d’analisi; dalla fusione tra estro e scelta cognitiva di tecniche e mezzi espressivi avviene la trasformazione linguistica: l’azione gratuita della rivisitazione giocosa trasforma in valore semantico universale qualsiasi banalizzazione visiva.

Il plusvalore sviluppato dalla rivisitazione dell’oggetto attraverso lo contaminazione oggettiva e la consequenziale riproposizione poetica dello spazio conosciuto e occupato precedentemente dal medium, cresce o diminuisce d’intensità espressiva in sintonia col coefficiente reattivo dell’osservatore.

In sintesi, l’osservatore creativo trasforma le nuvole, le ombre o le macchie; le dilata o le comprime per appagare la sua disposizione mentale: crea animali, piante, cose, e con esse imbastisce storie fantastiche.

sabato 11 luglio 2009

da Kròton a Crotone, il fascino della storia



L'origine di Crotone è connessa alla spedizione achea del 700 a.c. La sua origine è suggerita dal tripode delfico impresso nello stemma cittadino che rimanda al responso dell'oracolo di Delfi, il quale, pare abbia indicato il luogo della nuova colonia agli achei. Kròton fu ricca e potente; celebre per l'imbattibile bravura dei suoi atleti e luogo dei giochi di Olimpia, di cui Milone ne fu vincitore. A Crotone sorse una prestigiosa scuola di medicina e l'ancor più rinomata scuola filosofica di Pitagora di Samo arrivato nel 530 a.c. Fonti antiche testimoniano che nel periodo della massima potenza, la polis fosse circondata da 12 miglia di mura e vantava l'egemonia delle rotte commerciali dell'odierna Calabria. Poi, passata municipium sotto il dominio romano inizia il declino.
Il sistema feudale iniziò nella metà dell'undicesimo secolo con la conquista dei normanni e nel XIII secolo gli angioini racchiusero i nuovi sobborghi dentro una cinta muraria più vasta. Per volere del viceré Pedro de Toledo, verso la metà del XV secolo, si costruì una nuova cinta muraria di forma pentagonale per contenere le invasioni turche con un nucleo fortificato, costituito da un castello con torri, baluardi e fossato; all'interno delle mura, la città è caratterizzata da un sistema urbanistico policentrico raccordato da un intricato sistema di vie strette. Ma non voglio rovinare il piacere della scoperta a quanti intendono visitare una città pregnante di storia; aggiungo solo che dal 1992 è capoluogo di provincia.
Oggi Crotone vive principalmente di turismo grazie alla sua storia ed ai tesori ritrovati nel santuario di Hera Lacinia di Capo Colonna, luogo sacro della Magna Graecia, conservati nel museo cittadino; al suo lungomare attrezzato che invita a prolungare la passeggiata verso la costa viola, Isola Capo Rizzuto, le Castella; per indicare, infine, Botricello, Sellia, Catanzaro Lido... insomma, le innumerevoli bellezze della Calabria

mercoledì 8 luglio 2009

LaborArt, spontaneità espressiva e socialità nella gestualità primordiale





Non c’è dubbio che a causa della velocità con cui i mezzi di comunicazione propagano le notizie, i messaggi visivi sviluppano un linguaggio ibrido, caotico, che annulla valenze estetiche, sociali, etiche e sovverte le implicazioni psicologiche di quanti sono investiti dall'onda mediatica.
L’assenza spazio temporale, a cui ci ha abituato l'evoluzione mediatica, ha il potere di livellare le realtà etniche mondiali; contaminare le culture e modificare la naturale evoluzione dei popoli attraverso l’ingerenza culturale del popolo “evoluto”, che, nel tentativo di erudire il resto del mondo coi propri proselitismi danneggia quei “primitivi” costretti alla “scolarizzazione” politica, sociale, religiosa.
È abnorme pensare ad un aborigeno, accovacciato sulle gambe col teschio/amuleto del caro estinto affianco, mentre estrae un pugno di larve da un tronco in decomposizione che, prima di cibarsene, guarda la telecamera e si segna con i simboli cristiani. O, che dialoga col mondo attraverso il palmare. O, peggio, essere assediati da enormi pannelli pubblicitari che costringono alla visione di violenze e sopraffazioni per esaltare e imporre un dato prodotto commerciale.
In simili circostanze è assurdo pretendere valori etici universali. Viviamo in giungle cementificate dall’arrivismo e dall’odio. Chi non possiede ricchezze materiali non esiste. Tutto è lecito! Questo è il messaggio che sovrasta la comunicazione. Spaccia la volgarità iraconda per spettacolo, la crosta per opera d’arte; così facendo, i padroni dell'etere e della carta stampata tarpano le ali di quanti non hanno mai avuto la possibilità di confrontarsi col grande pubblico; cosicchè, la verbosità incontrollata, tende a valutare il dato estetico secondo parametri superficiali; disconoscendo, magari, l'importanza della simbologia magica conferita ai manufatti nelle epoche antecedenti o, quella contemporanea delle realtà non verbali, ingenue, come, appunto, potrebbe essere qualche ipotetico gruppo aborigeno isolato dal frastuono dei mass media oppure di quanti prediligono il segno ingenuo della poetica infantile non contaminata dai saperi eruditi.

mario iannino

martedì 7 luglio 2009

LaborArt: linguaggio gestuale e ricreazione





Malgrado sorgano continue incomprensioni attorno ai linguaggi non verbali, (simbolici, prediscorsivi, ingenui, artistici, non filologici) inseriti in un contesto grafico-linguistico retto da regole lessicali accettate dalla cultura in atto, le incomprensioni verso forme espressive libere, dettate dalla disconoscenza dei valori simbolici, sono superate dalla comprensione istintiva che autonomamente si sintonizza sulle “frequenze tracciate dai caratteri simbolici universali”.
In sintesi: la creatività dettata dalla comunione empirica tra pratica e metodo, parzialmente inconscia, si avvale del sentimento legato all’educazione ed alla socialità della comunicazione diretta che, aggirando la ragione vigile, agisce in profondità ed esercita un’azione evolutiva naturale non contaminata dalla pacchiana arte che assembla falsi primitivi, ipotetici naifs costruiti per il mercato mediatico, spesso, conditi da assurde contaminazioni pseudoartistiche o artigianalità interetniche.
Il gesto espressivo trasla tutto e niente. Può essere gioco, narrazione fine a se stassa; messaggio, richiesta; regalo!, nella sua interezza gratuita dettata dalla spontaneità linguistica affine al gesto stesso: è il corpo che parla; trasferisce movenze, pensieri e non-pensieri. Atti che soddisfano l'attore principale.

mario iannino

venerdì 3 luglio 2009

LaborArt, incontri creativi a Catanzaro





Abbiamo discusso molto sul nome da dare al laboratorio creativo; il ventaglio di idee spaziava da: RicreAzione, con le molteplici implicazioni semantiche, a officina creativa, laboratoriando e cosi via; partendo dal presupposto che il logo dovesse concentrare le attività e gli intenti in maniera sintetica, semplice ed esaustiva ci siamo orientati per : laborArt! Sì, ci è sembrato azzeccato, anche se poco originale, ma questo aspetto è irrilevante: non si deve essere unici a qualsiasi costo, piuttosto, si deve possedere la consapevolezza dei propri limiti, confidare in se stessi e, con l'aiuto degli altri, superarli; quindi, unanimemente abbiamo deciso di chiamare così il nostro luogo d'incontro; lo spazio fisico in cui dare sfogo alla voglia di fare; dialogare, scherzare; ridere, esorcizzare, sfidare, deridere con sberleffi cromatici fobie comuni e inutili sovrastrutture mentali.
Cosa ci aspettiamo? Di sicuro sorrisi. Sorrisi da gente che ha sofferto e che probabilmente soffre ancora. Parole confidenziali, buttate lì a caso; gesti d'incoraggiamento per superare gli ostacoli della quotidianità attraverso il linguaggio poetico della gestualità pittorica.
Nel laborArt la creatività assume valenze multiple ed i manufatti sono la rielaborazione e riqualificazione di materiali comuni: cartoni d'imballaggi; oggetti usa e getta; vecchie bottiglie, ceramiche... e tutto ciò che suscita curiosità, piacere visivo e coinvolgimento psichico.

Mario Iannino

mercoledì 1 luglio 2009

Catanzaro, distrazioni creative: la prima volta



Distrazioni creative: la prima volta

L'espressione grafica esternata attraverso il fare giocoso della traccia cromatica diventa distrazione; atto, gesto, concretizzazione visiva che si realizza nell'attimo stesso in cui nulla si pretende da quanto tracciato. Il risultato finale è di per sé importante già per il fatto stesso di essere lì, impresso sulla superficie; ne occupa lo spazio e lo personalizza.

Il “passatempo” creativo privo di regole, gratifica l'io del giocatore, lo incita a cercare nuovi mezzi espressivi, accostare materia, colore, segni affini alla fabulazione mentale fino a quando decide di smettere perché ha raggiunto ciò che vuole.
Il fare giocoso inventa percorsi dialettici mobili; impronte amorfe; pensieri che si trasformano e interagiscono; linee e colori che assumono forme cromatiche ancestrali.

La “distrazione creativa” astrae dalla quotidianità, sublima o esaspera il sentire, comunque, induce alla quiete interiore: i sensi tendono a isolare, tenere fuori dalla sfera sensibile gli elementi di disturbo per personalizzare lo spazio d'azione.
L'esperienza segnica, vissuta come gioco, rafforza l'autostima in quanto, non dovendo subire esami o giudizi, il “prestigiatore segnico”, combina alchimie al di sopra di ogni aspettativa.
Il laboratorio creativo deve essere vissuto, quindi, come luogo di gioco; isola fantastica in cui godere di ogni piccolo gesto; confrontare e confrontarsi per vincere tutti, insieme!
Mario Iannino

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